14 apr 2011

Dal 1945 al 2011 il passo è "BREVE"

Il giorno dopo l'approvazione del processo breve c'è ancora tanta rabbia e rassrgnazione,sì proprio così quando interessi personali prevalgono su quelli generali non c’è più speranza.Il “vaccino” di cui parlava Montanelli non si riferiva ad una presa di coscienza della pochezza degli attuali governanti e della follia delle loro politiche,quanto piuttosto alla presa d’atto finale di un disastro annunciato e puntualmente accaduto.Cioè quando ormai sarà troppo tardi per rimediare.Per abbattere il fascismo c’è voluta una guerra,sangue e lacrime vere;per battere il berlusconismo ci vorranno altro sangue ed altre lacrime,che io mi ostino ancora a sperare,non so con quanto fondamento,siano solo metafore di altri dolori,almeno il sangue.A meno che questi pazzi non si mettano a sparare davvero,cominciando dai barconi degli emigranti, e poi sulla piazza. Se si giungerà a tanto, non ci saranno aggettivi per qualificare la catastrofe. Gli italiani, da qualsiasi angolo si voglia osservarli,sono sul baratro,ma poiché non lo vedono finiranno per cascarci.

Ma ci rendiamo conto che dal 1945 ad oggi non ci siamo mai trovati in una situazione di dichiarata dittatura come questa??Per questo ribadisco il paragone che ho già fatto altre volte di  Napolitano con Vittorio Emanuele,non nel contesto ma nella scelta di non affondare la spada nel cuore del drago.Questo dalle mie parti si chiama codardo...oppure si è fatto comprare pure lui?Non pensate che un Ministro che dice che e’ lecito usare le armi e’ da a rresto immediato! Un Pdc che aizza la folla davanti a un tribunale sta inneggiando alla sovversione dello Stato non e’ da arresto immediato! Dove dobbiamo arrivare perche’ ci si renda conto che non c’e’ piu’ ne tempo per discutere ne spazio per poter manovrare cambiamenti nella legalita’?Berlusconi andrebbe arrestato solo per aver incitato in tutti questi anni all’ilegalita’. E’ necessario arrivare al gesto violento di qualcuno per innescare la miccia? Credo sia un gioco molto pericoloso,potrebbe veramente finire in una guerra civile  seguo l’evolversi delle cose  il malumore e il sarcasmo oramai hanno lasciato il posto alla rabbia e all’insofferenza, ognuno per i suoi motivi,nucleare,immigrati,precari, studenti e potrei continuare all’infinito, ma tutti comunque arrivati al limite. Solo un’azione forte da parte del Capo dello Stato puo’ in questo momento riportare stabilita’ ma se questo non avvenisse allora temo che quando scoppiera’ la rabbia della gente, e stai certo che non manca molto, poi saranno veramente dolori per tutti.


Per concludere è giusto chiedersi anche quali sono le NOSTRE responsabilità,del fatto che un piazzista, un arrogante e scaltro scaltro venditore di fumo,ci governi più o meno ininterrottamente da 17 anni. Siamo così sicuri che la forza di Berlusconi,oltreché economica,non sia (e sia stata) rappresentata dalla contrapposta debolezza dello schieramento opposto,dall’improponibilità e stupida litigiosità interna di politici senza spessore che,chiamati ad opporsi con vera passione e determinazione a questo individuo, a questo partito-burla, non hanno fatto altro che tenerlo in vita senza far nulla di concreto per schiacciarlo ed eliminarlo?Eppure sarebbe stato così facile quando c’erano i numeri e le possibilità, di sancire una legge adeguata sul conflitto di interessi che avrebbe messo Berlusconi sostanzialmente con le spalle al muro.Vero Prodi vero D'Alema?Mi chiedo: perché il nano maledetto, quando gli è necessario per stroncare gli avversari, confeziona regolarmente le sue leggi ad personam (l’ultima ieri) appoggiandosi alla propria maggioranza parlamentare, mentre i nostri rappresentanti,ogni volta che hanno avuto la stessa chance nei suoi confronti, hanno voltato la testa dall’altra parte,traccheggiando!!!Quanta nostalgia di Berlinguer della vera sinistra.. Con quella Berlusconi non sarebbe mai arrivato a questo!!! Mai!!!

Lettera aperta al Presidente della Repubblica 11 Aprile 2011
Signor Presidente,lei non può certo conoscere i nostri nomi: siamo dei cittadini fra tanti di quell'unità nazionale che lei rappresenta.Ma, signor Presidente, siamo anche dei "ragazzi di Barbiana". Benché nonni ci portiamo dietro il privilegio e la responsabilità di essere cresciuti in quella singolare scuola, creata da don Lorenzo Milani, che si poneva lo scopo di fare di noi dei "cittadini sovrani". Alcuni di noi hanno anche avuto l'ulteriore privilegio di partecipare alla scrittura di quella Lettera a una professoressa che da 44 anni mette in discussione la scuola italiana e scuote tante coscienze non soltanto fra gli addetti ai lavori.Il degrado morale e politico che sta investendo l'Italia ci riporta indietro nel tempo, al giorno in cui un amico, salito a Barbiana, ci portò il comunicato dei cappellani militari che denigrava gli obiettori di coscienza. Trovandolo falso e offensivo, don Milani, priore e maestro, decise di rispondere per insegnarci come si reagisce di fronte al sopruso. Più tardi, nella Lettera ai giudici, giunse a dire che il diritto - dovere alla partecipazione deve sapersi spingere fino alla disobbedienza: “In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla.


Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando avallano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.
Questo invito riecheggia nelle nostre orecchie, perché stiamo assistendo ad un uso costante della legge per difendere l'interesse di pochi, addirittura di uno solo, contro l'interesse di tutti. Ci riferiamo all’attuale Presidente del Consiglio che in nome dei propri guai giudiziari punta a demolire la magistratura e non si fa scrupolo a buttare alle ortiche migliaia di processi pur di evitare i suoi.In una democrazia sana, l'interesse di una sola persona, per quanto investita di responsabilità pubblica, non potrebbe mai prevalere sull'interesse collettivo e tutte le sue velleità si infrangerebbero contro il muro di rettitudine contrapposto dalle istituzioni dello stato che non cederebbero a compromesso. Ma l'Italia non è più un paese integro: il Presidente del Consiglio controlla la stragrande maggioranza dei mezzi radiofonici e televisivi, sia pubblici che privati, e li usa come portavoce personale contro la magistratura. Ma soprattutto con varie riforme ha trasformato il Parlamento in un fortino occupato da cortigiani pronti a fare di tutto per salvaguardare la sua impunità.Quando l'istituzione principe della rappresentanza popolare si trasforma in ufficio a difesa del Presidente del Consiglio siamo già molto avanti nel processo di decomposizione della democrazia e tutti abbiamo l'obbligo di fare qualcosa per arrestarne l'avanzata.Come cittadini che possono esercitare solo il potere del voto, sentiamo di non poter fare molto di più che gridare il nostro sdegno ogni volta che assistiamo a uno strappo. Per questo ci rivolgiamo a lei, che è il custode supremo della Costituzione e della dignità del nostro paese, per chiederle di dire in un suo messaggio, come la Costituzione le consente, chiare parole di condanna per lo stato di fatto che si è venuto a creare.

Ma soprattutto le chiediamo di fare trionfare la sostanza sopra la forma, facendo obiezione di coscienza ogni volta che è chiamato a promulgare leggi che insultano nei fatti lo spirito della Costituzione. Lungo la storia altri re e altri presidenti si sono trovati di fronte alla difficile scelta: privilegiare gli obblighi di procedura formale oppure difendere valori sostanziali. E quando hanno scelto la prima via si sono resi complici di dittature, guerre, ingiustizie, repressioni, discriminazioni.Il rischio che oggi corriamo è lo strangolamento della democrazia, con gli strumenti stessi della democrazia. Un lento declino verso l'autoritarismo che al colmo dell'insulto si definisce democratico: questa è l'eredità che rischiamo di lasciare ai nostri figli. Solo lo spirito milaniano potrà salvarci, chiedendo ad ognuno di assumersi le proprie responsabilità anche a costo di infrangere una regola quando il suo rispetto formale porta a offendere nella sostanza i diritti di tutti. Signor Presidente, lasci che lo spirito di don Milani interpelli anche lei.Nel ringraziarla per averci ascoltati, le porgiamo i più cordiali saluti
Francesco Gesualdi, Adele Corradi, Nevio Santini, Fabio Fabbiani, Guido Carotti, Mileno Fabbiani, Nello Baglioni, Franco Buti, Silvano Salimbeni, Enrico Zagli, Edoardo Martinelli, Aldo Bozzolini
Per sottoscrivere: letteranapolitano@altreconomia.it

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