26 gen 2012

27 gennaio "Giornata della Memoria"

La Giornata della memoria è stata istituita il 20 luglio 2000 dal parlamento italiano per aderire alla commemorazione del 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazi-fascismo,dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.La legge n. 211 dice:« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria“, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»
Il 27 gennaio, quindi, rimanda in modo esplicito all'universo nazista e al progetto di sterminio degli ebrei d'Europa,ma indica anche attraverso un'articolazione che fa capo ai "deportati militari e politici italiani nei campi nazisti" la complessità e la spaventosa dimensione che persecuzioni,deportazioni e prigionie assunsero nel corso del secondo conflitto mondiale. La legge inoltre richiama in modo preciso quanti "si sono opposti al progetto di sterminio,a rischio della propria vita": chi ha resistito, dunque, e chi ha lottato per salvare esistenze altrimenti avviate al massacro.Proprio in questo blog come sapete spesso ho dato spazio a questo tema,al punto di dedicare un intera sezione (Shoa)e quindi è sempre facile essere ripetitivi, ma non importa è fondamentale ricordare anche perchè mi rendo conto che il 27 gennaio 1945 giorno data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz molti di noi molti non erano ancora nati,molti di noi addirittura nemmeno sanno dove si trovi Auschwitz e che cosa rappresenti.Alcuni (pochi quelli ancora rimasti che ci possano raccontare) invece si trovavano là,ad attendere quel momento,sperando di vivere ancora un altro giorno,un’altra ora,per poter vedere un soldato che aprisse quel cancello maledetto.Alcuni, tornati a casa, hanno scritto, testimoniato, parlato.Altri invece hanno preferito tacere e ricordare in privato oppure cercare di dimenticare quella tragica esperienza.
Oggi, che la scuola relega la storia moderna in fondo ai programmi, con la conseguenza che i giovani sono sempre più in balia di venti di odio e razzismo,fermiamoci un attiamo.Fermiamoci tutti insieme,ebrei e cristiani,musulmani e buddisti,credenti e non credenti ai milioni di persone perite per la sola colpa di non essere della stessa razza e religione di chi, in quel momento, deteneva il potere.Ascoltiamo il dolce suono del silenzio e dedichiamo un minuto nel nostro frenetico andare, a chi, in quel campo, ha perso tutto: dalla famiglia alla dignità, dalla casa alla vita.Pensiamo per un solo istante di essere là, il 27 Gennaio 1945, accanto al cancello a guardare salire nel cielo l’ultimo fumo del forno crematorio e di scorgere, in quel fumo, l’ultimo saluto di chi ci ha lasciato un’eredità pesante, il compito di non dimenticare.Ricordare per insegnare ciò che è “il male”, perchè non si ripeta ancora nel nuovo secolo e si avverino finalmente le parole scritte in un campo di concentramento, a perenne memoria dell’uomo: MAI PIU’.
I ROM (NEL TEMPO)
Porrajmos significa divoramento e indica la persecuzione e lo sterminio che il Terzo Reich attuò nei confronti di rom e sinti: ne furono uccisi oltre 500.000 durante la seconda guerra mondiale, ma si pensa siano anche molti di più.Questo era il segno che individuava i rom nello Zigeunerlager, il campo degli zingari: un marchio che, come la stella gialla per gli ebrei, rappresentava l’appartenenza ad una razza pericolosa, una minaccia per la sublime razza ariana (sigh!!)I nazisti avevano individuato teoricamente il gene che determinava l’istinto al nomadismo: il wandertrieb. Lo zingaro era predeterminato e la logica conseguenza era l’incorreggibilità del suo comportamento.Pertanto lo zingaro era considerato ladro, truffatore, assassino e nomade per cause genetiche.Numerosi documenti testimoniano la loro deportazione nei vari campi di concentramento, però la documentazione più cospicua riguarda il campo di Auschwitz.
Qui lo Zigeunerlager entrò in funzione alla fine del febbraio 1943 e cessò di esistere ai primi di agosto del 1944, quando tutti coloro che vi erano, fino a quel momento, sopravvissuti, vennero condotti nelle camere a gas.Il primo trasporto vi giunse il 26 febbraio 1943. A partire dai primi di marzo dello stesso anno vennero regolarmente registrati trasporti di zingari dai territori occupati, tanto che in breve tempo risultò superato il limite della capienza: 10mila persone.Gli zingari vennero assimilati, dunque, agli ebrei nella teoria razziale e di conseguenza anche al trattamento: deportazione e soluzione finale. Ma se sul genocidio del popolo ebraico grava il pericolo costante del revisionismo storico, sul genocidio degli zingari grava il pericolo dell’oblio, della dimenticanza più totale.È solo nel 1980 che la Germania riconosce loro la dignità di vittime, affermando che avevano subìto, durante il regime nazista,una persecuzione razziale.È solo nel 1995 che si discute ufficialmente per la prima volta, in un convegno internazionale, del genocidio degli zingari.Perché una tale rimozione? Perché non si vuole ricordare? Le risposte possono essere molte. Forse anche perché, come dicono i miei amici sinti,non esistono documenti,scritti o libri nella tradizione Rom, tutto è affidato alla trasmissione orale e tra i rom sopravvissuti solo pochi hanno voluto raccontare e forse non sempre c’era qualcuno ad ascoltarli.E il ricordo del Porrajmos si affida alle poesie e alle ballate perché la memoria sia sempre viva e il ricordo stampato a fuoco nelle menti e nei cuori.
PORRAJMOS: L'OLOCAUSTO ZINGARO
Hanno calpestato il violino zigano
Hanno calpestato il violino zigano
ne è rimasta della cenere zigana
il fuoco il fumo
si innalzano al cielo
Hanno portato via i zigani
hanno separato i bambini dalle madri
le donne dagli uomini
hanno portato via i zigani
Jasenovac è piena di zigani
legati da pilastri di cemento
da pesanti catene ai piedi e alle mani
nel fango fino alle ginocchia
A Jasenovac è rimasto
il loro ossame per raccontare, eventi disumani
l'alba serena si è alzata
il sole ha riscaldato dei zigani.
"C'era una volta un maledetto re che
voleva far scomparire tutti i Rom perché
avevano un'aria diversa dalla sua e da
quella dei suoi parenti, perché parlavano
in modo che lui non capiva, e questo lo
faceva arrabbiare. Tuttavia, sterminare
degli innocenti all'epoca moderna non è
una bella cosa. Così il re decise di fare
dei Rom dei criminali. Sterminare i
criminali è tutt'altra cosa.. Quel re
si chiamava Hitler-Tuka

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