Oggi vedendo le immagini del mondiale 2006 in tv ho visto gli juventini con la bandiera italiana con il nome di Pessotto e allora la mia mente e' tornata al 27 giugno 2006 quando Gianluca Pessotto,colpito da una grave forma di depressione,si gettò dal tetto della sede della Juventus...Penso a Pessotto,una delle persone più equilibrate e intelligenti che abbia mai visto nel mondo del calcio,e da lui non mi sarei mai aspettato un atto del genere e questo fà riflettere...Gianluca è uno di quei giocatori che quando la squadra vince non lo noti molto ma invece quando la squadra gioca male ti dici subito: già mancava Pessotto a fare da collante.E nei momenti importanti non si è mai tirato indietro: i rigori per la Champions o i mondiali li ha sempre tirati e ha fatto sempre segno.Il suo compito lo faceva sempre bene e sempre con correttezza.C'è mancato proprio poco che il dramma quel giorno nn sfociasse in una tragedia,ma per fortuna è ancora vivo....
La sua avventura deve spronarci ad essere sempre attenti a rimanere in equilibrio perché basta un soffio di vento alle spalle e si cade giù....Tempo fà ho avuto il piacere di Leggere il suo libro "la partita più importante"
una testimonianza che parla al cuore di tutti nn è un libro sul calcio o sulla vita di un calciatore... ma è un libro sulla "Vita" a mio avviso può aiutare altre persone in difficoltà a capire a riflettere a sentirsi meno sole e a raffrontarsi con altri nelle medesime difficoltà.
Quello che racconta è la storia di un duplice risveglio,fisico e spirituale,nel reparto di rianimazione dell'Ospedale Le Molinette, a Torino, dove Pessotto si chiede perché mai fosse lì,ridotto in quelle condizioni.
Lentamente nel libro ricostruisce i motivi per cui,un uomo di successo,una mattina si ritova a salire le scale dell'ultimo piano della sede della juve con un rosario in mano. «Avevo con me un rosario, ho preso dalle tasche il telefonino cellulare, le chiavi della macchina e il computer palmare e ho sistemato il tutto con molta cura sul davanzale, davanti all'abbaino. Non mi ero mai sentito così. Vuoto».
Sentendosi svuotato a seguito di una strisciante depressione, che intonava la sua vita esclusivamente sul colore nero della maglia della Jueventus indossata centinaia di volte, Pessotto decide- come noto- di gettarsi nel vuoto.
Un vuoto, un buio totale,da cui si risveglia solo all'Ospedale dove ricomincia a intravvedere nuovamente la luce e la bellezza della vita. La scorge attraverso il calore della sua famiglia stretta attorno, le cure premurose dei medici, l'amicizia sincera dei giocatori che affranti lo vanno a trovare. Tra tutti lo emoziona Paolo Montero, rientrato in lacrime dall'Uruguay per stare vicino al compagno di squadra di tante partite di calcio nella partita più importante.
Emozioni forti che consentono a Pessotto di recuperare una dimensione più solare, elaborata solo nel corso di una vacanza in Madagascar...
È stata dura, molto. Ora però sento che ciò che prima mi angosciava e deprimeva non può più abbattermi.
LA STORIA SIAMO NOI...
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