25 mag 2011

La vita in versi (Giovanni Giudici 26/6/1924 -24/5/2011)

Metti in versi la vita, trascrivi
fedelmente, senza tacere
particolare alcuno, l'evidenza dei vivi.
Ma non dimenticare che vedere non è
sapere, né potere, bensì ridicolo
un altro voler essere che te.
Nel sotto e nel soprammondo s'allacciano
complicità di visceri, saettando occhiate
d'accordi. E gli astanti s'affacciano
al limbo delle intermedie balaustre:
applaudono, compiangono entrambi i sensi
del sublime - l'infame, l'illustre.
Inoltre metti in versi che morire
è possibile più che nascere
e in ogni caso l'essere è più del dire.


BIOGRAFIA Giovanni Giudici nasce il 26 giugno 1924 a Le Grazie, comune di Portovenere in provincia di La Spezia. La sua famiglia si trasferisce a Roma nel 1933, città dove compirà gli studi.Nel 1941, su sollecitazione paterna, si iscrive alla facoltà di Medicina, ma dopo un anno decide di iscriversi a Lettere. Tra i suoi docenti Natalino Sapegno, per Letteratura Italiana, e, per Lingua e letteratura francese, Pietro Paolo Trompeo, con il quale si laurea nel 1945.È del 1953 la sua prima raccolta di versi, pubblicata a Roma, dal titolo Fiorì d'improvviso.Nel 1956 lascia Roma per Ivrea, dove lavorerà all'Olivetti, formalmente come addetto alla biblioteca, ma in realtà, secondo le intenzioni di Adriano Olivetti, dedicandosi alla conduzione del settimanale "Comunità di fabbrica". Da Ivrea si sposta prima a Torino, dove stringe amicizia con Nello Ajello, Giovanni Arpino e Beppe Fenoglio, quindi, nel 1958, a Milano, dove lavora presso la Direzione Pubblicità e Stampa dell'Olivetti retta da Riccardo Musatti. Compagno di stanza è Franco Fortini, con il quale instaura un sodalizio forte e duraturo. Intensa è l'attività letteraria e poetica condotta su numerose riviste, cui s'accompagna un'altrettanto intensa attività di traduttore (traduce, tra gli altri, Pound, Frost, Sylvia Plath e Puskin). Nel 1965 esce presso Mondadori La vita in versi, una raccolta che riepiloga una lunga stagione del suo lavoro poetico e che lo impone definitivamente all'attenzione di lettori e critici. Nel 1969, sempre edita da Mondadori, esce Autobiologia (premio Viareggio), cui seguono le raccolte O Beatrice (1972), Il male dei creditori (1977), Il ristorante dei morti (1981), Lume dei tuoi misteri (1984). Nel 1987 vince il premio Librex Guggenheim-Eugenio Montale per la poesia con il volume Salutz, un intenso e singolare poema d'amore, pubblicato da Einaudi l'anno precedente. Lo stesso anno riceve dal Fondo Letterario dell'Unione Sovietica il premio Puskin per la versione dell'Onieghin, pubblicata nel 1983 da Garzanti. Nel dicembre del 1992 riceve il premio Bagutta.Nel 1993, da Garzanti, appare la raccolta Quanto spera di campare Giovanni, cui fanno seguito con lo stesso editore Empie stelle (1996) ed Eresia della sera (1999).Nel 2000 l'intera opera poetica viene raccolta nel "Meridiano" Mondadori I versi della vita.Giudici sposato con Marina Bernardi con due figli è  morto ieri  all'ospedale di La Spezia

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