20 luglio 2001: durante gli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti anti G8,in piazza Alimonda,da una camionetta dei carabinieri qualcuno spara due colpi di pistola.Uno raggiunge in pieno viso Carlo Giuliani,23 anni,e lo uccide.Si vede dalle immagini precedenti allo sparo Carlo che entra nel corteo,assiste immobile a una carica della polizia,arriva in piazza Alimonda,e a un certo punto solleva quell'estintore (ma a una congrua distanza dalla jeep, si vede benissimo)e viene abbattuto...La sequenza della morte c'è, ed è straziante. Ma forse ancor più terribile è la sequenza successiva in cui la polizia crea un cordone attorno al suo corpo senza nemmeno tentare di soccorrerlo;per non parlare dell'agghiacciante immagine (a onor del vero vista, quel giorno, anche nei tg) in cui un poliziotto accusa un manifestante di aver ucciso lui Carlo,con un sasso."In Italia non c'è la pena di morte.Ma Carlo è stato condannato a morte,giustiziato, torturato". Sono parole della madre,nel finale del film di Francesca Comencini Carlo Giuliani,un ragazzo
E sono passati nove anni.. Stamattina ho fatto come al solito il giro dei giornali on line e ho trovato solo un trafiletto sul Corriere che riporto:
a nove anni dalla morte di Carlo Giuliani al G8 di Genova, sono state imbrattate la notte scorsa le sedi dei tre partiti rispettivamente in via Mancini, corso Garibaldi e via Bellerio per ricordare il giovane antagonista ucciso il 20 luglio 2001.
E meno male, altrimenti non si sarebbe ricordato neanche come fatto di cronaca..
Mi sono chiesto uno che legge e non sa o non ricorda i fatti come colloca nella sua comprensione la parola “antagonista?” e poi perché “antagonista?”
Nelle fiabe l’antagonista è l’antieroe che si contrappone all’eroe buono…
Mai parola fu usata peggio per definire un martire..
Ecco il valore della memoria, ecco perché si deve sempre portare e passare il testimone
Sintesi delle dichiarazioni delle parti lese raccolte dai PM Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati nell'inchiesta sugli abusi di BOLZANETO.
Fonte: Diario (Speciale Genova-la Verità, 21 luglio 2006)
VENERDI 20 luglio 2001
A. Carlo. Arrestato il 20/7 intorno alle ore 18,00 – preso in carico dall’amministrazione penitenziaria e quindi immatricolato alle ore 23,40 circa dello stesso giorno – tradotto all’istituto penitenziario il 21/7 alle ore 3,15 circa. È con V. Viene condotto il 20/07/01 dopo le ore 17,00; viene percosso mentre viene portato in cella dove viene costretto a stare in piedi con il volto contro il muro, le gambe divaricate e le braccia alzate sopra il capo ed appoggiate al muro ed urlare «Viva il Duce». Quando chiede di andare in bagno nel corridoio al passaggio viene colpito con calci e anche con manganelli da due ali di agenti che stazionano ai lati del corridoio stesso.Viene picchiato anche in cella e riceve un calcio alla gola da un agente della Polizia penitenziaria. Un agente lo colpisce con un calcio con gli anfibi al polpaccio e lo fa cadere a terra; lo stesso porta un manganello attaccato al cinturone e i guanti neri. In infermeria fa vedere i segni delle percosse e non viene nemmeno considerato.
A. Eugenio. Fermato per identificazione il 20/7 – ingresso a Bolzaneto alle ore 17,30 circa – identificato verso le ore 20,30 circa – esce dalla caserma alle 1,00 del 21/7. Viene ripetutamente percosso durante gli spostamenti nel corridoio da parte di agenti della Polizia penitenziaria; chi lo accompagna rimane completamente indifferente a questa condotta dei colleghi.
A. Simone. Arrestato il 20/7 intorno alle ore 16,40 – immatricolato alle ore 1,25 circa del 21/7 – tradotto all’istituto penitenziario il 21/7 alle ore 6,20 circa. Quando viene portato a Bolzaneto è messo nell’ultima cella sulla sinistra, con circa una trentina di persone; tutti devono stare in piedi con la testa contro il muro, le mani ammanettate dietro alla schiena e le gambe divaricate; ad un ragazzo, che aveva male ad una gamba, viene invece consentito di stare seduto. Quando va a fare i rilievi vede all’esterno dei ragazzi stranieri in fila con la testa appoggiata contro il muro dell’edificio che vengono picchiati; in particolare un francese viene ripetutamente percosso da un poliziotto con i capelli rasati e molto prestante fisicamente. Deve cambiare più celle ma la posizione non cambia ad eccezione delle manette; riferisce botte e calci al passaggio in corridoio da parte di agenti della Polizia penitenziaria con i guanti. Non lo fanno andare in bagno; lo accompagnano solo quando non ne può più e lì prende uno schiaffone in bagno da parte di uno della Penitenziaria. Nel corso del trasferimento ai pullman deve mettersi in coda e fare il saluto romano.
Tutte le altre le potete leggere qua:http://g82001.altervista.org/testimonianze20.htm
20 lug 2010
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