31 ott 2010

Claudio Lolli....Aspettando Godot

In queste settimane ascoltando Fabio Volo a radio Deejey  ho avuto modo di ricordare questo pezzo di Claudio Lolli  presa proprio da  Fabio come sigla del suo programma "Aspettando Volot", per essere precisi la canzone si rifà all' omonima tragicommedia di Samuel Beckett "Aspettando Godot".
Per quanto riguarda il pezzo è quello che da il titolo anche a un suo meraviglioso(sublime) album,e che tratta temi assai diversi, ma sapendoli legare tra loro e comunicando a chi ascolta sensazioni sempre incentrate su almeno due valori eterni: la centralità dell'Uomo - non solo in campo sociale - e l'apparente tristezza dell'esistenza. Dico "apparente" perché il messaggio non è, comunque, mai di rassegnazione e di abbandono, ma è sempre pur "senza allegria" di necessità della lotta e di speranza!!!!

Aspettando Godot nella canzone Lolli parla in prima persona ( Non per questo ne è protagonista ), ed è un uomo medio, sposato con figli ecc...Ma in realtà egli non ha mai pienamente vissuto,da quando è nato,nell' adolescenza fino alla vecchiaia non ha mai agito aspettando Godot, aspettando il momento giusto, un coraggio che non ha, o qualcuno che non sia lui...In pratica Godot è l'eterna attesa dell' uomo, viviamo sempre in attesa di qualcosa o di qualcuno e rimandiamo sempre le cose, senza renderci conto che il tempo passa, e per certe cosa "Bisogna saper scegliere il tempo".


"Borghesia"
Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
Sei contenta se un ladro muore se si arresta una puttana
se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana.
Sei soddisfatta dei danni altrui tieni stretti i denari tuoi
assillata dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento.
E la domenica vestita a festa con i capi famiglia in testa
ti raduni nelle tue Chiese in ogni città, in ogni paese.
Presti ascolto all'omelia rinunciando all'osteria
cosi grigia così per bene, ti porti a spasso le tue catene.
Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
Godi quando gli anormali son trattati da criminali
chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e intellettuali.
Ami ordine e disciplina, adori la tua Polizia
tranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare.
Sai rubare con discrezione meschinità e moderazione
alterando bilanci e conti fatture e bolle di commissione.
Sai mentire con cortesia con cinismo e vigliaccheria
hai fatto dell'ipocrisia la tua formula di poesia.
Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
Non sopporti chi fa l'amore più di una volta alla settimana
chi lo fa per più di due ore, chi lo fa in maniera strana.
Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista
oppure un figlio non commerciante, o peggio ancora uno comunista.
Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto
sempre lì fissa a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto.
Sempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossa
sempre pronta a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani.
Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia
per piccina che tu sia il vento un giorno ti spazzerà via.

"Michel" è una delle canzoni sull’amicizia scritte da Lolli, mentre il tema ecologico riaffiora in “L’isola verde” e in  "Angoscia metropolitana"


Il tempo dell'illusione
Il Tempo Dell'Illusione"; questa traccia parla della vita divisa tra fasi, differenziando un'esistenza molto pesante e piena di frustrazione e sconfitte, l'illusione di una vita perfetta
"Quelli come noi"
una canzone autobiografica che parla di com'e' e di come si sente Lolli nei confronti del resto della gente: lui e' un artista, e' un uomo dedito alla musica con valori abbastanza nobili come l'amicizia ma anche un uomo incompreso, e dalla canzone lo si evince in modo particolare da una frase:
Quelli come noi che non valgono niente
quelli come noi che non gli si darebbe un soldo
Invece, quelli come noi diciamo che valgono molto
e basterà che un giorno trovino un po' di forza
 e aiuteranno gli altri a dare un calcio al mondo
e prenderanno a pugni il Re e lo Stato
 calpesteranno il dio per cui ogni libertà si fa peccato

"Quello che mi resta"
Questa e' forse l'unica canzone d'amore di Lolli, che parla del ricordo di una persona per lui speciale e che continua a vagare nei suoi ricordi e nella sua mente.
"Quanto amore" questa canzone parla della ricerca dell'amore
"Quando La Morte avrà"; mi limito a riportare una frase: "Quando la morte avra' // fatto abbassare gli occhi // che tante volte gia' // mi avevano ferito // con il disprezzo di chi non ha mai chiesto aiuto // e tutto cio' che ha se lo e' costruito".
DUE PAROLE SULL'OPERA DI BECKETT
L'opera di Beckett  è stata scritta verso la fine degli anni quaranta e pubblicata nel 1952.. Aspettando Godot è uno dei più noti testi teatrali del novecento parlarne, dunque, è molto difficile.Pressoché impossibile dire qualcosa di nuovo,considerata la quantità di pagine critiche e autorevoli che sono già state prodotte intorno a questa opera..E quindi  posso solo fare una sintesi su quello che so...Prima cosa voglio precisare che non ho visto la rappresentazione teatrale ma ho letto parecchio tempo fa  il libro dell'opera,e da questa posso dire due parole... leggendo questo libro ci si rende conto quanto si entra a pieno titolo nelll'assurdo, un assurdo globale,a cui non sfugge nessun aspetto,così i luoghi,i personaggi, i dialoghi...niente sembra avere un senso....

Questo godot viene continuamente menzionato;l'attesa è febbrile  ma non arriva mai e i personaggi non sanno nemmeno chi sia,nemmeno perchè lo stanno aspettando neanche il lettore saprà mai chi è godot e se esiste; forse è Dio... forse è il concetto di attesa,forse non è neanche quello e beckett non ha la benchè minima intenzione di venirci incontro chiarendoci le idee(è rimasta celebre la sua risposta alla domanda "chi è godot?  in cui s. beckett si limitò a dire "se avessi saputo chi è godot l'avrei scritto sul copione"!)
Tutto si ripete in modo ciclico,il primo e il secondo atto sono pressocchè identici.... stessi personaggi(vladimiro ed estragone),stessi discorsi,stessi incontri(pozzo e lucky),stessa conclusione("godot verrà domani")... insomma si tratta di una tragicommedia che non vuole dare risposte,ma che lascia spazio solo alle domande.... si tratta di una rivoluzione teatrale: i linguaggi, i tempi,i vari giochi di parole... ogni cosa risponde unicamente al dettame dell'assurdo..... che poi è veramente assurdo? ciò che premeva di più a beckett era sottolineare come nella vita fosse tutto assurdo e allo stesso tempo tutto normale..... cosicchè alla fine questo tipo di teatro non dovrebbe neanche essere considerato teatro dell'assurdo,bensì teatro della realtà.
Così a questo punto non credo che godot sia davvero qualcuno,nè che sia Dio.... più che altro credo che sia ciò che non capiamo; ciò che attendiamo senza capire i motivi da cui siamo spinti... è l'attesa,la lenta speranza che qualcosa sia in serbo per noi

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