18 feb 2011

A lezione di storia con Roberto Benigni...

Alla fine ci sono cascato pure io...Sì ieri ho visto Sanremo,ho fatto zapping con "AnnoZero" ovviamente solamente per Benigni,ieri dicevo a una cara amica che sicuramente oggi i giornali di destra avrebbero parlato del compenso di Roberto..e così è stato!!!!Io dico e meno male che ci sono ancora italiani come lui che restituiscono almeno in parte l'onore a questo povero paese martoriato e sciagurato.Leggere le polemiche sui compensi di Benigni in presenza di un anziano "signore" che spende milioni di euro per divertirsi con le ragazzine disonorando per questo 60 milioni di persone,dà la stessa sensazione di ricevere uno schiaffo in pieno volto
Una persona con la sua preparazione culturale è giusto che venga retribuita per quello che vale.Se la maggior parte degli italiani avesse un decimo della cultura di Benigni oggi questo paese non sarebbe la vergogna mondiale che è per colpa di qualcuno che è molto piu' ricco di lui e non sappiamo nemmeno come ha fatto a diventarlo.Da un artista della sua caratura ci si aspetta altro che lui sa dare, non certo le risate da Bagaglino,quelle con cui si è rimbecillito mezzo paese.Benigni mi è costato 2 centesimi.250.000€ a Benigni : 15.000.000 di spettatori = 0,02€...Per comparazione,il G8 è costato 10€ a italiano,Alitalia 67€..Inoltre a tutti i  "legaioli" e berlusconiani vari che sanno solo criticare volevo comunicare che l'intervento di Roberto i 250.000 euro sono andati TUTTI all'Ospedale Mayer(ospedale per bambini a Firenze) per la costruzione di un nuovo padiglione..D'altronde, se parlassero solo di cose che conoscono,non li sentiremmo da un pezzo!!!





E per restare in ambito RAI, voglio ricordare ai servi dell'attuale governo che la stessa RAI ha finanziato con 1 milione di euro il film d'esordio di un'attrice bulgara amica di Berlusconi... un milione di euro! (leggi qui) e che per "giustificare" questo ignobile finanziamento ad un'amica di Berlusconi, la corte di Berlusconi si è inventata anche un premio su misura (leggi qui).Questo è il metro di meritocrazia di cui si riempie la bocca la destra italiana, criticare il premio Oscar Roberto Benigni, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi comici italiani di sempre e come uomo di notevole cultura,e finanziare le amiche di Berlusconi di cui si sconoscono i meriti (...) o imporre dei deficienti come consiglieri regionali!

Dopo aver visto Benigni e il finale di "Anno zero" mi sono visto il vecchio Ciampi,in una intervista alla Dandini,parlare degli insegnamenti avuti dalla mamma e dalla nonna al rispetto,alla dignità e all’onestà,e parlare del grande amore e della comprensione che c’è sempre stata tra lui e la signora Franca.Mi sono immaginato le interviste che a 90 anni potrebbe rilasciare Orgasmik, degli insegnamenti avuti da Ruby, La Minetti, Noemi.O parlerebbe solo del Family -day e mostrerebbe le belle foto di famiglia che lui ha inviato a tutti noi per farsi eleggere?Parlerebbe di quanto ha fatto per salvare la nipote di Mubarak?Della sua dissociazione? amico di Putin e odio per il comunismo?O in un impeto di aterosclerosi veritiera ci direbbe di come ha sempre fregato il popolo credulone e la giustizia? Ieri sera risentendo la chiamata alla Minetti in cui parlava dell’affido di Ruby ,era lampante che conosceva la sua vera età.Ma il suo popolo si tura le orecchie e per evadere ,corrompere,guadagnare in ogni modo, lecito e illecito, si chiude alla realtà e apre il ….

FRANCESCO MERLO  Repubblica
Ci volevano le burle e le buffonerie di Roberto Benigni a cavallo, felice parodia del monumento risorgimentale, per farci capire che nonno Ciampi ce l'ha fatta e che il nostro brutto inno è finalmente diventato un inno.Anche se è vero che dobbiamo soprattutto alla Lega, alla sua cafonaggine, la promozione di quell'oltraggiata marcetta di Mameli che sino a qualche anno fa nessuno di noi ascoltava con passione. Benigni l'ha snodata come un corpo vivo, l'ha mormorata e l'ha resa smodata, e ridendo "dell'elmo di Scipio" ha dimostrato che è cresciuta così tanto nel sentimento nazionale che adesso davvero funziona come segno di forza della patria. Al punto che ormai si nega all'inno chi vuol negarsi all'Italia.
Ed è un bel successo per questo Festival che nel 1951 partì come una seconda spedizione dei Mille, la canzone italiana contro il Borbone della canzone napoletana che all'epoca era la nostra identità. Il festival aveva la missione di rendere nazionale la canzone, Nilla Pizzi era l'antidoto a Giacomo Rondinella. Achille Togliani e il duo Fasano salparono dallo scoglio ligure di Sanremo come Garibaldi era salpato dallo scoglio ligure di Quarto. E però, nonostante il living aperto di caos e di eleganza di Benigni, le sue battute su Mameli e Berlusconi, sull'Italia nazione "minorenne", sulle "mie prigioni" che Pellico scrisse pensando a Silvio, e sul Cavour "beccato con la nipote di Metternick-Mubarak" di nuovo a Sanremo l'Italia non c'era, se non come falso, come patacca a partire dal ridicolo balletto di burattini tricolori che hanno svilito anche il Guglielmo Tell di Rossini. E non c'è peggio che far sventolare una bandiera gigante per surrogare la patria. Benigni l'ha elevata ridendone e la retorica nazionalista e le monumentali fanfarate l'hanno ricacciata nella nebbia, nel miraggio.Sono sicuramente un falso "U surdatu nnamurato" e il soldato di "Addio mia bella addio" che non è mai esistito perché i guaglioni e i picciotti si sparavano sui piedi pur di non consegnare all'esercito italiano la propria fragilità, pur di non partire militari: "Io la guerra non la voglio far" cantava Gaber che ieri nell'Italia-patacca di Sanremo c'era in effigie, anche lui sventolato e dunque tradito. Non c'era invece il soldato di De André, così premuroso verso un nemico che "imbracciata l'artiglieria / non gli ricambia la cortesia". C'era lo stucchevole amore delle canzoni modulate sul miserere cattolico, sull'afflizione e sulla sofferenza come cantilene, e anche il cielo in una stanza ha perso la sua carica eversiva di libertinaggio. C'era la povertà come allegro sogno delle mille lire al mese, che Patty Pravo ha massacrato, ma non c'erano la miseria e il malessere pesante di un Paese, allora come oggi, disposto a tutto. E c'erano il "sole mio" celebrato dall'inquietante Anna Oxa e la solita "mamma / ritorno da te" che sono due nostre disgrazie nazionali, il sole che ottunde e la mamma che ci condanna all'Italietta dei bamboccioni. E "l'italiano con la chitarra in mano" è lo stereotipo di cui ci vergogniamo. Per fortuna la bellissima interpretazione di Al Bano ci ha fatto capire che più ascoltiamo "Va pensiero" e più correrà a nascondersi il cattivo pensiero della Lega che vuol trasformare la colonna sonora del Risorgimento nell'inno della secessione. Alla pessima interpretazione della star leghista Davide Van De Sfroos, che vuol dire contrabbandiere in lombardo antico, è stata invece affidata "Viva L'Italia". Questo 'contrabbandierè è un bravo e stimato musicista bardo ma era fuori luogo nella patacca nazionalista e forse proprio perché è di qualità, un po' come Battiato che sembrava il finto direttore d'orchestra, lo Scannagatti di Totò che fa l'audizione presso l'editore Discordi.Non c'erano le canzoni della liberazione e quelle popolari della sinistra, le mondine e i morti di Reggio Emilia, né c'erano le canzoni del ventennio, Papaveri e papere, e "svegliati con il gallo/ specchiati nel ruscello" e niente telefoni bianchi e tanghi della gelosia, niente turbamenti erotici, non c'era la liberazione sessuale di Patty Pravo. E Masi e La Russa in prima fila sembravano i padrini di Mazzi e Mazza, direttori della mediocrità.


Anche Sacco e Vanzetti è solo la parodia dell'orgoglio nazionale perché se non fossero stati italiani ma francesi o inglesi o tedeschi gli americani non si sarebbero permessi di assassinarli. E il Dio morto di Guccini? E la locomotiva che corre contro i padroni? E lo shampoo? E le canzoni di protesta? E Luigi Tenco che seppellì Sanremo? Prese una a una queste canzoni sono quasi tutti classici e quindi emozioni da cartolina, se le cartoline esistessero ancora. Ma tutte insieme non compongo l'epica nazionale delle finali di calcio con Pertini, dell'identità che da Bolzano a Cefalù è fatta di acqua e di monti, di caratteri e di ricette gastronomiche, di un'idea di bellezza, della commozione dinanzi alle immagini di Santa Croce o del Cupolone o dell'Etna o delle maschere del Carnevale di Venezia, della scuola e delle prefetture, degli oratori salesiani e dei servitori dello Stato, dei preti buoni e delle sezioni del Pci, delle facce bruciate dei marinai e dei contadini, di tutto quello insomma che ha un reale rapporto con le nostre memorie, non bandiere che sventolano ma radici nascoste nel profondo dei tempi e della storia, come quel sorriso contagioso che ci scambiamo cantando "poi di improvviso venivo dal vento rapito/ e incominciavo a volare nel cielo infinito" di un Paese dove è dolce anche naufragare.
"Quel gran genio del Benigni.."(di Vanessa baldazzi)

Benigni,
se tu fossi Presidente..
L'Italia sarebbe avvolta da una "strana" essenza:
la letteratura.
...Se tu fossi Presidente..
La corruzione sarebbe sostituita
dalla cultura.
Se tu fossi Presidente..
Il sapore verace ed ironico della Toscana,
invaderebbe il palato dell'Italia.
Il cinema tornerebbe ai tempi d'oro,
le attrici sarebbero vere attrici..
I registi sarebbero veri registi..
Le donne ritroverebbero la loro dignità.
La poesia, l'arte e la storia
tornerebbero protagoniste
di suprema e orgogliosa bellezza.
Ci sveglieremo dal tepore..
Saremo finalmente tutti "fratelli"
da Nord a Sud, senza distinzione.
L'Italia non sarebbe più relitto,
ma gran Signora.

1 commento:

Roberta-MdM ha detto...

Ho letto con attenzione. Hai pienamente ragione su tutto perché è quello che sta succedendo e se non si vede è perché non lo si vuole vedere.
Purtroppo lo spirito critico non appartiene alla destra. Dicono e ripetono le cose che il giornale o il telegiornale di "caGaRe in 5" proprina i telespettatori.
L'elettore di sinistra (in genere) riesce a pensare autonomamente e dice cosa non va e perché non va bene.
Francamente è questa la cosa + triste che ha fatto il B.: lessare e muovere a suo piacimento i neuroni dei suoi adepti.
Mi sembra di assistere ad una partita di calcio con amanti del calcio e ULTRA' che va bene anche una stronzata se la fa uno della propria casa.
Ah, dimenticavo i magistrati sono i cattivoni: gli arbitri che, per chi ama il calcio, sono indispensabili per un giusto svolgimento del gioco ma per gli ULTRA' rappresenta un nemico se fischia un fallo alla loro squadra.
Che dire? Detesto il calcio e non posso apprezzare manco questo modo di far politica per consumarsi la propria vendetta e per lavarsi l'anima.