27 dic 2011

LAVORATORI,RIAPPROPRIAMOCI DEL NOSTRO MONDO!

Un sistema fondato sullo sfruttamento dei lavoratori per l’arricchimento dei padroni è criminale.Non è possibile che un uomo debba essere usato come schiavo per favorire quel profitto che proprio lui crea. Questo sistema chiamato capitalismo o liberismo,rappresenta la vergogna della civiltà.I capitalisti a cui meglio si addice il nome di “padroni” hanno creato il sistema di sfruttamento della popolazione per arricchirsi sulla loro pelle.Un sistema cancerogeno che crea miseria per tutti e arricchimento sfrenato per pochi.Purtroppo le masse vengono tenute all’oscuro che un altro modo di vivere è possibile.Non fa comodo nemmeno ai governi che la popolazione si renda consapevole delle possibilità di cambiamento,ritenendo più conveniente sostenere le caste a cui appartengono.Ma oggi questo sistema è arrivato al capolinea,nonostante con imbrogli e manipolazioni sempre più osceni,si arrivi a costringere i lavoratori a far pagare gli errori commessi dalla troppa avidità e scellerata follia di cui questi esseri sono preda.
Si arriva all’assurdo di strangolare con tasse insostenibili,proprio quei lavoratori vittime della loro avidità,che si ritrovano in miseria o disoccupati perchè le imprese sono state costrette a chiudere,in quanto le banche avevano lapidato ogni risorsa e ora questi poveri cristi si vedono costretti a sostenere i loro carnefici,arrivando addirittura a fargli pagare anche gli interessi sui loro stessi soldi. Eppure in una parte del nostro pianeta la popolazione, dopo essere stata strangolata, è stata capace di dire basta: NUNCA MAS!Per esempio l’ Argentina,mi sento spesso con un amica di Buenus Aires e mi parla di questo paese che anni fa è sprofondato nel baratro dalle banche mondiali,che però è riuscito ad alzarsi in piedi ed è stato capace di cacciarli a calci.Si sono ripresi la propria libertà,gli operai sono ridiventati uomini, il lavoro per le proprie necessità non più per arricchire il mercato.Oggi il pil cresce al 10%, le imprese autogestite sono all’avanguardia per profitti e ne beneficia l’intera comunità .
Per rimanere in tema lavoro,ieri ho letto un pezzo pubblicato da un amico su facebook dove riportatva i dati delle "morti bianche" nel 2011,il numero è impressionante 1100!! ma quello che mi ha colpito è un altro dato,cioè il 15% di questi lavoratori erano "in nero" o già in pensione,a questo punto io non li posso chiamare genericamente "morti sul lavoro" ma ASSASSINII SUL LAVORO perché i lavoratori vengono assassinati dai datori di lavoro assetati di soldi e da uno Stato marcio che tutela questi assassini.Per queste due categorie i lavoratori sono solo merce usa e getta.Quel che fa più schifo di questa gente, è vederli addolorati dinanzi alle telecamere, esattamente come i nazisti nei campi di concentramento,che dopo aver bruciato migliaia di corpi,si commuovevano fino alle lacrime, nell'ascoltare Vagner.Ma non basta,come dicevo prima chiedono proprio a questa "merce" di saldare i loro debiti,di risanare un bilancio disastrato, dopo essersi ingoiato porco e fune. Hanno il coraggio di chiedere sacrifici proprio alle loro vittime.I lavoratori insieme a tutti gli italiani dovrebbero metterselo sotto i piedi questo Stato,non continuare a rispettare chi non ha alcun rispetto per loro.Uno Stato che non fa rispettare e non rispetta il primo articolo della nostra Costituzione, è uno Stato nemico nostro e del nostro paese e andrebbe condannato alla corte marziale. Invece siamo buoni se non addirittura tutti masochisti, visto che sopportiamo ogni e qualsiasi violenza con santa rassegnazione, come fossimo diventati tutti martiri aspiranti agli onori degli altari.
Per concludere una buona notizia,certo molto piccola,di fronte alle tante grandi e brutte che ci arrivano da ogni dove,ma per me molto significativa:il ministero dei beni culturali ha ripristinato lo stanziamento di 50 mila euro al Museo di S.Anna di Stazzema, che era stato abolito dal precedente indegno governo (finanziamento tolto prima da Bondi e poi da Galan). Così il Museo non dovrà chiudere! Non c’era stretta economica o riduzione di spesa che potesse giustificare il taglio di quella miseria di denaro (50mila euro sono la mancia per un portaborse ministeriale, o il regalo alla signora o amante di qualche ministro), togliere quei fondi fu un atto deliberato di quella strategia mirata a umiliare e deprimere le varie forme di cultura del nostro paese e sopratutto di un governo con rappresentanti fascisti pronti a cancellare la storia dell'Antifascismo...
Ricordo di aver letto che Pertini, inaugurando quel piccolo,ma significativo museo, disse: “questo è un museo per la memoria ma anche una scuola di formazione alla pace e alla vita democratica per le nuove generazioni”. Ringrazio il governo Monti(per la prima volta) per esser conscio di ciò ed aver invertito la pericolosa tendenza dei suoi predecessori: Sulla cultura e sulla  nostra storia non si può risparmiare,ma si deve anzi investire, e ogni investimento ritornerà indietro raddoppiato! (con la cultura si mangia, si cresce, si prospera!)
Caro amico Giorgio Bocca
una vita insieme alla tua fantasia(E. SCALFARI)
È STATA l'ultima volta che l'ho visto, era il 6 dicembre scorso, le 11 del mattino e lui stava seduto alla sua scrivania, pallidissimo, il volto scavato con le ossa della fronte, degli zigomi e delle mascelle coperte dalla pelle e gli occhi fissi davanti a sé che guardavano il vuoto. Gli chiesi se avesse dolore in qualche parte del corpo, rispose "No, nessun dolore". "Questo è un buon segno - gli dissi mentendo - ma come ti senti?", mi guardava senza alcuna espressione, poi la bocca accennò un sorriso. La risposta fu "non ci sono". La moglie Silvia si era seduta accanto a lui, gli carezzò lievemente la guancia e quasi per cambiar discorso disse: "Per pranzo gli ho preparato la luganiga, gli piacciono quelle salsicce cotte nel vino". "Ma le può mangiare?", "Le assaggia".Gli domandai se leggeva i giornali. Rispose: "Non c'è niente da leggere". Insistei: "La politica ti interessa sempre?". Rispose: "Non c'è politica". Poi fu lui a chiedermi: "Tu come fai a scrivere ancora?". Risposi che il mestiere, se lo hai imparato fin da ragazzo, è lui che ti porta sulle spalle e tu vai avanti senza fatica. Lui commentò "per me il mestiere non c'è più, se n'è andato prima di me ma l'attesa ormai sarà breve". Poi si voltò verso Silvia e lei mi disse che era stanco. Mi alzai, andai verso di lui e ci baciammo. "Tornerò presto".
Non mi troverai, non venire, sarebbe inutile".Sono uscito con una grande tristezza in cuore. Ora l'amica del destino è arrivata all'appuntamento e ha portato via la sua spoglia ma l'anima se n'era già andata e lui me l'aveva detto: non ci sono più. Per quanto mi riguarda continuerà a vivere finché vivrò. La memoria serve anche a questo: tiene vive le persone che ci sono state compagne di vita, di pensiero, di progetti e con le quali abbiamo discusso, litigato, gioito, sperato. Giorgio è stato un grande giornalista, un grande cronista e un grande scrittore. Non era un letterato ma uno scrittore sì, dei vezzi letterari non aveva bisogno, era la fantasia a muovergli la mano e la penna. Vedeva i fatti, i luoghi, i personaggi e li raccontava, ma la fantasia li associava ad altri personaggi, ad altri luoghi e ad altri fatti. Passava da un tempo ad un altro e da un luogo ad un altro luogo senza separarli neppure con un "a capo", neppure con un punto, al massimo una virgola. La fantasia fa di questi miracoli e lui, sotto la maschera del contadino e del provinciale, sentiva e raccontava l'avventura delle persone, poi all'improvviso alzava gli occhi verso il cielo e descriveva le stelle come intermezzo e poi tornava a raccontare la storia d'un bandito o d'un corruttore, d'un mondo dove i leoni avevano lasciato il posto alle volpi e alle faine.Io gli ho voluto molto bene. Lui non so, era burbero nei modi e anche chiuso in sé quanto io ero aperto.
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