In questi trenta anni però è successo anche che il movimento operaio di cui anchio faccio parte,quale antagonista di classe del capitalismo,nazionale ed internazionale,ha ridotto i suoi strumenti di analisi,a fatti culturali,a fenomeni spesso filosofici,ma non certo di carattere politico.Nel mondo il movimento operaio,internazionalista, promotore della pace tra i popoli, promotore dello sviluppo dei paesi poveri ha dovuto ritrattare i suoi principi dinanzi allo spregiudicato andamento delle economie capitalistiche e anche a causa dei suoi errori o limiti storici.Quindi il capitalismo, quello vero, fatto del potere dei sodi che tutto compra e tutto riduce a consumo,non ha antagonista se non la disperazione di masse che rischiano di restare affamate dalle sue logiche e dalle sue brame.Non fa eccezione il nostro governo di destra,che riduce la ricchezza dei ceti medi.bassi,operai ecc,perchè a loro dire non più sostenbili, attraverso restrizioni economiche che riguardano non solo le persone attive ma anche i pensionati.Tutto è lecito per recimolare soldi,purchè non si tocchino i redditi di capitale,purchè come dicono loro,non si tocchino le classi medio alte e con essi il ceto politico che gli fa da sponda.Mi chiedo ma la Democrazia, tanta vantata, la libertà tanto propagandata, è cosi che i liberali la intendono?
Quindi non ci facciamo fregare ancora!!!Questa è l'ultima occasione che abbiamo.Da tempo non siamo più i padroni della nostra vita,forse non lo siamo mai stati.Le banche e i circoli di uomini eletti per governare il mondo decidono ogni cosa senza mai mostrare il loro volto.Noi siamo il loro gregge. Ci usano, sfruttandoci, per produrre per loro e ci educano per essere dei perfetti schiavi. Siamo noi che colpevolmente diamo un senso alle loro esistenze. Cosa sarebbe un padrone senza i suoi schiavi?I governanti sono solo i guardiani del gregge,dei leccaculo che non si fermeranno di fronte a niente pur di mantenere la propria posizione di privilegio.Sono dei parassiti che mentono, rubano, stuprano tutto ciò che passa per le loro mani. Vanno in chiesa, sono contro l'aborto, contro gli extracomunitari, la droga, i ladri di polli, sono gli amministratori della res publica, pagati profumatamente per vigilare sui beni dello stato. I nostri beni, le nostre vite.Si alternano sulle poltrone con leggiadra disinvoltura,passando da un partito all'altro,da una coalizione a quella opposta per poi ritornare al punto di partenza. Senza mai muoversi, rimangono sempre lì e ci prendono per il culo, legislatura dopo legislatura.Fanno sempre le stesse promesse: meno tasse, più sicurezza, più benessere, più aiuti, alle famiglie e ai più deboli. Combatteremo la criminalità organizzata, la prostituzione, proteggeremo i giovani dalle droghe e dalle dipendenze....dicono...Possibile non sia chiaro il senso di questo meccanismo ipocrita di controllo sociale? Di questo paradosso dell'assurdo?Sono ipocriti, ladri, puttanieri pedofili, sono collusi con le mafie, rubano ai più deboli, fingono di disprezzarsi e di combattersi per le loro differenze sostanziali. Ma poi vanno a cena insieme e ridono di noi. Della nostra ingenuità.Questa è la nostra ultima occasione, siamo già nel baratro e risalire non sarà facile stà a noi riprenderci il paese ...
"Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia."
(Enrico Berlinguer)
Dallo sciopero all’opposizione sociale(Liberazione)
Solo tre settimane fa la signora Emma Marcegaglia parlava come portavoce di tutte le parti sociali, compresa la Cgil. Ora questa stessa organizzazione proclama per il 6 settembre uno degli scioperi generali più veri e duri nella storia del Paese. Tra questi due fatti di segno diametralmente opposto non c’è solo di mezzo la manovra disastrosa del governo. La decisione della Cgil è il segno della crisi totale della concertazione, della complicità, della politica di patto sociale. Nonostante le affermazioni del presidente della Repubblica, che ha scelto comunque una delle platee più faziose, quella di Comunione e Liberazione, per esternare il suo appello alla coesione nazionale, l’Italia oggi ha bisogno prima di tutto di un vero conflitto sociale. La manovra economica unisce le rappresaglie contro il lavoro di un governo che oramai ha concluso la sua storia politica, con il disegno dei poteri forti dell’economia, in Italia e in Europa, di uscire dalla crisi con una radicalizzazione a destra del sistema economico sociale.
E’ inutile nasconderlo o far finta che non sia così. In queste settimane abbiamo assistito a un confronto surreale ove l’opposizione sembrava volere prima di tutto il taglio delle pensioni mentre la maggioranza invece preferiva l’aumento delle tasse per gli stipendi più alti. Nessuno parlava davvero della distruzione del contratto nazionale, dello statuto dei lavoratori, dei diritti del lavoro e, ancor di più, nessuno parlava davvero di una tassazione che colpisca i patrimoni, le grandi ricchezze, la speculazione. Così questa crisi si è avvitata in un confronto tra due destre. Quella liberale che proponeva qualche piccola penalizzazione per i ricchi in cambio del liberismo selvaggio per tutti e quella populista che invece preferiva scaricare tutto sugli enti locali e sui dipendenti pubblici. Alla fine ne è venuta fuori una salsa mefitica, di cui una sola cosa è chiara: il 98 per cento di tutti i costi della crisi sono pagati dal mondo del lavoro. La Cgil di fronte a questo ha scelto di fare uno sciopero vero in tempi rapidi per farsi sentire sul serio.
E’ un segnale importante che deve essere raccolto. Tuttavia è chiaro che questa scelta pratica è in totale contraddizione con i balletti, i documenti, gli incontri del consorzio delle parti sociali. Già la parola parti sociali è un’insopportabile retaggio democristiano. Non ci sono le parti sociali; ci sono i ricchi e i poveri, i padroni e i lavoratori, gli speculatori finanziari e le vittime della crisi. Non sono tutti nella stessa barca. Ora lo sciopero ristabilisce un minimo di senso della realtà in un momento drammatico ma è chiaro che a questa svolta nei comportamenti deve corrispondere un’analoga svolta sul piano della strategia. Mai più, neanche ai tavoli del caffè, la Cgil dovrà affidare alla signora Emma Marcegaglia o a chi per essa il ruolo di portavoce.
L’accordo del 28 giugno, che il governo ha trasformato in un decreto liberticida deve essere disconosciuto dalla Cgil che deve ritirare la propria firma. Occorre che la crisi la paghino davvero i ricchi e la finanza e occorrono misure immediate a favore del lavoro. Per questo non si può pensare che Monti e Draghi siano un’alternativa a Berlusconi. Essi sono semplicemente l’espressione di un liberismo radicale, tanto più coerente di quello di Berlusconi, quanto più pericoloso. Non si tratta più di inseguire parti sociali o accordi unitari con Cisl e Uil che ancora una volta hanno mostrato di essere dall’altra parte. Bisogna invece organizzare una vera e forte opposizione sociale in grado di mettere in crisi la manovra e per questa via far cadere da sinistra questo governo.Questo sciopero è dunque un primo segnale di una svolta. Adesso sta a noi fare in modo che le cose cambino davvero. Bisogna in primo luogo che la giornata di lotta sia di quelle che si ricordano. Bisogna fermare il Paese per fermare la manovra e poi si deve partire da qui per dire definitivamente basta con le politiche di concertazione e complicità che ci hanno condotto a questo disastro.
Giorgio Cremaschi
2 commenti:
ciao Emanuele,
qua mi pare che va
tutto a rotoli!
è tutta una beffa!
Perseveriamo e speriamo di smuovere qualche coscienza!
Ciao cara,purtroppo hai ragione!!! Difficile smuovere la coscienza degli italiani...noi ci proviamo!!!
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