4 gen 2011

Amico fragile... De andrè

Stasera la cara Vanessa mi ha fatto ricordare l'album tributo a De Andrè del 2003 "Amico fragile" per la precisione le tracce dell'album sono riprese dal concerto del 2000 a Genova...e quella sera salirono sul palco i più grandi della musica italiana,da Battiato a Celentano,Fiorella mannoia,Vecchioni e tanti altri tra cui Vasco Rossi che interpreto proprio "Anima Fragile" una delle canzoni che Faber adorava di più,e da cui prende il nome l'intera opera tributo...Faber l'ha scrisse durante una sua   vacanza in Sardegna canzone completamente autobiografica alla quale come dicevo Fabrizio è sempre stato molto attaccato,riproponendola in tutti i suoi concerti,con un arrangiamento a volte leggermente modificato ed il finale che diventa spesso: "per raggiungere un posto che si chiamasse / Anarchia" invece dell'originale "Arrivederci". Nacque in un momento di rabbia e di  come dicevo di alcol, dopo una serata in compagnia di persone con le quali avrebbe voluto discutere di ciò che stava succedendo in Italia in quel periodo; in particolare le dichiarazioni di Paolo VI sull'esistenza del diavolo e sugli esorcismi. La gente insisteva perché lui suonasse anche quella sera; così, evaporato in una nuvola rossa, se ne andò a rintanarsi dove non poteva essere disturbato e compose questa canzone in una sola notte. È la riflessione sulla fragilità dei rapporti umani, ma, nello stesso tempo, sulla necessità di averne e quindi sul senso di vuoto che nasce quando questi vengono meno o restano superficiali. Il risultato è una dichiarazione di amore-odio di un borghese pentito alla propria gente.Si sentiva come se avesse perso di vista i suoi ideali (l'anarchia), si ritrovò contornato da persone ipocrite, i "borghesi" che aveva sempre criticato.Poi si aggiungono i problemi familiari (il divorzio) e la dipendenza dall'alcool (che supererà dopo la morte del padre).

Lo stesso De Andrè raccontava:
Amico fragile è nata così: quando ero ancora con la mia prima moglie, fui invitato una sera a Portobello di Gallura, dove m'ero fatto una casa nel '69, in uno di questi ghetti della costa nord sarda: d'estate arrivavano tutti, romani, milanesi... in questo parco residenziale, e m'invitavano la sera che per me finiva sempre col chiudersi puntualmente con la chitarra in mano. Una sera ho tentato di dire: "Perché piuttosto non parliamo di...". Era il periodo, ricordo, che Paolo VI se n'era venuto fuori con la faccenda - ripresa poi mi pare da quest'altro qui, della stessa pasta - degli esorcismi. Insomma dico: "Parliamo un po' di quello che sta succedendo in Italia..."; nemmeno per sogno, io dovevo suonare. Allora mi sono proprio rotto i coglioni, mi sono ubriacato sconciamente, ho insultato tutti, me ne sono tornato a casa e ho scritto Amico fragile. L'ho scritta da sbronzo, in un'unica notte. Ricordo che erano circa le otto del mattino, mia moglie mi cercava, non mi trovava né a letto né da nessun'altra parte: c'era infatti una specie di buco a casa nostra, che era poi una dispensa priva anche di mobili, dove m'ero rifugiato e mi hanno trovato lì che stavo finendo proprio questa canzone.

Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi "
per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo":
per osservarvi affittare un chilo d'era
ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
senza rimpiangere la mia credulità:
perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voi,
ero molto più curioso di voi.
E poi sorpreso dai vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta."
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.
E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi.
Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a farle spalancarsi la bocca.
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me.
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo.
Potevo chiedere come si chiama il vostro cane
Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.
E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.





2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro signor De Andrè,
quando lei definì "Amico fragile" la canzone più importante, quella che più mi appartiene.. Un pezzo di vita mia..
La capisco benissimo. Per la storia che c'è stata "dietro" a questa canzone.
Io non sono nessuno. Una persona qualunque, come mille altre.. Nessuno mi chiederà di "cantare", come hanno fatto con lei.
Ma, come lei, anche io ho avuto conoscenze (anzi, credevo amici..)borghesi.
Quindi so cosa vuol dire, stare insieme a persone che parlano di cose futili mentre tu vorresti "parlare" della situazione politica dell'Italia.. O di tante altre cose che "loro" vedono così diversamente da te..
Per quanto mi riguarda ci sono state tre fasi:
nella prima "soffrivo in silenzio".
Nella seconda "dicevo la mia" e nascevano educate, ibride discussioni senza fine..("E ANCORA UCCISA DALLA VOSTRA CORTESIA..)
Nella terza (l'attuale) ho iniziato ad evitare i miei "amici- borghesi..
Vede signor De Andrè, io non credo che "loro" siano cattive persone.. Solamente persone vuote.. Anzi, "vuoti a perdere"!
Mi scusi dello sfogo e grazie di cuore, per averci lasciato in eredità le sue bellissime "poesie musicali" che tanto ci hanno insegnato; e a cui attingiamo in questo periodo buio dell' Italia..
Vanessa.


Grazie Emanuel.(Per fortuna ora come amici ho gli operai di pensiero..!)

ANAM ha detto...

Ciao vice presidentessa!!!
ma quanto adoro leggere le tue riflessione...
Sai mi ritrovo in ogni tua singola parole,come se tu avessi letto nel mio pensiero..le tue esperienze,le fasi che hai citato,pensando bene sono le stesse che ho provato io..forse tutti!!! Quante volte solo per l'amicizia di qualcuno ti trovi a fare cose che sono lontane dal tuo modo di pensare e allora soffri in silenzio,magari ascoltando cose che sono lontane dalla tua concezione di vita...A quel punto ti chiedi:ma cosa ci faccio io qui?non sono come loro?com'è possibile che ha amici così?E in quel momento ti passano tante domande,fino a quanto non riesci a capire...che sei fuori dalla tua strada,il tuo cammino di vita,che quelli non sono veri amici ...e anche se dentro di te non lo vuoi ammettere il tempo dirà così!!!!Io ho ritrovato la mia strada... grazie anche agli oprai di pensiero.... un bacio dolce amica