Le avremo ben viste anche queste donne
in sogno o no,
ma sempre nei vaghi recinti della notte
sotto le loro criniere di giumente,
ma sempre nei vaghi recinti della notte
sotto le loro criniere di giumente,
focose,
con lunghi occhi teneri dai bagliori di cuoio,
non già la carne quotidiana in svendita alle nuove
macellerie di immagini,che ingurgiti solo, fra le lenzuola,
ma l'animale sorella che sfugge e s'indovina,
ancora meno distinta dai suoi riccioli, dalle sue trine
di quanto la vaga linea dell'onda sia dalla schiuma,
l'agile fiera di cui tutti vanno a caccia
e che il più armato non raggiunge mai
perché è nascosta più in fondo al suo stesso corpo
ch'egli non può penetrare
con lunghi occhi teneri dai bagliori di cuoio,
non già la carne quotidiana in svendita alle nuove
macellerie di immagini,che ingurgiti solo, fra le lenzuola,
ma l'animale sorella che sfugge e s'indovina,
ancora meno distinta dai suoi riccioli, dalle sue trine
di quanto la vaga linea dell'onda sia dalla schiuma,
l'agile fiera di cui tutti vanno a caccia
e che il più armato non raggiunge mai
perché è nascosta più in fondo al suo stesso corpo
ch'egli non può penetrare
se anche ruggisse di vano trionfo
perché ella è solamente come la soglia
del suo stesso giardino,
o come un'incrinatura nella notte
incapace di abbatterne il muro,o una tagliola
con il sapore di frutto inumidito, solo un frutto,
dotato però di sguardo
perché ella è solamente come la soglia
del suo stesso giardino,
o come un'incrinatura nella notte
incapace di abbatterne il muro,o una tagliola
con il sapore di frutto inumidito, solo un frutto,
dotato però di sguardo
e anche di lacrime.
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