14 apr 2011

Eduardo De Filippo "Io vulesse truvà pace"

Io vulesse truvà pace;
ma na pace senza morte.
Una, mmieze'a tanta porte,
s'arapesse pè campà!
S'arapesse na matina,
na matin' 'e primavera,
e arrivasse fin' 'a sera
senza dì: "nzerràte llà!"
Senza sentere cchiù 'a ggente
ca te dice:"io faccio...,io dico",
senza sentere l'amico
ca te vene a cunziglià.
Senza senter' 'a famiglia
ca te dice: "Ma ch' 'e fatto?"
Senza scennere cchiù a patto
c' 'a cuscienza e 'a dignità.
Senza leggere 'o giurnale...
'a nutizia impressionante,
ch'è nu guaio pè tutte quante
e nun tiene che ce fà.
Senza sentere 'o duttore
ca te spiega a malatia...
'a ricett' in farmacia...
l'onorario ch' 'e 'a pavà.
Senza sentere stu core
ca te parla 'e Cuncettina,
Rita, Brigida, Nannina...
Chesta sì...Chell'ata no.
Pecchè, insomma, si vuò pace
e nun sentere cchiù niente,
'e 'a sperà ca sulamente
ven' 'a morte a te piglià?
Io vulesse truvà pace
ma na pace senza morte.
Una, mmiez' 'a tanta porte
s'arapesse pè campà!
S'arapesse na matina,
na matin' 'e primavera,
e arrivasse fin' 'a sera
senza dì: "nzerràte llà!"


Eduardo De Filippo nacque il 24 maggio 1900 a Napoli, in via Giovanni Bausan, da Luisa De Filippo e da Eduardo Scarpetta. Al pari dei fratelli cominciò ben presto a calcare le tavole del palcoscenico: il suo debutto avvenne alla verde età di quattro anni al teatro Valle di Roma, nel coro della rappresentazione di una operetta scritta dal padre. Dopo quella prima breve esperienza prese parte ad altre rappresentazioni sia come comparsa, sia rivestendo altre piccole parti. A soli undici anni, per il suo carattere un po' turbolento e per la scarsa propensione agli studi, venne messo nel collegio Chierchia di Napoli. Ma ciò non servì a farlo riappacificare con le istituzioni scolastiche, per cui solo due anni dopo, quando era al ginnasio, interruppe gli studi. Continuò la sua istruzione sotto la guida del padre Eduardo che lo costringeva per due ore al giorno a leggere e ricopiare testi teatrali non disdegnando, quando capitava l'occasione, di prendere parte a lavori teatrali nei quali dimostrava una innata bravura, in modo particolare per il repertorio farsesco.All'età di quattordici anni entrò nella compagnia di Vincenzo Scarpetta, nella quale recitò ininterrottamente per circa otto anni. In questa compagnia teatrale Eduardo fece di tutto, a cominciare dal servo di scena, all'attrezzista, al suggeritore, al trovarobe, fino a quando nel 1920 non s'impose per le sue doti recitative nei ruoli di comico primario e per la sua spiccata propensione all'inventiva. E' datato 1920 il suo primo atto unico pubblicato: "Farmacia di turno". Il suo impegno artistico era tale e tanto che anche durante il servizio militare Eduardo, nelle ore libere, si recava in teatro a recitare.Finito il servizio militare nel 1922 Eduardo De Filippo lasciò la compagnia di Vincenzo Scarpetta passando a quella di Francesco Corbinci, con il quale esordì al teatro Partenope di via Foria a Napoli con Surriento gentile di Enzo Lucio Murolo; fu in questo lavoro che Eduardo si cimentò per la prima volta in una regia impegnata.Nel 1922 scrisse e diresse un altro suo lavoro teatrale, "Uomo e galantuomo". Lasciata la compagnia di Francesco Corbinci ritornò nella compagnia di Vincenzo Scarpetta nella quale rimase fino al 1930. In questo periodo conobbe e sposò Doroty Pennington una americana in vacanza in Italia e recitò anche in altre compagnie come quella di Michele Galdieri e di Cariniù Falconi; nel 1929 con lo pseudonimo di Tricot scrisse l'atto unico "Sik Sik l'artefice magico". Nel 1931 con la sorella Titina ed il fratello Peppino formò la compagnia del Teatro Umoristico, debuttando al teatro Kursaal il 25 dicembre con il capolavoro "Natale in casa Cupiello" che all'epoca era solo un atto unico. Rimase a capo di questa compagnia fino al 1944 riscuotendo ovunque successi e consensi..Nel 1945, scrive "Napoli milionaria" e rompe definitivamente il rapporto artistico con Peppino; per cui la loro Compagnia si scioglie. Così Eduardo dà vita alla "Compagnia di Eduardo", che rappresenta nel 1946 "Questi fantasmi" e di lì a poco, con esiti trionfali, "Filumena Marturano", destinato a divenir cavallo di battaglia della grande Titina.Da qui è sempre un crescendo con altri capolavori come: "Le bugie con le gambe lunghe" (1947), "La grande magia" (1948), "Le voci di dentro" (1948), "La paura numero uno" (1951) che vanno ad arricchire un repertorio sempre più fuori dell'ordinario, contemporaneamente al cinema gira "Assunta Spina" (1948, di M. Mattoli), "Napoli milionaria" (1950), "Filumena Marturano" (1951), "L'oro di Napoli" (1954, di V. De Sica), "Fantasmi a Roma" (1960, di A. Pietrangeli).Grande soddisfazione Eduardo l'ha nel 1958, quando viene rappresentata a Mosca, con la regia di R. Simonov, "Filumena Marturano" e, nel 1962, "Il sindaco del rione Sanità". Nel 1964, scrive "L'arte della commedia", paragonata a "L'impromptu" di Molière; Il 1973 è un altro anno di grandi soddisfazioni: mette in scena "Gli esami non finiscono mai" e viene rappresentata "Sabato, domenica e lunedì", con la regia di Franco Zeffirelli all'Old Vic di Londra con l'interpretazione di Laurence Olivier.A coronamento della sua incredibile carriera nel novembre del 1980, gli viene conferita la laurea in lettere honoris causa dall'Università di Roma e viene nominato senatore a vita nel 1981. Eduardo De Filippo muore il 31 ottobre 1984 nella clinica romana Villa Stuart dove era stato ricoverato pochi giorni prima. La sua eredità artistica è stata portata avanti degnamente dal figlio Luca.

Nessun commento: