Voglio ritornare all'argomento d'ieri sul legittimo impedimento,come sappiamo è stato parzialmente respinto un provvedimento dove,con un'autocertificazione,l'imputato decideva da solo se poteva presentarsi al processo oppure no,cioè colui che doveva essere processato stabiliva se farsi processare o no,scavalcando dunque sia la legge che l'entità dei suoi reati.E' stata bocciata anche se solo in parte purtroppo questa porcheria,qualcuno,"guarda caso" il solito bondi, ha avuto anche il coraggio di parlare di "rovesciamento dell'ordine democratico".HAHAHAHAHA....Mi scappa una risata...Sappiamo che Berlusconi è un Presidente del Consiglio che da svariati anni impedisce alla Magistratura di giudicarlo per reati gravissimi, e lo fa attraverso l'utilizzazione del Parlamento che vergognosamente vota leggi che sono contrarie ai principi della Costituzione: la "legge Cirielli", il "lodo Schifani", il "lodo Alfano" e adesso il "legittimo impedimento".
Quanti dovrebbero vergognarsi di una tale porcheria? Eppure stanno ancora tutti al loro posto! I Parlamentari di maggioranza e spesso anche di mezza o di finta opposizione, l'esercito dei suoi avvocati in gran parte pagati dai cittadini contribuenti in quanto incredibilmente sono parlamentari per poter svolgere al meglio la loro spregevole funzione di assistenza legale al proprio "cliente", i dirigenti e i funzionari della maggior parte delle nostre istituzioni "sensibili" alle esigenze del nostro "caro" Presidente perseguitato dai "giudici di sinistra", per non parlare poi dei "comuni" cittadini, forse inconsapevoli ma non per questo meno responsabili, sottoposti quotidianamente al bombardamento mediatico connivente con lui e convinti delle sue "ragioni". Se non altro la bocciatura ha ridimensionato l’odioso atteggiamento spavaldo di Berlusconi.Spero che serva da lezione anche al nostro Presidente Napolitano, propenso a firmare tutto quello che gli viene presentato. Non è la prima volta che la Consulta gli boccia una legge. Qualche tempo fa, lo stesso ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo aveva consigliato a non firmare certi ddl palesemente incostituzionali, come il “Lodo Alfano”, oltre all’invio di una lettera firmata da cento illustri giuristi che lo invitavano a fare altrettanto. Gli sforzi per farlo desistere furono vani. Napolitano firmò ugualmente. Tutti ricorderanno il richiamo di quel cittadino che lo esortava per strada a non firmare certe leggi ingiuste che discriminano l’eguaglianza sociale, al quale rispose che non sarebbe servito a niente, perché le Camere avrebbero ripresentato il medesimo provvedimento; dimenticando però l’avvertimento di Ciampi, il quale gli aveva più volte ripetuto che il rinvio di una legge ha un forte impatto politico e giuridico.
Se potessi, gli regalerei una delle tante penne che tengo in macchina che, sebbene nuove, non scrivono mai quando servono e devo fregarle per dieci minuti prima che comincino a lasciare i primi segni incerti sul foglio...Certo alla luce di questo non c'è da cantare vittoria,chiedendomi come è possibile risollevare da tale fango maleodorante il paese senza uno scatto di dignità della gente e mezzi adeguati? Ma le vicende di Mirafiori e lo squallore dei sostenitori (magari anche non favorevoli al pluribeneficiato Capo del Governo) delle ragioni di Marchionne e del vergognoso ricatto imposto ai lavoratori della Fiat stanno a dimostrare che molto deve cambiare per poter almeno sperare non tanto in un vero e proprio scatto di dignità di chi ancora è rimasto immune da questo scempio , ma almeno in un suo timido inizio.
Con la corda al collo
È triste la vita sotto ricatto, e nonostante tutte le possibili obiezioni, continuo a pensare che non sia vita. Fa tristezza sapere ed essere certissimi che pure estirpato il peggior cancro della nostra società, quel tizio malavitoso, non cambierebbe assolutamente nulla. La nostra vita da ricattati è comoda per chiunque decida di assumere il potere, dato che in Italia nemmeno il voto ha più senso democratico.
Siamo vittime di un lento strozzinaggio della morale, che ci siamo portati dentro come un vizio, per oltre quarant’anni. Da quando ci dissero che avere il frigorifero in casa ci avrebbe fatto risparmiare, o da quando abbiamo smesso di aggiustare le cose, perché tanto al supermercato ce n’era una in offerta che forse sarebbe stata anche migliore. Ci hanno insegnato a consumare convincendoci che saremo stati felici, e che solo avendo avremmo potuto essere appagati. Ci siamo caduti tutti, più o meno, ed ora ci presentano il conto. Lo strozzino, quando non puoi pagare, inizia a farti a pezzi lentamente, fino a quando muori.Marchionne è uno dei primi castigamatti mandato a riscuotere, e altri ne verranno. O altri ne sono venuti, come a Taranto per esempio, dove tutto sommato si sopporta di prendersi anche il cancro pur di continuare ad avere quella parvenza di vita. Certo Torino è differente, là lo strozzinaggio esce allo scoperto, e segna la strada per il ricatto a viso scoperto, senza vergogna, e addirittura sponsorizzato da coloro che nemmeno troppo tempo fa, davanti a quei cancelli della FIAT ci stavano insieme a Enrico Berlinguer, che per fortuna è morto.
Altri arriveranno, a stringere la corda al collo di tutti noi, non abbastanza da soffocarci, perché sennò non saremo più utili per continuare comunque a consumare almeno lo stretto necessario.Dicono che prima o poi la differenza sociale, la fame, questo strozzinaggio faranno sì che scoppi la rivolta, ma io non ci credo nemmeno un po’. Non è popolo da lotta l’italiano, semmai quello che ha bisogno di lamentarsi e lamentare e sperare e sognare. Magari qualcosa si muoverà, magari prima o poi qualcuno deciderà che è meglio ammazzarsi portandosi dietro qualcuno che non andare nel bosco ed impiccarsi al ramo più alto, ma non diventerà un eroe, sarà al massimo compatito, se non peggio deriso o umiliato anche dopo morto.L’unica lotta che l’italiano continuerà a fare in silenzio e con abnegazione sarà quella della sopravvivenza, imponendo anche a sé la furbizia che ha sempre osteggiato negli altri. E non capirà che accompagnando il suo gesto “furbo” con le parole che spesso si dicono a mo’ d’assoluzione, per esempio: “Che devo essere solo io a pagare le tasse?” continuerà ad essere vittima ricattabile di un sistema che così bene ha saputo contribuire a creare. Essere abbastanza bravi da eludere le regole prima era un pregio, oggi invece è diventata una necessità. Non mi va più di sentir dire che non succede nulla perché tutto sommato l’italiano sta bene. Non succede nulla semplicemente perché si vive nel terrore di perdere anche quel poco che si ha, anche quando forse non si ha abbastanza coraggio per ammettere che giorno per giorno quel poco diventa sempre meno. E perché si conserva il sogno che abbattendo il tizio, come per incanto tutto finirà e torneremo all’antico lustro, sempre che davvero mai uno ce ne sia stato.Probabilmente bisognerebbe avere il coraggio di costringersi alla fame, e la dignità per non farsela imporre dal ricattatore di turno, per tornare a ridare un senso all’esistenza e persino alla R-esistenza.
Apolide
14 gen 2011
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