18 set 2010

SALVATORE QUASIMODO


Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
Cercavano il miglio gli uccelli
ed erano subito di neve;
cosí le parole:
un po’ di sole, una raggera d’angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d’aria al mattino.

2 commenti:

`·. ̧ ̧.· ́ ́ ̄`··.Giusy·`·. ̧ ̧.· ́ ́ ̄`· ha detto...

Buona sera....
Bellissima adoro Quasimodo...
Questa poesia racchiude un sentimento
molto profondo...delicato...dolce.
Bellissime parole.
Dolce notte e buona domenica.:)

Giusy...

ANAM ha detto...

Ciao cara amica scusa se rispondo adesso però in questo fine sett nn ho avuto tempo per collegarmi...Si questa poesia racchiude un forte sentimento ...
Sai che Wystan Hugh Auden,il grande poeta inglese diceva che la poesia va “letta”,“eseguita”.
Poesia e’ “performance” dunque perche’ fatta non solo di concetti ma anche e forse soprattutto di sensazioni.E quale miglior sensazione della parola e del ritmo che sgorgano con i loro attriti dalla nostra bocca e che attraverso il nervo acustico ritornano al nostro cervello dopo essere vissuti,per un attimo,nel mondo sensoriale?
credo che la poesia bisogna leggerla “ad alta voce” e gustarne il “suono”,il concetto ne seguira’ arricchito... E leggere Quasimodo è un grande arricchimento...buonanotte a presto