13 mar 2011

"La Fine è il mio inizio" il film su Tiziano Terzani nei cinema dal 1° aprile!!!!

Finalmente dopo tanta attesa stà per uscire il film sulla vita di Tiziano  già in ottobre avevo preannunciato l'uscita(leggi link)che invece ci ha fatto anttendere fino al 1° aprile...data ufficiale dell'uscita..(mica un pesce d'aprile?)...Tante volte ho avuto modo di raccontare la vita è sopratutto l'aspetto umano di Tiziano,e questo film dal libro "La fine e il mio inizio" ha proprio questo scopo!!!
E allora cosa c'è di meglio di Morire come Tiziano.Svanire nel nulla.Lasciare quanto è più caro.Abbandonare persone,oggetti, luoghi.Non è questo che ogni individuo teme?Ci sono uomini che ci pensano, continuamente.Che ne fanno un chiodo fisso della loro esistenza.Un monito.Il che non è per forza negativo.Mi viene in mente Charles Bukowski, per esempio.Lui ha sempre pensato alla fine. Diceva – anzi, scriveva – che la gente non esiste.Per molti di loro, per molta di quella massa ignorante non pensante, vivere è una coincidenza.E morire non è poi tanto terribile.In fondo, non hanno mai vissuto.Esistere per loro è scontato e si imprigionano da soli in mille meccanismi inutili.Lavoro, famiglia, tradimenti, sesso, mangiare, bere, il gioco, i vizi. Ma tutto senza passione.Tutto fatto perché è scontato. Gente con lo sguardo vuoto, privo di slancio.Gente che perde il punto e si occupa di particolari senza importanza.Vivere veramente è una delle difficoltà più temibili. In pochi possono morire e dire “la fine è il mio inizio”. Proprio come Tiziano Terzani.Morto nel suo letto, lontano dal mondo mediatico, serenamente e felicemente.Curioso, per quanto stava accadendo...Già, curioso. In fondo, non è un passaggio obbligato, per tutti? Animali, piante, uomini.Nei secoli dei secoli.Ogni essere vivente compie il grande passo. E’ qualcosa di naturale.Talmente naturale da terrorizzarci. Invece Tiziano vedeva questo attraversamento felicemente. Senza rimpianti. “Bisogna imparare a morire vivendo”.
 
Un concetto difficile da raggiungere, almeno in modo profondo.Lasciare, gradualmente, gli attaccamenti terreni.Anche gli affetti.Ma non nel senso di non amare più. Rendendosi semmai conto che nulla è per sempre, che ci sono cose che un uomo deve compiere da solo, perché fanno parte dell’evoluzione, della crescita. Naturalmente spirituale.Così ritroviamo questo vecchio in una casa spoglia di tutti i ricordi che aveva accumulato per anni.Insieme ai due figli, ai nipotini e alla moglie.Che ridono del suo passaggio,pur essendo dispiaciuti.Si può ridere,quando qualcuno svanisce nel nulla?Certo, se ci si rende conto che noi non siamo un corpo.Come non siamo il vestito che portiamo. Un pantalone si logora.Al punto da dover essere buttato.Così il corpo umano. L’anima non invecchia.Ma il corpo si consuma.Noi non siamo un braccio,una mano.Noi non siamo nemmeno il cervello.Noi non siamo un involucro.Quando questa esteriorità si esaurisce, non resta che cambiare.Gettare l’Io che conosciamo per costruirne un altro. Un presupposto fondamentale però è il non avere rimpianti.E Terzani si trova in una situazione di vantaggio.Ha viaggiato, conosciuto culture diverse, realizzato ogni suo sogno. E questo film tratto dal libro che come dicevo prima ho spesso citato,che ha come interpreti principali Bruno Ganz (Tiziano) ed Elio Germano (Folco) e la colonna sonora di Ludovico Einaudi racconta tutto ciò, infatti tre mesi prima di morire,Tiziano Terzani chiama il figlio Folco a Orsigna,nella loro casa di montagna,per raccontargli la sua vita. Padre e figlio si incontrano sotto un albero,unico testimone un registratore,e parlano della vita passata,delle passioni e dei divertimenti.


Terzani racconta cose di cui prima non ha mai parlato:l'infanzia povera a Firenze e i primi passi nel mondo del giornalismo.I grandi momenti della sua vita - la violenza della guerra in Vietnam,il comunismo in Cina,l'orrore del futuro visto in Giappone - si alternano ai ricordi personali di viaggi avventurosi in zone proibite,di incontri con spie,e di passioni che lo hanno portato a collezionare migliaia di libri,statue tibetane e gabbie piene di uccelli esotici.Ed è così che parola dopo parola,ricordo dopo ricordo,Terzani si mostra in tutta la sua pienezza: un uomo dalla vita intensa, colorata ed energica, un viaggiatore d'eccezione, un testimone non sempre comodo che ha attraversato gli eventi della Storia, le guerre e i grandi temi politici degli ultimi cinquant'anni. "La fine è il mio inizio" è una biografia parlata, il testamento di un padre che cerca di passare al figlio l'essenza di quello che nella vita ha imparato e soprattutto,l'ultima testimonianza  che Tiziano Terzani ci ha lasciato, l'ultima tappa di un lungo cammino per il mondo alla ricerca della verità.


2 commenti:

manusa ha detto...

che meraviglia di uomo. lo adoro! l'ho scoperto tardi, quando se ne stava per andare...i suoi libri sono per me tra i più preziosi!! e ora ho scoperto il tuo interessantissimo blog
ricercando velocemente una frase tratta da "Tre cavalli" di De luca sui libri usati che mi aveva molto colpita quando lo avevo letto (capolavoro, adoro anche lui!).sempre contenta di trovare persone sulla mia stessa sintonia. grazie!;)

ANAM ha detto...

Ciao Manu,da quello che vedo abbiamo interessi in comune e questo mi fa piacere,riguardo a Tiziano ho conosciuto le sue opere in un momento particolare della mia vita,e devo ammettere che è stata una piacevole scoperta,purtroppo non l'ho mai incontrato personalemte...Ti auguro buona giornata e buon week end nella speranza di ritrovarti in questo mio spazio!!!