9 set 2011

Un altro 11 settembre(Cile anno 1973)

In questi giorni tutti dedicheranno il proprio ricordo all’11 settembre 2001,forse qualcuno si aspetta un mio post,potete tranquillamente andare a rileggere il mio pezzo del 2010 oppure quello pubblicato mesi fa 11 Settembre inganno globale ,la mia opinine non è cambiata,io voglio invece parlare di un altro 11 settembre del 1973 (giorno ormai dimenticato da tutti) che portò al  golpe militare fascista in Cile,e che introdusse una lunga epoca di sanguinosa dittatura,della giunta militare con a capo il generale Pinochet,l'11 settembre  cadeva sotto le bombe contro il palazzo de La Moneda il presidente eletto dal popolo Cileno Salvador Allende, e con lui la "via cilena al socialismo". Allende aveva tentato di guarire un paese segnato come tutto il suo continente da profonde ingiustizie sociali, radicato classismo, neocolonialismo, interessi e abusi stranieri nel Paese quali lo sfruttamento delle miniere di rame, tra le piu' ricche del globo.L'11 Settembre, dopo un prolungato embargo e dopo aver sobillato una serie di scioperi che piegarono il paese, le forze armate rovesciarono con l'aiuto americano il governo democraticamente eletto.Spengendo, momentaneamente, la fiammella di speranza per i poveri e i diseredati del paese e del continente intero. Poi vennero le torture, le esecuzioni, il terrore, la dittatura, le sparizioni, il liberismo, l'ordine
La Storia...come si arrivò a quel 11 settembre 1973
Quel giorno di settembre la reazione cilena,sostenuta dalla DC di Frei e istigata e manovrata come dicevo sopra dall'imperialismo americano attraverso la lunga mano della Cia, scatenò le Forze armate del generale Pinochet, per compiere un sanguinoso colpo di stato fascista che destituì il legittimo governo di Allende, assassinò lo stesso presidente (poco importa se secondo alcune ricostruzioni Allende sarebbe stato costretto al sucidio alla Moneda), bombardò e mitragliò il palazzo presidenziale e altri edifici pubblici, occupò militarmente le sedi dei partiti e dei sindacati democratici, rastrellò i dirigenti delle forze democratiche e antifasciste, instaurò un rigido coprifuoco e revocò tutte le libertà costituzionali e democratico-borghesi. Migliaia di operai e di studenti che erano scesi spontaneamente in piazza per manifestare la loro opposizione a questo colpo di stato furono massacrati dall'esercito. Altre migliaia di oppositori imprigionati nello stadio nazionale di Santiago, furono successivamente sterminati.Un'aperta dittatura fascista era stata instaurata.In Cile, la ventennale lotta condotta dal proletariato e dalle masse contro i governi reazionari di Alessandri e di Frei e contro lo spietato saccheggio economico perpetrato dalle imprese monopolistiche nordamericane, aveva creato, fra il 1970 e il 1971, le condizioni per la salita al seggio presidenziale di Allende e per la formazione del governo di Unità Popolare. Un governo che per i suoi obiettivi programmatici e per la strenua lotta condotta contro la dominazione della borghesia monopolistica cilena e dell'imperialismo Usa, rappresentava l'espressione più avanzata, nei limiti della democrazia borghese, della volontà delle masse popolari e di alcuni gruppi della borghesia di sbarazzarsi dell'ingerenza e del controllo che i gruppi reazionari interni e stranieri esercitavano sul Cile.In politica interna il governo nazionalizzò le miniere di rame, ferro e salnitro, le principali banche, i trasporti, sottraendo così agli Usa ciò di cui si era appropriato con la rapina e la complicità della reazione cilena; contenne e rallentò l'inflazione, che sotto i precedenti governi democristiani aveva toccato vette paurose, limitando i privilegi, la speculazione e gli sprechi; si sforzò di assicurare un tenore di vita in qualche modo degno di uomini e non di bestie alle larghe masse e lavoratrici popolari. In politica estera pose il Cile nel vasto campo dei paesi non-allineati, stabilì relazioni diplomatiche con la Cina di Mao e altri paesi socialisti, avviò un'accorta politica di distensione con i vicini paesi dell'America Latina dominati da cricche militariste e reazionarie, accogliendo nel contempo gli esiliati politici, i dirigenti comunisti, rivoluzionari e democratici.Con tutto ciò, il governo Allende non era affatto e non poteva essere il governo di un paese socialista, come hanno cercato di far credere la borghesia e il revisionismo internazionali. In primo luogo perché proteggeva e propugnava tre tipi di proprietà dei principali mezzi di produzione, privata, statale e mista, tipici di ogni società capitalistica. In secondo luogo perché il potere politico non stava in alcun modo nelle mani della classe operaia e delle masse popolari, ma era saldamente in pugno alla borghesia monopolistica in ogni campo, dall'economia allo Stato, all'informazione, alla cultura. Lo Stato borghese, ossia la macchina burocratica e repressiva mediante la quale la borghesia esercita la dittatura di classe sul proletariato, non era stato distrutto e demolito con la salita al governo di Allende ma solo ritoccato, sfiorato e riformato in aspetti secondari e non essenziali. I rappresentanti riformisti che avevano vinto le elezioni erano al governo ma non al potere, non potevano quindi opporsi alla volontà della classe dominante e infatti subivano impotenti l'iniziativa e i ricatti del grande capitale nazionale e internazionale. è vero che il governo Allende contava su un seguito di massa, e le masse generosamente lo hanno difeso come hanno potuto, fino all'ultimo, ma nulla ha potuto davanti alla forza brutale e alla potenza di fuoco dell'esercito della borghesia. A dimostrazione che anche in Cile il reale potere, il potere politico, stava nei fucili dell'esercito borghese e non nei decreti del governo e a conferma della giustezza dell'insegnamento storico marxista-leninista enunciato da Mao secondo cui "Il potere politico nasce dalla canna del fucile".Non poggiando sulla dittatura del proletariato e non avendo mobilitato, armato e guidato le masse in una lotta rivoluzionaria per l'abbattimento della borghesia perché aveva deciso di mantenersi su una posizione passiva di difesa, nei limiti impostigli dalla rigida osservanza delle norme costituzionali borghesi, parlamentari, pacifiste e legalitarie, il governo Allende inevitabilmente andò incontro alla sua fine.Lasciate libere di agire da un governo impotente a contrastarle, le forze della reazione fin dal primo momento scatenarono una massiccia offensiva su tutti i fronti della lotta economica, politica e dell'informazione allo scopo di abbatterlo.

Il 15 settembre 1970 alla Casa Bianca il presidente Usa Richard Nixon ordinò al segretario per la sicurezza nazionale Henry Kissinger e al direttore della Cia Richard Helms di "liberare il Cile da quel figlio di puttana". Così il 22 ottobre seguente fu scatenato il terrorismo di Stato: l'organizzazione fascista cilena "Patria e Libertà" assassinò il generale René Schneider, riluttante comandante in capo dell'esercito. Nel dicembre 1971, in risposta alla nazionalizzazione delle miniere di rame in Cile, gli Usa ne fecero crollare il prezzo sul mercato mondiale, costringendo il Cile a lasciare invenduta la principale fonte delle sue entrate. Nel contempo una manovra imperialista di ampie dimensioni chiudeva a livello mondiale i crediti al paese e pretese la restituzione di tutti i prestiti. Fattori sfavorevoli che fecero precipitare il paese in un'inflazione galoppante, creando difficoltà e contrasti fra il governo Allende e gli stessi strati proletari e popolari. Il 9 ottobre 1972 dopo i commercianti iniziò la serrata dei proprietari di camion finanziati dalla Cia che durerà fino al 6 novembre. Sabotaggi, disordini, attentati e delitti politici sono la cornice entro la quale per tre anni si mossero le forze della reazione in preparazione della mossa decisiva, il golpe. In un memorandum segreto dell'ambasciatore Usa in Cile Nathaniel Davis inviato al dipartimento di Stato si legge che l'opposizione pubblica ad Allende sarebbe dovuta diventare "così forte e il malcontento così grande da rendere l'intervento militare desiderato da molti"....Durante il regime di Pinochet dall' 11 settembre 1973 al 1990 furono torturate,secondo quanto rilevato dalla Commissione Valech nel gennaio 2005, almeno 37 mila persone.Gli oppositori uccisi negli anni della dittatura sono stati circa 3 mila.Pinochet, che dal 2004 era agli arresti domiciliari è morto il 10 dicembre del 2006 a 91 anni nell'ospedale militare di Santiago del Cile..
Questo l'ultimo messaggio del Presidente Allende sotto assedio nel palazzo del governo, sulla centralissima Alameda:
Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi.La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Magallanes.Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno.Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell’Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri.Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò!Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo.E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente.Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza.
La storia è nostra e la fanno i popoli.Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece.In questo momento conclusivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini.Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che continuarono a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che difesero anche i vantaggi di una società capitalista.Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all’allegria e allo spirito di lotta.Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l’obbligo di procedere.Erano d’accordo. La storia li giudicherà.Dinanzi a tali fatti non posso dire che una sola parola ai lavoratori: io non (a questo punto la registrazione è confusa, si odono sempre più forti scoppi di bombe) ...al quale essi erano sottomessi.Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più.Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi.Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi.Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino.Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi.Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.
Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!
Mario Benedetti "Allende"
Per uccidere l’uomo della pace
per colpire la sua fronte limpida da incubi
dovettero convertirsi in incubi
per vincere l’uomo della pace
dovettero aggregare tutti gli odi
e di più gli aerei i carrarmati
per battere l’uomo della pace
dovettero bombardarlo dargli fuoco
perché l’uomo della pace era una fortezza
per uccidere l’uomo della pace
dovettero scatenare la guerra più turpe
per vincere l’uomo della pace
e zittire la sua voce modesta e martellante
dovettero spingere il terrore fino all’abisso
ed ammazzare di più per seguire ammazzando
per battere l’uomo della pace
dovettero assassinarlo molte volte
perché l’uomo della pace era una fortezza
per uccidere l’uomo della pace
dovettero immaginare fosse truppa
un’armata una banda una brigata
dovettero credere fosse altro esercito
però l’uomo della pace era soltanto un popolo
e teneva tra le mani un fucile e un mandato
ed erano necessarie più armi più rancori
più bombe più aereoplani più obbrobri
perché l’uomo della pace era una fortezza
per uccidere l’uomo della pace
per colpire la sua fronte limpida da incubi
dovettero convertirsi in incubi
per vincere l’uomo della pace
dovettero affiliarsi per sempre alla morte
uccidere e uccidere per continuare uccidendo
e condannarsi alla solitudine blindata
per uccidere l’uomo che era un popolo
dovettero restare senza il popolo.

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