26 giu 2011

USTICA "27 GIUGNO 1980"

Siamo al 27 giugno e ancora una volta si celebra il ricordo della strage di Ustica,e sì gli anni passano e noi Italiani sentiamo sempre distrattamente,nei media che ci passano l'informazione,che sono gli anni passano e il nostro commento si limita alla costatazione della velocità del passare dei secondi,nessuna indignazione,nessun moto di rabbia,noi Italiani ci siamo abituati,ne aspettiamo di verità sulle stragi cosidette di stato!La rassegnazione in questo ha preso il sopravvento,purtroppo!! Mi sembra di ripetere sempre le stesse cose,quante volte in questo blog grido alla GIUSTIZIA,alla VERITA',alla MEMORIA? dalla Strage di Bologna,Piazza fontana,Moby prince,Portella della Ginestra,sempre le solite parole..giustizia verità...Comunque fra tutti questi  misteri d’Italia,l’abbattimento del DC9 dell’Itavia con i suoi 81 poveri morti rimane il più enigmatico sopratutto leggendo tra le ipotesi investigative,le sentenze,la verità giudiziaria che non ha dato giustizia a 13 bambini e a 68 adulti morti sulla rotta delle vacanze...Ci sono dossier illegali,servizi deviati, uomini scomparsi senza che si sia mai ritrovato il corpo,legami indicibili,assassini...Tanto che ancora  un Ministro della Repubblica,il sempre ottimo Carlo Giovanardi,insiste a dire e confermare la verità di comodo,ovvero che c'era una bomba nel cesso dell'aereo,e che lì si deve cercare, infischiandosene di 31 anni di indagini di giudici coraggiosi che hanno riscontrato strane morti tra i militari coinvolti nelle torri di controllo di quel tratto tra Bologna e Palermo,ma nessun colpevole...Mentre l'ultima ipotesi arriva dall'articolo di oggi del Corriere :Ustica e quei quattro aerei nascosti
Tutti da troppo tempo ci chiediamo chi ha spezzato la vita di ottantuno persone innocenti,persone che solo un attimo prima di inabissarsi scherzavano ed erano felici per le ferie appena iniziate,rimane tuttora probabilmente la vicenda più vergognosa e fitta di mistero della storia criminale del nostro Paese.Una vicenda per la quale non ci sarà mai la parola “fine” e quei morti, oramai dissolti dall’acqua del Tirreno, rimarranno a vagare come fantasmi nelle nostre coscienze..Ma così non è per i familiari che aspettano di sapere perchè la vita dei loro congiunti è stata spezzata, così, all'improvviso, senza che loro abbiano fatto niente per meritarlo,vite che erano state vissute con la normalità dell'esistenza,vite che ancora dovevano cominciare,sogni da realizzare, incontri da fare, amori da godere.Allora si che monta la rabbia, monta per i familiari e monta per tutti noi che ne sentiamo la notizia distrattamente.
 LA STORIA
La verita', forse, offre poco ristoro a chi come lui in quella notte, alla vigilia delle ferie estive, in pochi minuti ha visto cambiare per sempre la sua vita. Perche' il ''dolore non finisce mai'', ma ''sapere, avere giustizia e' un diritto''. Per lui e per tutti i familiari degli 81 passeggeri, che in quella calda sera del 27 giugni 1980erano a bordo del volo IH870 decollato alle 20.08, con due ore di ritardo, da Bologna e diretto a Palermo.L'ultimo contatto radio tra il velivolo e il controllore e' delle 20.58. Poi alle 21.04, chiamato per l'autorizzazione di inizio discesa su Palermo, il volo non risponde. Alle altre chiamate replica solo un silenzio di morte. L'aereo e' disperso. Cominciano le ricerche e per tutta la notte elicotteri, aerei e navi perlustrano la zona. Solo alle prime luci dell'alba, ad alcune decine di miglia a nord di Ustica, una chiazza oleosa e i primi relitti danno conferma al triste presagio. Il velivolo e' precipitato al largo dell'isola del palermitano, in un tratto del mar Tirreno in cui la profondita' supera i tremila metri.
Immediatamente vengono avviate le indagini. Dal ministero dei Trasporti e dalla magistratura. Tre procure aprono un fascicolo: quella di Bologna, luogo di partenza del volo, quella di Palermo, dove il velivolo avrebbe dovuto atterrare, e quella di Roma, in cui ha sede legale la societa' Itavia.
L'allora ministro dei Trasporti, Rino Formica, nomina una commissione d'inchiesta, la cosiddetta Luzzati, che, pero', dopo la presentazione di due relazioni preliminari si autoscioglie nel 1982 per contrasti di attribuzione con la magistratura. Anche le Procure di Palermo e Bologna rimettono per competenza i propri atti a Roma. Sui pochi relitti del velivolo vengono ritrovate tracce di esplosivi TNT e T4 in proporzioni compatibili con ordigni militari. I periti concludono che senza l'esame del relitto non e' possibile chiarire se il Dc9 cadde per un'esplosione interna, una bomba cioe', o esterna, quindi un missile.
In ogni caso, pero', viene esclusa l'ipotesi inizialmente sostenuta di un cedimento strutturale. Spiegazione ufficiale della tragedia, che costringera' la societa', divenuta capro espiatorio dell'eccidio, a sciogliersi. Dal 1982 dell'indagine si occupa il giudice istruttore Vittorio Bucarelli, che nomina una nuova commissione di periti. E' il 1987 quando la ditta francese Ifremer comincia le operazioni di recupero della carcassa del Dc9, ad una profondita' di oltre 3mila metri.Servono, pero', due campagne di lavori ed alcuni anni per riportare in superficie circa il 96% del relitto. Nel frattempo anche la Commissione Stragi, presieduta dal senatore Libero Gualtieri, comincia ad occuparsi della vicenda, contestando una serie di reati a numerosi militari in servizio presso i centri radar di Marsala, in provincia di Trapani, e Licola nei pressi di Napoli.
Prende corpo la tesi dei depistaggi ed inquinamenti delle prove ad opera di personale dell'Aeronautica militare, che avrebbero impedito agli inquirenti di far luce sulle cause della strage. E' l'inizio di una seconda fase delle indagini e al giudice Bucarelli subentra Rosario Priore. Da questo momento in poi ingenti risorse umane e finanziarie vengono impiegate per dimostrare il cosiddetto 'scenario aereo' e il suo occultamento.La sentenza-ordinanza Priore viene depositata nell'agosto del 1999, nonostante le lunghe indagini, il recupero di una parte consistente del relitto e le centinaia di pagine dei periti non ci sono 'prove definitive e certe' per individuare i colpevoli del disastro aereo.
Nella sentenza, comunque, viene stabilito che il Dc9 Itavia e' rimasto coinvolto in uno scenario di battaglia aerea avvenuto nei cieli italiani. Il volo e' stato abbattuto, ''e' stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un'azione, che e' stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata''. Le reticenze e le false testimonianze, secondo la sentenza Priore, hanno ostacolato le indagini, inquinando le informazioni su quanto accaduto. Per il giudice a causare il disastro potrebbe essere stata la collisione con un missile o con un altro velivolo. I responsabili materiali del disastro, pero', non possono essere individuati conclude il giudice Priore e, quindi, essendo ignoti gli autori non si puo' procedere in ordine al delitto di strage.Ma la sua inchiesta non manca di sviluppi giudiziari dal momento che diversi militari italiani vengono rinviati a giudizio per i presunti depistaggi. Nel settembre del 2000 nell'aula bunker di Rebibbia si apre il processo davanti alla terza sezione della Corte d'Assise di Roma a carico di quattro generali, vertici dell'Aeronautica del tempo: Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo.Molti i reati contestati dal falso ideologico all'abuso d'ufficio e favoreggiamento fino all'alto tradimento. Dopo quasi 300 udienze e migliaia di testimoni ascoltati il 30 aprile del 2004 la Corte assolve i quattro generali da tutte le accuse contestate. Mentre per un capo d'imputazione nei confronti di Bartolucci e Ferri, in merito alle informazioni sbagliate che i due militari fornirono alle autorita' politiche, viene dichiarata la prescrizione del reato.
Viene presentato il ricorso in appello, ma anche la Corte d'Assise d'Appello di Roma il 15 dicembre del 2005 assolve, perche' il fatto non sussiste gli imputati, i generali Bartolucci e Ferri. Per i giudici non ci sono prove a sostegno dell'accusa di alto tradimento.La Procura generale di Roma propone il ricorso in Cassazione contro la sentenza d'appello del 2005, ma il 10 gennaio del 2007 la prima sezione penale della Corte di Cassazione conferma la sentenza pronunciata dai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Roma e dichiara il ricorso inammissibile. L'assoluzione diventa definitiva.
Il 21 giugno del 2008, a 28 anni dalla strage, l'inchiesta su Ustica e' stata riaperta dopo le dichiarazioni di Francesco Cossiga, 24 maggio 2010 l'ex Presidente emerito della Repubblica Italiana dichiarò sui maggiori quotidiani che, per non essere visto dall'aereo libico con Gheddafi, un aereo francese era sotto quello italiano: partì un missile «per sbaglio, volendo colpire l'aereo del presidente libico».
Benchè restino ignote le motivazioni che hanno portato Francesco Cossiga a tali radicali cambiamenti di opinione, le ultime dichiarazioni hanno sortito l'effetto di invitare la Procura della Repubblica, attraverso i procuratori Amelio e Monteleone, ad aprire una nuova inchiesta sulla strage di Ustica, ancora in pieno svolgimento. Benchè coperta da segreto istruttorio, indiscrezioni riportano che l'inchiesta starebbe attualmente vertendo sulle rogatorie inviate a Stati Uniti, Francia e altri alleati della NATO, alle quali non è mai stata data, fino ad oggi, alcuna risposta
77 passeggeri del volo IH-870 e i quattro membri dell'equipaggio del DC-9 Itavia
Andres Cinzia (24), Andres Luigi (32), Baiamonte Francesco (55), Bonati Paolo (16), Bonfietti Alberto (37), Bosco Alberto (41), Calderone Maria Vincenza (58), Cammarata Giuseppe (19), Campanini Arnaldo (45), Casdia Antonio (32), Cappellini Antonella (57) anni, Cerami Giovanni (34), Croce Maria Grazia (40), D’Alfonso Francesca (7), D’Alfonso Salvatore (39), D’Alfonso Sebastiano (4), Davì Michele (45), De Cicco Giuseppe Calogero (28), De Dominicis Rosa (Allieva Assistente di volo Itavia) (21), De Lisi Elvira (37), Di Natale Francesco (2), Diodato Antonella (7), Diodato Giuseppe (1), Diodato Vincenzo (10), Filippi Giacomo (47), Fontana Enzo (Copilota Itavia) (32), Fontana Vito (25), Fullone Carmela (17), Fullone Rosario (49), Gallo Vito (25), Gatti Domenico (Comandante Pilota Itavia) (44), Gherardi Guelfo (59), Greco Antonino (23), Gruber Berta (55), Guarano Andrea (37), Guardì Vincenzo (26), Guerino Giacomo (19), Guerra Graziella (27), Guzzo Rita (30), Lachina Giuseppe (58), La Rocca Gaetano (39), Licata Paolo (71), Liotta Maria Rosaria (24), Lupo Francesca (17), Lupo Giovanna (32), Manitta Giuseppe (54), Marchese Claudio (23), Marfisi Daniela (10), Marfisi Tiziana (5), Mazzel Rita Giovanna (37), Mazzel Erta Dora Erica (48), Mignani Maria Assunta (30), Molteni Annino (59), Morici Paolo (Assistente di volo Itavia) (39), Norrito Guglielmo (37), Ongari Lorenzo (23), Papi Paola (39), Parisi Alessandra (5), Parrinello Carlo (43), Parrinello Francesca (49), Pelliccioni Anna Paola (44), Pinocchio Antonella (23), Pinocchio Giovanni (13), Prestileo Gaetano (36), Reina Andrea (34), Reina Giulia (51), Ronchini Costanzo (34), Siracusa Marianna (61), Speciale Maria Elena (55), Superchi Giuliana (11), Torres Pierantonio (32), Tripiciano Giulia Maria Concetta (45), Ugolini Pierpaolo (33), Valentini Daniela (29), Valenza Giuseppe (33), Venturi Massimo (31), Volanti Marco (36), Volpe Maria (48), Zanetti Alessandro (18), Zanetti Emanuele (39), Zanetti Nicola (6).

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