27 giu 2012

Figli dell'orizzonte (Erri De Luca)

Non fu il mare a raccoglierci, noi raccogliemmo il mare a braccia aperte.
Il mare non è un fiume che sa il viaggio, è acqua selvatica.
Siamo gli innumerevoli - raddoppia ogni casella di scacchiera -
lastrichiamo di corpi il vostro mare per camminarci sopra;
non potete contarci: se contati aumentiamo,
figli dell'orizzonte che ci rovescia a sacco.
Nessuna polizia può farci prepotenza più di quanto già siamo stati offesi.
Faremo i servi,
i figli che non fate,
le nostre vite
saranno i vostri libri di avventura.
Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino, l'odore che perdeste, l'uguaglianza
che avete sottomesso.
Da qualunque distanza arriveremo
a milioni di passi,
noi siamo i piedi e vi reggiamo il peso.
Spaliamo neve, pettiniamo prati, battiamo polvere, raccogliamo il pomodoro
e l'insulto.
Noi siamo i piedi e conosciamo il suolo passo a passo,
noi siamo il rosso e il nero della terra,
un oltremare di sandali sfondati, il polline e la sabbia nel vento di stasera.
Uno di noi, e per noi tutti, ha detto:
Non vi sbarazzerete di me!
Va bene, muoio, però il terzo giorno
resuscito
e ritorno. 


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