10 lug 2011

Donne dannate di Charles Baudelaire

Coricate sulla sabbia come armento pensoso
volgono gli occhi verso l'orizzonte marino e i piedi che si cercano,
le mani ravvicinate hanno dolci languori e brividi amari.
Le une, cuori innamorati di lunghe confidenze,
nel folto dei boschetti sussurranti di ruscelli,
vanno riandando l'amore
delle timide infanzie e incidendo il legno verde dei giovani arbusti;
altre, camminano lente e gravi come suore
attraverso le rocce piene di apparizioni,
dove Sant'Antonio vide sorgere,come lava,
i seni nudi e purpurei delle sue tentazioni;
e ve n'è che ai bagliori di resine stillanti,
nel muto cavo di vecchi antri pagani,
ti chiamano in soccorso delle loro febbri urlanti,o Bacco,
che sai assopire gli antichi rimorsi.
Altre,il cui petto ama gli scapolari
e nascondono il frustino entro le lunghe vesti,
mischiano, nelle notti solitarie e nei boschi scuri,
la schiuma del piacere e le lagrime degli strazi.
O vergini, o demòni, mostri, martiri,
grandi spiriti spregiatori della realtà,
assetate d'infinito, devote o baccanti,
piene ora di gridi ora di pianti,
o voi, che la mia anima ha inseguito nel vostro inferno,
sorelle, tanto più vi amo quanto più vi compiango
per i vostri cupi dolori, per le vostre seti mai saziate,
per le urne d'amore di cui traboccano i vostri cuori!

Nessun commento: