9 nov 2010

Vieni via con me... La Tv che vorrei!!!!!

Ascolti record per "Vieni via con me" leggo da Repubblica: il più programma più visto su Raitre negli ultimi 10 anni!!! ha raggiunto il 25.48 per cento di share,7.622.677 telespettatori con un totale di 18.019.000  contatti e una permanenza record del 42.30 per cento.Su Canale 5 la puntata del Grande Fratello è stata seguita da 4 milioni 850 mila telespettatori pari al 20 per cento di share.... Cosa aggiungere?...Finalmente un programma che merita i nostri soldi. Finalmente posso dire che la televisione può far bene. Finalmente posso dire che c'è ancora chi non si fa piegare dalla "macchina del fango".Finalmente posso dire di esser contento di aver guardato per un'intera serata la televisione.E allora come dico spesso a tutti quelli che si rifiutano di vedere la Tv,non bisogna snobbatarla,la tv dobbiamo vederla magari  pretendendo che offra sempre piu' spesso trasmissioni che facciano davvero un servizio utile,nel caso della Rai che è la televisione di tutti,anche servizio pubblico.

In un paese normale un direttore generale come Masi dopo questa sconfitta avrebbe dovuto rassegnato le proprie dimissioni.Lui che dovrebbe fare ponti d'oro a Fazio e Saviano e vergognarsi della figura miserabile fatta con i compensi ( non pagati ) a Benigni e Abbado. Il lavoro si paga, e il direttore Masi essendo lautamente stipendiato (anche) col denaro pubblico dovrebbe essere piu' rispettoso nei confronti di chi i suoi soldi se li guadagna onestamente.

Roberto Benigni, un artista che il mondo c'invidia, ha vinto persino un Oscar, forse si sarà spacciato per un nipote di b., e gli americani creduloni se la sono bevuta, che ne sappiamo noi? Saviano invece ha scritto un libro che è "solo" il piu' tradotto al mondo, purtroppo tratta un argomento insignificante qual è la criminalità organizzata, un tema che non interessa troppo quegl'italiani che preferiscono identificarsi e invidiare gli squallidi e criminali personaggi di cricche e associazioni eversive perché purtroppo ci hanno abituati che quello di andare oltre la legge è l'unico modo per guadagnarsi un posto al sole e alla fine qualcuno, tanti, troppi, ci hanno creduto....Claudio Abbado che invece è, guarda il caso, uno dei direttori d'orchestra piu' prestigiosi al mondo, ci ha ricordato quanto sia importante e vitale la cultura e quanto è triste la vita di chi non si commuove o gioisce mentre guarda un quadro, ascolta una bella musica, legge un libro e assiste ad un capolavoro teatrale, cinematografico, e quanto è squallida la vita di chi non si è mai sentito orgoglioso che anche grazie a persone come Benigni, Saviano e Abbado questo paese fa un po' meno schifo .

IL MONOLOGO DI BENIGNI:




La Tv del Paese reale
Di Oliviero Diliberto
La televisione italiana in questi anni ci ha abituato al peggio, dalla spicciola propaganda di regime, alla bieca speculazione sui sentimenti, ai processi penali celebrati negli studi televisivi. Ed è proprio attraverso il tubo catodico che negli ultimi venti anni si è formato il senso comune dominante nel Paese, che ha eletto l'egoismo sociale a regola di vita ed ha progressivamente cancellato, nella finzione che diventa modello, la realtà vissuta da milioni di italiani in carne ed ossa.Ieri sera, nel programma 'Vieni via con me', c'è stata la rappresentazione plastica che un'altra televisione è possibile, che racconta il Paese reale, dal dramma della precarietà e della discriminazione del diverso, alla lotta, quella reale e quotidiana, alla camorra e alla malavita organizzata, che riconosce il valore della cultura e dei saperi come centrali non solo per lo sviluppo economico del Paese ma anche per l'emancipazione completa di cittadini consapevoli. In questo senso, credo che le parole di Abbado debbano diventare il tema cardine intorno al quale costruire l'alternativa. Gli ascolti record ci dicono inequivocabilmente che c'è un'Italia stufa di Berlusconi e del berlusconismo, che non vede l'ora di voltare definitivamente pagina. Ora sta alla politica, ai partiti, alle associazioni, ai sindacati raccogliere questo messaggio di speranza e trasformarlo in un progetto organico per cambiare l'Italia. Noi, con i nostri mezzi, pochi purtroppo, lavoreremo decisamente a questa prospettiva.





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