14 apr 2011

ALEKSANDR SERGEEVIČ PUŠKIN "Ricordo il magico istante"

Ricordo il magico istante:
Davanti m’eri apparsa tu,
Come fuggevole visione,
Genio di limpida beltà.
Nei disperati miei tormenti,
Nel chiasso delle vanità,
Tenera udivo la tua voce,
Sognavo i cari lineamenti.
Anni trascorsero. Bufere
Gli antichi sogni poi travolsero,
Scordai la tenera tua voce,
I tuoi sublimi lineamenti.
E in silenzio passavo i giorni
Recluso nel vuoto grigiore,
Senza più fede e ispirazione,
Senza lacrime, nè vita e amore.
Tornata è l’anima al risveglio:
E ancora mi sei apparsa tu,
Come fuggevole visione,
Genio di limpida beltà.
E nell’ebbrezza batte il cuore
E tutto in me risorge già -
E la fede e l’ispirazione
E  vita e lacrime e amore.
Aleksandr Sergeevic Puskin nacque a Mosca nel 1799 da una famiglia di piccola (ma antichissima) nobiltà. Crebbe in un ambiente favorevole alla letteratura: lo zio paterno Vasilij era un poeta, il padre si dilettava di poesia e frequentava letterati di primo piano come Karamzin e Zukovskij. Una casa ricca di libri, soprattutto francesi, che stimolarono le sue precoci letture, ma povero anche di affetti.Nell'infanzia e nell'adolescenza restò affidato, secondo l'uso del tempo, alle cure di precettori francesi e tedeschi, e soprattutto a quelle della 'njanja' Arina Rodionovna, che gli raccontava le altiche fiabe popolari.Un ambiente sostitutivo della famiglia Puskin lo trovò nel 1812-1817 al liceo di CarskoeSelo. Uscito dal liceo, ottenne un impiego al ministero degli esteri e partecipò intensamente alla vita mondana e letteraria della capitale. A causa di alcuni componimenti 'rivoluzionari' fu confinato nella lontana Ekaterinoslav. Qui si ammalò . Fu ospite della famiglia Raevskij. Seguì poi i Raevskij in un viaggio in Crimea e nel Caucaso, ma alla fine del 1820 dovette raggiungere la nuova sede di Kisinλ v [Moldavia]. Vi restò fino al 1823, quando ottenne il trasferimento a Odessa. A Odessa visse una vita meno monotona, con due amori: per la dalmata Amalia Riznic, e per la moglie del governatore locale, il conte Voroncov.Nel 1823, per l'intercettazione di una sua lettera in cui esprimeva idee favorevoli all'ateismo, fu licenziato dalla burocrazia imperiale, e costretto a vivere nella tenuta familiare di Michajlovskoe, vicino Pskov. Il forzato isolamento non gli impedì di partecipare alla rivolta decabrista del 1825.Nel 1826 il nuovo zar Nicola II lo chiamò a Mosca per offrirgli una occasione di "ravvedimento". Il "perdono" era in realtà una sorveglianza ancora più diretta e paralizzante. L'essere sceso a compromesso con il potere gli alienò per di più l'entusiasmo dei giovani.Nel 1830 Puskin sposò la bellissima Natal'ja Goncarova, che gli diede quattro figli ma anche molti dispiaceri per la condotta frivola che alimentava i pettegolezzi di corte. In seguito a uno di questi pettegolezzi, Puskin sfidò a duello il 27 gennaio 1837 il barone francese Georges D'Anthòs, a Pietroburgo. Ferito a morte, Puskin spirò due giorni dopo. Puskin si era formato su diverse fonti letterarie e filosofiche; in campo filosofico egli aveva letto Voltaire e gli illuministi francesi, in letteratura conosceva sia la poesia francese sia quella romantica. Verso la fine della sua vita Puskin fu ritenuto uno scrittore fuori moda. Solo sul finire dellOttocento, e grazie anche al notevole apprezzamento di Dostojevskij, Puskin cominci ad essere considerato uno dei maggiori autori della letteratura mondiale

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