14 apr 2012

Evgenij A. Evtushenko "Sono Gagarin, il figlio della terra"

Io sono Gagarin.
Per primo ho volato,
e voi volaste dopo di me.
Sono stato donato
per sempre al cielo, dalla terra,
come il figlio dell’umanità.
In quell’ aprile
i volti delle stelle, che gelavano senza carezze,
coperte di muschio e di ruggine,
si riscaldarono
per le lentiggini rossigne di Smolensk
salite al cielo.
Ma le lentiggini sono tramontate.
Quanto mi è terribile
non restare che un bronzo, che un’ombra,
non poter carezzare né l’erba, né un bambino,
né far scricchiolare il cancelletto d’un giardino.
Da sotto la nera cicatrice del timbro postale
vi sorrido io
con il sorriso ch’è volato via.
Ma osservate bene cartoline e francobolli
e capirete subito:
per l’eternità
io sono in volo.
Mi applaudivano le mani dell’intera umanità.
La gloria tentava di sedurmi,
ma no, non c’è riuscita. 
Sulla terra mi sono schiantato,
quella che per primo ho visto tanto piccola,
e la terra non me l’ha perdonata.
Ma io perdono la terra,
sono figlio suo, in spirito e carne,
e per i secoli prometto
di continuare il mio volo
al di sopra al di sopra dei bombardamenti,
delle tele-radiomenzogne,
che la stringono con le loro volute,
al di sopra delle donnaccole che baldanzosamente
ballano lo streep-tease
per i soldati nel Viet-Nam,
al di sopra della tonsura
del frate
che vorrebbe volare, ma è imbarazzato dalla sottana,
al di sopra della censura
che nella sua tonacaccia, inghiottì in Spagna le ali dei poeti… 
C’è chi
è in volo
nel simun vorticoso di stelle.
C’è chi
si dibatte
nella palude da sé stesso voluta.
Uomini, o uomini
ingenui spacconi,
pensate: non vi fa paura
 lzarvi dal Capo che porta il nome dell’uomo che avete ucciso?
Vergognatevi di questo baccano da mercato!
Voi siete gelosi,
rapaci,
vendicativi.
Come potete cadere tanto in basso se volate tanto in alto?! 
Io sono Gagarin, figlio della Terra,
figlio dell’umanità:
sono russo, greco e bulgaro,
australiano e finlandese. 
Vi incarno tutti
col mio slancio verso i cieli.
Il mio nome è casuale,
ma io non sono stato per caso. 
Mentre la terra s’insozzava
di vanità e di peccato,
il mio nome cambiava,
ma l’anima no. 
Mi chiamavano Icaro.
Giacqui nella polvere, nella cenere.
Mi aveva spinto verso il sole
il buio della terra. 
La cera si sciolse, spargendosi qua e là.
Caddi senza salvezza,
ma un pizzico di sole
rimase stretto nella mia mano. 
Mi chiamarono servo.
La rabbia mi pesava sulla schiena
mentre, ritmando il tempo con le mani e coi piedi,
danzavano sul mio corpo. 
Io caddi sotto le bastonate,
ma, maledicendo la servitù,
mi costruii delle ali coi bastoni
dei miei torturatori!
Ad Odessa fui Utotchkin.
Fece uno scarto il duca,
quando al di sopra dei suoi pantaloncini a piffero
si levò un cavallo volante. 
Sotto il nome di Nesterov
girando sopra la terra,
feci innamorare la luna
col mio giro della morte. 
La morte fischiava sulle ali.
E’ una virtù disprezzarla
e con Gastello imberbe
mi gettai in volo sul nemico. 
E le ali temerarie
ardendo come un rogo, hanno protetto,
voi che foste allora ragazzi,
Aldrin, Collins, Armstrong. 
E, sicuro della speranza
che gli uomini sono un’unica famiglia,
dell’equipaggio di Apollo
invisibile io ero. 
Mangiammo dai tubetti,
avremmo brindato in viaggio
come sull’Elba,
ci abbracciammo sulla Galassia. 
Il lavoro procedeva senza scherzi.
Era in gioco la vita
e con lo stivale di Armstrong
io scesi sulla Luna. 
LA STORIA DI GAGARIN
L'astronauta russo Jurij Alekseevič Gagarin nasce il 9 marzo 1934. Cresciuto in un'azienda collettiva di quelle create in Russia dopo la Rivoluzione, in cui il padre faceva il falegname, vive la tremenda esperienza dell'invasione del suo Paese da parte della Germania. Il padre di Yuri, per contrastare l'avanzata dei nazisti, si arruola nell'esercito, mentre la madre cerca di portare lui e suo fratello maggiore, con l'intento di proteggerli, il più lontano possibile dai conflitti e dalle battaglie.In seguito, nel suo percorso scolastico, attirato dalle materie scientifiche, decide di specializzarsi in qualche settore tecnico, inscrivendosi ad una scuola di stampo professionale in MoscaGli anni di studio sono segnati da difficoltà economiche di vario tipo, tanto che più volte è costretto ad abbandonare la scuola per intraprendere qualche lavoro di tipo manuale e poco qualificato.Mentre è ancora studente inizia ad interessarsi agli aerei e a tutto ciò che è in grado si solcare il cielo, iscrivendosi presto alla locale scuola di volo.Si accorge, e per primi i suoi insegnanti, che è dotato di un vero e proprio talento in questo campo e una volta diplomato nel 1955 entra nell'aviazione sovietica. Anche in mezzo a provetti piloti, appare chiaro che le doti del giovane asso sono sopra la media, tanto che viene sottoposto a test che esulano dai normali standard o a prove altamente specializzate. Non solo: l'aviazione lo sceglie anche per testare nuovi sistemi e apparecchiature di volo. Il passo da lì a desiderare di volare "più in alto" è breve. Si offre infatti volontario per diventare astronauta.Non molto tempo dopo un volo intorno alla Terra di 108 minuti consegnava alla storia come primo uomo nello spazio uno sconosciuto ufficiale di 27 anni dell'aviazione sovietica.
Era il 12 aprile 1961.La sua missione, come la maggior parte delle imprese spaziali sovietiche, non viene preannunciata. Gagarin viene lanciato alle 9:07 - ora di Mosca - dal cosmodromo di Baikonur all'interno dell'astronave "Vostok 1", del peso di 4,7 t.
Entrato regolarmente in orbita, compie un giro attorno alla Terra, raggiungendo una distanza massima di 344km (apogeo) e minima di 190 km (perigeo). Gagarin è stato il primo uomo a sperimentare lo stato di imponderabilità e ad effettuare osservazioni del nostro pianeta dallo spazio esterno.Dopo 78 minuti di volo accese i retrorazzi che frenarono la corsa della "Vostok" e la portarono sulla traiettoria del rientro. I sovietici sostennero che l'astronauta rimase all'interno della capsula, la quale scese dolcemente per mezzo di paracadute sulla terra ferma; secondo fonti americane, invece, l'astronauta fu catapultato a sette mila metri di altezza e discese con un proprio paracadute. L'atterraggio avvenne alle ore 10:55.L'impresa di Gagarin è considerata fondamentale perché dimostra che l'uomo può resistere alle tremende sollecitazioni della partenza e del rientro all'ambiente ostile dello spazio extraterrestre.Dopo Gagarin, primo astronauta della storia e primo uomo che ha portato a compimento un volo spaziale attorno alla Terra, bisognerà attendere vent'anni esatti per vedere lanciato da Cape Canaveral il primo shuttle statunitense.L'exploit di Gagarin è un trionfo per l'Urss. L'America avrebbe recuperato il terreno che la separava dai sovietici, arrivando sulla Luna solo otto anni più tardi.
Il volo nello spazio è stato segnato indelebilmente dalla guerra fredda, e ogni lancio era l'occasione - per una superpotenza o per l'altra - di piantare la propria bandiera. Oggi i giorni del confronto spaziale tra superpotenze sono finiti, e Russia e Stati Uniti lavorano insieme per costruire la stazione spaziale Alpha.Gagarin muore prematuramente a soli trentaquattro anni. Passano solo sette anni dalla sua conquista dello spazio quando il 27 marzo 1968 muore a bordo di un caccia da addestramento. Il caccia, un Mig 15, aveva a bordo anche un pilota collaudatore molto esperto: per ordine del Cremlino, Gagarin non poteva volare da solo (per questioni di sicurezza). Sempre il Cremlino gli aveva impedito anche di ritornare nello spazio: un eroe non doveva morire per qualche incidente. Invece nella più banale delle situazioni Gagarin cadde


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