EROI DEL NOSTRO TEMPO
Ve lo chiedete mai dove sono oggi gli eroi?Io me lo chiedo spesso,quando ogni giorno cerco fuori l’eccezione che spezzi la regola della violenza,dell’innocenza violata,delle frodi...Non esistono più quelle generazioni di eroi ed eroine tutte lustrini e mantelli,figlie di menti da fumetto e fantascienza.Ovvero guardando troppo lontano non li vedremo mai.I veri eroi sono altri,sono gli eroi del “niente”.Sono i nostri padri, le nostre madri,siamo noi,gente che lavora e che spesso si uccide i sogni per sopravvivere,lottando ogni giorno,proteggendo i propri cari dalla vischiosità del male.Esseri umani che vedono sbattersi in faccia il dimezzamento dello stipendio o l’alternativa di un licenziamento,eppure rimangono,non mollano,tenendo duro per una famiglia che si portano sulle spalle.Ai loro figli insegnano l’umiltà del lavoro,e l’educazione del nulla dovuto,e accanto ai pantaloni rattoppati hanno sempre una carezza ricca di valori.Sono quelli che la spesa la fanno sì, ma con gli spiccioli in mano,negli ipermercati economici dove la “nurella”, il “mulino banco”, ed il “caffè taicaf” la fanno da padroni per assonanza con marche pubblicizzate in tv.Il tutto per far quadrare i conti, chè non è mica facile campare.Sono eroi del “niente”, eroi quotidiani che non si lasciano spezzare la dignità e l’onore,che resistono alla tentazione del soldo facile ma in maniera illecita sulle spalle di altri poveri cristiani.Quelli che sotto il sole si spaccano le ossa,il gradino più fermo della nostra società.Stringono la cinghia e le spese,per non essere pane per gli usurai,inforcando il coraggio di tornare a casa la sera con le tasche vuote e spesso anche il cuore vacante.Chè per mantenere in prima linea la voce dei diritti lottando,si perde sempre un pezzettino di animo,che è succhiato via dalle preoccupazioni,dai sé,da ma.Ecco, questa è una categoria di eroi veri e propri.Ma non li troveremo mai sui giornali,mai sulle pagine patinate di riviste e quotidiani,anzi a volte ci sono anche ma nei titoli della cronaca e la loro storia è tratteggiata sulle righe di notizie poco rosee ed allettanti, dalla memoria fatua che non durano più di un giorno nella mente dei “benpensanti”.E voi Signori che siete lassù in “alto” che non immaginate che sia più difficile mandare avanti una famiglia di mediamente quattro/cinque persone con 1500 euro al mese,piuttosto che promulgare filosofie e sentenze nel governare un Paese intero,a già le priorità in questo paese,solo la giustizia,le tasse,e le leggi ad personam del nostro caro e povero premier mentre il precariato è divenuto il male dei nostri anni ed il sacrificio una nuova chiave di lettura.Ma si fa finta di niente, si fa passare tutto sotto il nome di “normalità”, e chi detiene il potere sa come gestire “la cosa”.Quindi è necessario che in questo giorno ci sia l'eco della lotta e dell'impegno di tutti gli operai del mondo,operai che hanno sempre combattuto nella consapevolezza e coscienza dei loro diritti,quegli operai che lasciarono il lavoro per provare ai "padroni" che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità,di razza e di linguaggio,i proletari lavoratori erano tutti concordi nel volere il riconoscimento dei loro diritti,diritti dovuti e sacrosanti per chi ogni giorno "celebra" il proprio dovere..Auguro un Buon primo maggio a tutti i lavoratori a tutti quelli che continuano a crederci,che respirano,nonostante manchi l'aria,che si alzano nonostante siano schiacciati che continuano a camminare anche senza gambe perchè ci credono ancora...
BUON 1°MAGGIO
Questa che vado a raccontarvi è la vera storia di Luigi delle Bicocche,
eroe contemporaneo a cui noi tutti dobbiamo la nostra libertà”
Piacere, Luigi delle Bicocche
Sotto il sole faccio il muratore e mi spacco le nocche.
Da giovane il mio mito era l’attore Dennis Hopper
Che in Easy Rider girava il mondo a bordo di un chopper
Invece io passo la notte in un bar karaoke,
se vuoi mi trovi lì, tentato dal videopoker
ma il conto langue e quella macchina vuole il mio sangue
..un soggetto perfetto per Bram Stroker
Tu che ne sai della vita degli operai
Io stringo sulle spese e goodbye macellai
Non ho salvadanai, da sceicco del Dubai
E mi verrebbe da devolvere l’otto per mille a SNAI
Io sono pane per gli usurai ma li respingo
Non faccio l’ Al Pacino, non mi faccio di pacinko
Non gratto, non vinco, non trinco/ nelle sale bingo/
Man mano mi convinco/ che io
sono un eroe, perché lotto tutte le ore. Sono un eroe perché combatto per la pensione
Sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari
Sono un eroe perché sopravvivo al mestiere. Sono un eroe straordinario tutte le sere
Sono un eroe e te lo faccio vedere. Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere
Stipendio dimezzato o vengo licenziato
A qualunque età io sono già fuori mercato
…fossi un ex SS novantatreenne lavorerei nello studio del mio avvocato
invece torno a casa distrutto la sera, bocca impastata
come calcestruzzo in una betoniera
io sono al verde vado in bianco ed il mio conto è in rosso
quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera
su, vai, a vedere nella galera, quanti precari, sono passati a malaffari
quando t’affami, ti fai, nemici vari, se non ti chiami Savoia, scorda i domiciliari
finisci nelle mani di strozzini, ti cibi, di ciò che trovi se ti ostini a frugare cestini
..ne’ l’Uomo ragno ne’ Rocky, ne’ Rambo ne affini
farebbero ciò che faccio per i miei bambini, io sono un eroe.
Per far denaro ci sono più modi, potrei darmi alle frodi
E fottermi i soldi dei morti come un banchiere a Lodi
C’è chi ha mollato il conservatorio per Montecitorio
Lì i pianisti sono più pagati di Adrien Brody
Io vado avanti e mi si offusca la mente
Sto per impazzire come dentro un call center
Vivo nella camera 237 ma non farò la mia famiglia a fette perché sono un eroe.
"1 Maggio"di Vanessa Baldazzi
Svegliati operaio!
Uomini potenti sono tornati,
stanno bruciando i tuoi diritti..
Vendendo il tuo sudore.
Scendi in piazza con coraggio,
insieme ai tuoi compagni.
Il fango che copre il tuo valore,
si scioglierà come ghiaccio sotto
un limpido raggio di sole.
Ti faranno da scudo dignità e valori,
che "loro" non avranno mai!
Oggi sembra ieri,
quando era più facile metterti a tacere..
Quando ancora non esisteva Marx..
Cerca di far divenire domani
come il il "1 Maggio 1890"..
Per non finire anche tu,
morte bianca.
Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese :"Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi".Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue.Man mano che ci si avvicina al 1 maggio 1890 le organizzazioni dei lavoratori intensificano l'opera di sensibilizzazione sul significato di quell'appuntamento."Lavoratori - si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 - ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l'Internazionale!
"Monta intanto un clima di tensione, alimentato da voci allarmistiche: la stampa conservatrice interpreta le paure della borghesia, consiglia a tutti di starsene tappati in casa, di fare provviste, perché non si sa quali gravi sconvolgimenti potranno accadere.Da parte loro i governi, più o meno liberali o autoritari, allertano gli apparati repressivi.In Italia il governo di Francesco Crispi usa la mano pesante, attuando drastiche misure di prevenzione e vietando qualsiasi manifestazione pubblica sia per la giornata del 1 maggio che per la domenica successiva, 4 maggio.In diverse località, per incoraggiare la partecipazione del maggior numero di lavoratori, si è infatti deciso di far slittare la manifestazione alla giornata festiva.Del resto si tratta di una scommessa dall'esito quanto mai incerto: la mancanza di un unico centro coordinatore a livello nazionale - il Partito socialista e la Confederazione generale del lavoro sono di là da venire - rappresenta un grave handicap dal punto di vista organizzativo. Non si sa poi in che misura i lavoratori saranno disposti a scendere in piazza per rivendicare un obiettivo, quello delle otto ore, considerato prematuro da gran parte dei dirigenti del movimento operaio italiano o per testimoniare semplicemente una solidarietà internazionale di classe.Proprio per questo la riuscita del 1 maggio 1890 costituisce una felice sorpresa, un salto di qualità del movimento dei lavoratori,che per la prima volta dà vita ad una mobilitazione su scala nazionale, per di più collegata ad un'iniziativa di carattere internazionale.In numerosi centri, grandi e piccoli, si svolgono manifestazioni, che fanno registrare quasi ovunque una vasta partecipazione di lavoratori. Un episodio significativo accade a Voghera, dove gli operai, costretti a recarsi al lavoro, ci vanno vestiti a festa."La manifestazione del 1 maggio - commenta a caldo Antonio Labriola - ha in ogni caso superato di molto tutte le speranze riposte in essa da socialisti e da operai progrediti. Ancora pochi giorni innanzi, la opinione di molti socialisti, che operano con la parola e con lo scritto, era alquanto pessimista".Anche negli altri paesi il 1 maggio ha un'ottima riuscita:"Il proletariato d'Europa e d'America - afferma compiaciuto Fiedrich Engels - passa in rivista le sue forze mobilitate per la prima volta come un solo esercito. E lo spettacolo di questa giornata aprirà gli occhi ai capitalisti".Visto il successo di quella che avrebbe dovuto essere una rappresentazione unica, viene deciso di replicarla per l'anno successivo.Il 1 maggio 1891 conferma la straordinaria presa di quell'appuntamento e induce la Seconda Internazionale a rendere permanente quella che, da lì in avanti, dovrà essere la "festa dei lavoratori di tutti i paesi".
Tra Ottocento e Novecento
Inizia così la tradizione del 1 maggio, un appuntamento al quale il movimento dei lavoratori si prepara con sempre minore improvvisazione e maggiore consapevolezza. L'obiettivo originario delle otto ore viene messo da parte e lascia il posto ad altre rivendicazioni politiche e sociali considerate più impellenti. La protesta per le condizioni di miseria delle masse lavoratrici anima le manifestazioni di fine Ottocento.
Il 1 maggio 1898 coincide con la fase più acuta dei "moti per il pane", che investono tutta Italia e hanno il loro tragico epilogo a Milano. Nei primi anni del Novecento il 1 maggio si caratterizza anche per la rivendicazione del suffraggio universale e poi per la protesta contro l'impresa libica e contro la partecipazione dell'Italia alla guerra mondiale.Si discute intanto sul significato di questa ricorrenza: giorno di festa, di svago e di divertimento oppure di mobilitazione e di lotta ?Un binomio, questo di festa e lotta, che accompagna la celebrazione del 1 maggio nella sua evoluzione più che secolare, dividendo i fautori dell'una e dell'altra caratterizzazione.Qualcuno ha inteso conciliare gli opposti, definendola una "festa ribelle", ma nei fatti il 1 maggio è l'una e l'altra cosa insieme, a seconda delle circostanze più lotta o più festa. Il 1 maggio 1919 i metallurgici e altre categorie di lavoratori possono festeggiare il conseguimento dell'obiettivo originario della ricorrenza: le otto ore.
Il ventennio fascista
Nel volgere di due anni però la situazione muta radicalmente: Mussolini arriva al potere e proibisce la celebrazione del 1 maggio.Durante il fascismo la festa del lavoro viene spostata al 21 aprile, giorno del cosiddetto Natale di Roma; così snaturata, essa non dice più niente ai lavoratori, mentre il 1 maggio assume una connotazione quanto mai "sovversiva", divenendo occasione per esprimere in forme diverse - dal garofano rosso all'occhiello alle scritte sui muri, dalla diffusione di volantini alle bevute in osteria - l'opposizione al regime.
Dal dopoguerra a oggi
All'indomani della Liberazione, il 1 maggio 1945, partigiani e lavoratori, anziani militanti e giovani che non hanno memoria della festa del lavoro, si ritrovano insieme nelle piazze d'Italia in un clima di entusiasmo. Appena due anni dopo il 1 maggio è segnato dalla strage di Portella della Ginestra, dove gli uomini del bandito Giuliano fanno fuoco contro i lavoratori che assistono al comizio.Nel 1948 le piazze diventano lo scenario della profonda spaccatura che, di lì a poco, porterà alla scissione sindacale. Bisognerà attendere il 1970 per vedere di nuovo i lavoratori di ogni tendenza politica celebrare uniti la loro festa.Le trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini ed anche il fatto che al movimento dei lavoratori si offrono altre occasioni per far sentire la propria presenza, hanno portato al progressivo abbandono delle tradizionali forme di celebrazione del 1 maggio.Oggi un'unica grande manifestazione unitaria esaurisce il momento politico, mentre il concerto rock che da qualche anno Cgil, Cisl e Uil organizzano per i giovani sembra aderire perfettamente allo spirito del 1 maggio, come lo aveva colto nel lontano 1903 Ettore Ciccotti:
"Un giorno di riposo diventa naturalmente un giorno di festa, l'interruzione volontaria del lavoro cerca la sua corrispondenza in una festa de'sensi; e un'accolta di gente, chiamata ad acquistare la coscienza delle proprie forze, a gioire delle prospettive dell'avvenire, naturalmente è portata a quell'esuberanza di sentimento e a quel bisogno di gioire, che è causa ed effetto al tempo stesso di una festa".
3 commenti:
Vuoi scommettere che dal prossimo anno questa festa avrà un altro nome??
http://domani.arcoiris.tv/primo-maggio-il-vaticano-sequestra-la-festa-dei-lavoratori-nel-nome-di-giovanni-paolo-ii/
buona domenica
Ciao Giusy...non succederà!! non gli e lo permetteremo mai!!! baci
NON SUCCEDERA' FINCHè AVREMO FIATO IN GOLA, FORZA PER CAMMINARE, MENTE E CUORE PER LOTTARE E LO INSEGNEREMO AI RAGAZZI CON IL NOSTRO ESEMPIO .. SI INSEGNA SOLO CON L'ESEMPIO!!
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