26 set 2010

L'Ottico di De Andrè

Nel 1971 Fabrizio De André pubblicò l'album Non al denaro, non all'amore né al cielo, liberamente tratto dall'Antologia di Spoon River,non è la prima volta che parlo di questo album,l'avevo già fatto però in un'ottica più generale  (Non al denaro,non all'amore nè al cielo)
Oggi vorrei parlare di questo pezzo "L'Ottico"  e devo dire che mi inquieta e mi affascina da diversi anni.Anche se oggi mi inquietano di più i tanti spacciatori di realtà colorate (ma per nulla affascinanti) che uccidono il desiderio di un mondo che davvero sia meno amaro guardare.Amo moltissimo questa canzone, ma non mi sarei mai provato per mia incapacità nel farlo a realizzare un video.Però oggi ne ho trovato uno che si avvicina a quel che immaginavo ascoltando Faber... complimenti a chi l'ha realizzato e grazie per averlo condiviso nel Tubo:


Come dicevo un ottico è un brano tratto da Non al denaro non all'amore né al cielo, ispirato all'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Per chi non la conosce vorrei specificare che è una ipotetica raccolta di epitaffi in cui tutti i morti sepolti nel cimitero della città  "Spoon River" raccontano la loro vita guardandola con gli occhi di un morto che quindi non ha più alcun legame con la vita e non ha più motivo di mentire. Quindi una sorta di analisi a posteriori della vita.In particolare De André estrapola dal libro nove poesie, le rielabora e le musica con l'apporto fondamentale di un'allora semi sconosciuto Nicola Piovani.La prima è l'introduzione che presenta tutti i personaggi della raccolta,successivamente si susseguono otto tracce divise in due per tema..le prime quattro vedono storie di uomini che sono morti provando invidia verso un qualcosa, gli altri quattro invece in quanto vittime della scienza. L'ultimo di ogni gruppo rappresenta l'esempio di chi è riuscito a morire senza rimpianti, riuscendo a superare quelli che erano i suoi ostacoli.
L'ottico in particolare è una delle vittime della scienza, lui vuole costruire degli occhiali che permettano a tutti di vedere il mondo così come gli pare...nel testo si susseguono quattro clienti, ognuno dei quali acquista un paio di occhiali che gli permette di vedere cose che non aveva mai visto prima. Alcuni hanno paragonato l'ottico Dippold di Masters ad uno spacciatore ed in effetti la cosa è più che sensata rileggendo il testo della poesia (Dippold, l'ottico), tanto che De Andrè lo definisce "spacciatore di lenti

Un ottico(De Andrè)

Daltonici, presbiti, mendicanti di vista
il mercante di luce, il vostro oculista,
ora vuole soltanto clienti speciali
che non sanno che farne di occhi normali.
Non più ottico ma spacciatore di lenti
per improvvisare occhi contenti,
perché le pupille abituate a copiare
inventino i mondi sui quali guardare.
Seguite con me questi occhi sognare,
fuggire dall'orbita e non voler ritornare.
Vedo che salgo a rubare il sole
per non aver più notti,
perché non cada in reti di tramonti
l'ho chiuso nei miei occhi,
e chi avrà freddo
lungo il mio sguardo si dovrà scaldare.
Vedo i fiumi dentro le mie vene,
cercano il loro mare,
rompono gli argini,
trovano cieli da fotografare.
Sangue che scorre senza fantasia
porta tumori di malinconia.
Vedo gendarmi pascolare
donne chine sulla rugiada,
rosse le lingue al polline dei fiori
ma dov'è l'ape regina?
Forse è volata ai nidi dell'aurora,
forse è volata, forse più non vola.
Vedo gli amici ancora sulla strada,
loro non hanno fretta,
rubano ancora al sonno l'allegria
all'alba un po' di notte:
e poi la luce, luce che trasforma
il mondo in un giocattolo.
Faremo gli occhiali così
Antologia Spon River:
l'Ottico

Che cosa vedete adesso?
Globi di rosso, giallo, porpora.
Un momento! E adesso?
Mio padre e mia madre e le mie sorelle
Sì. E adesso?
Cavalieri in armi, belle donne, visi gentili.
Provate questa.
Un campo di grano - una città.
Benissimo! E adesso?
Una donna giovane e angeli chini su di lei.
Una lente più forte! E adesso?
Molte donne dagli occhi vivi e labbra schiuse.
Provate queste.
Soltanto un bicchiere sul tavolo.
Oh, capisco! Provate questa lente!
Soltanto uno spazio vuoto, non vedo nulla in particolare.
Bene, adesso!
Pini, un lago, un cielo d'estate.
Questa va meglio. E adesso?
Un libro.
Leggetemi una pagina.
Non posso. Gli occhi mi sfuggono al di là della pagina.
Provate questa lente.
Abissi d'aria.
Ottima! E adesso?
Luce, soltanto luce che trasforma il mondo in un giocattolo.
Benissimo, faremo gli occhiali così.

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