Conto i miei passi fin qui percorsi,
allo specchio conto le mie rughe
ancor leggere per mia sorte lieta.
Conto i miei pensieri che fuggono
per sottrarsi all’appello di una mente lenta.
Conto i nomi di chi a questa mente
Ha bussato oppure senza assenso
è entrato, di chi per sempre è fuggito.
Conto le foglie morte del mio albero dei sogni.
Ha rami scuri che braccia al cielo sembrano protese.
Verranno nuove foglie che forse non vedrò,
non le vedrò cadere ad una ad una.
Cammino nel giardino delle illusioni,
fiori che irroro di speranza anche se so
che vita breve avranno.
È grigio il cielo di malinconia velato,
capita in questi giorni di novembre
che sanno di rimembranze lontane,
uguali nel peso sulla memoria,
in questo giardino di vita e di morte si veste
per ricordarmi che il giorno,
le stagioni, gli anni anelli concentrici sono
nel lago della vita dove mano divina
gettò un sasso perché nascessero.
30 giu 2011
Claudio Pompi "Giardino di novembre"
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