26 ago 2011

Ascanio Celestini "Lotta di classe"

Si può ironizzare sulla precarietà? Si può ironizzare su una società che si sta abituando a non lottare più per un minimo di dignità? Ascanio come al solito ci riesce,in questo suo meraviglioso libro "LOTTA DI CLASSE" lo fa utilizzando l’ironia in maniera geniale,come strumento per arrivare in mezzo alla gente,come strumento immediato di “semplificazione” mirato non alla banalizzazione dello spaccato sociale raccontato,ma all’immedesimazione in esso.La giusta dose di amarezza e di ironia, è questa la ricetta ideale che si snoda poeticamente nelle pagine del libro.Questo è importante anche perchè  nonostante si è parlato in questi anni tanto di precariato giovanile nel nostro Paese,però poco si è fatto sinora per risolvere il problema.E la difficoltà più complicata da risolvere sorge sopratutto quando questi “giovani” continuano a lavorare per quattro,otto,o addirittura dieci anni nella stessa situazione di perenne incertezza,vivendo nell’ansia come se avessero una bomba ad orologeria in tasca che di tre mesi in tre mesi rischia di esplodere e invece all’ultimo istante,lo scoppio viene ritardato,ovvero il momento del licenziamento viene posticipato.Questa è la condizione che molti lavoratori di oggi, giovani e aimè anche non più giovani si trovano a dover affrontare.Questo libro nasce da una rappresentazione teatrale di qualche anno fa,di Ascanio Celestini a mio parere non mi stanco di ripeterlo uno dei più grandi narratori del momento,non è un romanzo o nel caso del teatro uno spettacolo completo ma un insieme divertente e irriverente di storie,frutto delle interviste che Ascanio Celestini aveva tenuto a molti lavoratori precari in un call center alla periferia di Roma.Per essere precisi  la lotta degli addetti di Atesia, il call center di Roma,vicino Cinecittà..
Celestini,così ci racconta alcune delle vite di questi uomini-ombra del presente, offrendo, attraverso di loro, uno specchio dell’assurdità della realtà contemporanea, stordita dal mondo della pubblicità mediatica: dalla perfezione delle famiglie del Mulino Bianco e dall’azzurro della Pasta Barilla, alle cinture di Gucci alle scarpe di Prada.La bravura dell’attore-autore romano, sta proprio nel mostrare gli aspetti tragicomici della nostra società post-moderna. Il personaggio ricorrente lavora in un call centre facendo il turno di notte e guadagna a cottimo, ovvero a seconda di quanti minuti tiene al telefono il cliente che lo chiama: 50 centesimi al minuto, fino a due minuti e quarantacinque, poi l’incremento si arresta. Ed è così che lui, anestetizzato da questo lavoro assurdo e ripetitivo, pur di racimolare la paga, ascolta gli sproloqui di improbabili razzisti omofobi e si improvvisa telefono erotico per qualche maniaco notturno. La sua vita è la vita di una persona qualunque, che abita in periferia con fratello “deficiente” e una madre depressa che per sentirsi meglio “pulisce sul pulito” e nel suo mondo qualunqe, persino Dio è uno qualunque, che incontra al supermercato vestito in maschera per cercare di ammazzare la noia della propria esistenza eterna.Ma il tutto come dicevo è disposto in quattro racconti dalla singorina Patrizia,la quale si ritirerà dal gioco per un anno,c'è Nicola,che si dimena tra un lavoro e l'altro,c'è Marinella, con il labbro leporino ed c'è il piccolo Salvatore,che sta iniziando a conoscere il sesso,anche se in maniera..buffa! Sono 4 storie intrecciate,ogni episodio collegato agli altri,ma soprattutto ripreso in tutte le storie,secondo i diversi punti di vista.Ogni evento, ogni situazione è paragonabile ad un pezzetto di puzzle, che va ad incastrarsi perfettamente con tutti gli altri..Lo stile di Ascanio, poi,ricco di metafore e similitudini che servono a toccare un po' quelle che sono le questioni fondamentali della nostra esistenza: il sesso, il lavoro, il corso della vita, la mancanza di legami familiari. Concetti però visti con gli occhi del proletariato e della precarietà, gli occhi di chi fa numerosi lavori dal call center al venditore di Kebab a chi è costretto ad allattare il proprio figlio tra le pause dal supermercato...Perchè non tutti hanno i figli dottori, o ingegneri. Ognuno fa quel che può, come può, calpestando, ruggendo, dimenandosi tra la folla.L’unico riscatto a questa vita, è la lotta di classe. Prima o poi le coscienze di questi uomini “qualunque” si sveglieranno e si avrà la rivoluzione, quella che consentirà anche a chi “sa passare attraverso i muri” di avere il suo momento di gloria.
"Io passo attraverso i muri. Attraverso le villette antiladro controllate dagli allarmi antizingaro, protette da inferriate antinegro con vernice antiruggine dove antipatici padroni antisemiti con crema antirughe fanno antipasti antiallergici in bunker antiatomici. Attraverso le banche videosorvegliate. Attraverso i muri delle caserme, dei manicomi, delle galere.E mi viene da ridere mentre una guardia prova a fermarmi, perché attraverso anche lei con la sua divisa.Lei che si girerà dicendo: - Brigadiere, che facciamo? Questa è stregoneria!E io le risponderò: - No, questa è lotta di classe."

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