Perchè siamo arrivati a questo?Voglio fare una piccola riflessione che forse non centra molto ma credo possa essere interessante:La ricchezza di un paese fino a qualche decennio fa consisteva nei beni che produceva e immetteva nel mercato.I beni erano visibili e reali e si prestavano anche ad essere rivenduti,un continuo flusso di scambio di denaro.Il bene era la ricchezza: una macchina,un televisore,un abito ecc… La produzione industriale aumentava e il benessere aumentava per tutti.Il periodo storico industriale prevedeva la produzione.Chi doveva produrre questi beni erano le macchine e gli uomini.Oggi si produce sempre meno in Europa e nel mondo.Le macchine sono ferme e una popolazione,in aumento,di persone non lavorano più e quindi sono impossibilitati ad ottenere un guadagno stabile che controbilanci la loro forza lavoro inutilizzata.Qualcuno si è inventato l’alta finanza,dove si vendono persino beni inesistenti,si incassano soldi senza produrre nulla e senza distribuire questa enorme ricchezza. Lo stato regola(dovrebbe) i flussi finanziari in proporzione al fabbisogno nazionale.Quindi dividere la politica dall’economia.
La politica non deve condizionare l’economia di un paese,i politici non devono gestire l’economia,il denaro.Portare in borsa un’azienda vuol dire non produrre più ma incassare denaro contante proveniente da qualsiasi parte del mondo,solo per arricchire qualche banca,alcune centinaia di persone.A questo sistema non c’è rimedio.I soldi non si mangiano.Anche tassare le aziende in borsa non risolve nulla.Bisogna trasformare queste enormi ricchezze in beni visibili, reali. Come ? Solo impegnando queste enorme risorse nella società civile in forma di infrastrutture,beni,qualità del territorio,investimenti nei più svariati settori.Ma se un governo invece di investire taglia questi beni...è la fine!!!!Il riciclo di denaro deve aumentare la qualità della vita delle persone,il loro grado di civiltà e contemporaneamente il loro benessere .Tutto questo non è stato fatto,anzi si è continuato a tassare le classi deboli tagliando tutti i beni ...e adesso ???
Prima di concludere vorrei dedicare due parole agli amici del PD che con rabbia hanno preso distanza dal mio pezzo di l'altro ieri PDL..PD trova le differenze mi dispiace,ma resto della mia idea,e il fatto che voi non avete condannato i vostri rappresentanti chiedendo le dimissioni a partire dai piani alti è l'ennesima dimostrazione che anche tra gli elettori la differenza è minima,difendete l'indifendibile!!Purtroppo noto che coi politici italiani è come scavare un pozzo nero,più si va in profondità e più le esalazioni appestano.Se le banche, i grossi manager, la malavita e le mafie imperano è perché la politica è una piovra,basterebbe decapitarla e tutti i tentacoli perderebbero vitalità.Ma se questo non avviene i tentacoli entreranno sempre più in profondità nel territorio e nessuno riuscirà più a salvarsi dall'esserne risucchiati e striturati.inutile accusare questo o quello,i tentacoli si riproducono,serve la decapitazione del potere politico infetto.. Quando una casa è infestata dalle cimici non serve sostituire i mobili,serve la fiamma ossidrica per scrostare le pareti bruciando ogni cosa dentro quella casa, sostituire gli infissi e dopo aver rintonacato completamente la casa, tornare ad abitarla. E' la classe politica che necessita allontanare da ogni e qualsiasi incarico, se si vuole che il nostro Paese risorga dalle ceneri. Non si salva nessuno, chi perché rubava e chi perché ha lasciato rubare.Gli ignavi sono colpevoli allo stesso modo, dato che con la loro indifferenza hanno permesso il saccheggio dell'Italia. . Lo ripeto la popolazione nel nostro caso DEVE RIBELLARSI, la delicatezza con questa gente è tempo perso, mai lascerebbero la fabbrica di soldi pacificamente. Sono talmente radicati che per stanarli necessita un vero terremoto. Non illudiamoci, anche per scacciare i maiali da un terreno sono necessari i bastoni, a gesti o facendo la voce grossa non si filerebbero nessuno!Quindi amici del PD non arrabbiatevi e lavorate come mi auspico da tempo per un movimento nuovo(che sia di sinistra) che guardi all'unione di tutti i partiti di sinitra,con persone oneste e credibili che possano lavorare non per i propri interessi ma per l'interessa di tutti!!!
Il carcere col frigo (Rita Pani)
Quante volte guardando a nord, abbiamo pensato: “Beati loro che vivono in un mondo civile!” Lo abbiamo pensato anche leggendo della Rivoluzione in Islanda, quella silenziosa che i giornali ci hanno risparmiato, per non insegnarci che la volontà popolare, pacifica e civile – appunto – potrebbe vincere e riportarci alla vita.Poi i fatti di Oslo, e la marea di articoli scritti per lasciarci spiazzati a porci ancora domande che difficilmente troveranno una risposta. Ricordo che mentre bevevo un caffè in un autogrill, dalla radio arrivavano le notizie sul “pazzo” attentatore, di cui non ricordo il nome: “Ha la pelle bianchissima e gli occhi che dal verde vanno all’azzurro.” Certo, s’era detto nell’immediatezza dei fatti, che al Qaeda era risorta e tornata per uccidere, e forse pareva brutto utilizzare il termine “cristiano” per dare senso a tanta morte che un senso non può avere.
Da ieri, invece, l’attenzione si è spostata: rischia troppo poco carcere, ma forse saranno trent’anni almeno, e soprattutto – leggo: “Carcere a 5 stelle con frigo e Internet per il folle norvegese.” E si sprecano i commenti inorriditi dei lettori italiani, che proprio non comprendono perché a un criminale debba essere garantito di vivere dignitosamente.Eppure molte volte, guardando al nord mi son sentita dire che sì: “Beati loro e la loro civiltà!” e son solo parole, quelle che diciamo quando ci tocca da vicino la nostra realtà, che ci ha viziato più di quanto riusciremo mai ad ammettere. Siamo così usi ad essere incivili che ci siamo abbruttiti fino in fondo all’animo, e non siamo più capaci nemmeno di accettare l’ovvio. Quello che ci faceva nascere un po’ di invidia nel cuore, oggi ci indigna.Mi piacerebbe chiedere ad ognuno di quei lettori che hanno lasciato un commento, inneggiando alla pena di morte o al carcere duro, durissimo, come quelli che abbiamo noi, con i detenuti stoccati come polli in batteria, quante parole o firme su appelli hanno lasciato ogni volta che in Italia un detenuto si impicca con un lenzuolo alle sbarre di una finestra. Mi piacerebbe sapere quante volte, ognuno di loro si è indignato sapendo dei lager per gli extracomunitari, che come tante piccole Guantanamo sorgono in silenzio e protette dal segreto di stato, in quest’Italia che civile non è.Siamo umani, è vero, ma forse ormai siamo troppo viziati dalla nostra inciviltà per essere davvero capaci di desiderarne fortemente una anche per noi, o forse siamo solo abituati ad indignarci a comando, per le cose che vivono abbastanza distanti da noi, da essere certi che non ci potranno mai toccare. Quei commenti indignati verso l’altrui civiltà, mi lasciano a sospettare che difficilmente saremo capaci di lottare per averne una anche noi, che al massimo – io per prima – sorridiamo leggendo che a un governo come il nostro, che dovrebbe riunirsi in assemblea a San Vittore, c’è ancora qualcuno che chiede credibilità. E a San Vittore, per fortuna, non c’è il frigo.
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