14 dic 2010

Aspettando il voto

Aspettando il voto....
Inutile fare tanti conti, alla camera avrà la fiducia,questa votazione parlamentare pur necessaria è solo una perdita di tempo:comunque vadano le cose,l'ingovernabilità la farà da vera padrona.Siamo già OLTRE la SFIDUCIA e non solo in parlamento...Non bastano le manifestazioni, le piazze che continuano a chiedere a gran voce un radicale cambiamento della Politica? Non bastano i tetti a contenere tutti i manifestanti, non bastano i monumenti a contenere tutti gli striscioni. I Parlamentari sono l'unica classe che non sta manifestando. Tutto il Paese chiede a gran voce di cambiare. Non possiamo più mantenere questa classe di CORROTTI, di PRIVILEGIATI. Il Paese è in ginocchio. Ci sono 40enni che pur preparati e qualificati, con esperienza, non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato, nè hanno prospettive di averlo e si vedono scavalcati da chi viene chiamato a lavorare con CHIAMATA DIRETTA e senza concorso in Aziende Pubbliche, ma con buone relazioni tra Politici e Assessori. I MIGLIORI e gli ONESTI sono costretti a EMIGRARE, oppure sono condannati al LAVORO NERO, mentre le opportunità sono riservate al NEPOTISMO e al CLIENTELISMO. Quanto possiamo reggere ancora il Sistema GELATINA?

Il pezzo di Peter Gomez e Marco Travaglio(il fatto quotidiano)

Domani probabilmente Silvio Berlusconi otterrà la fiducia, per uno o due voti, grazie a una quindicina di deputati comprati a prezzo modico e a tre deputate partorienti. Fiducia a termine, destinata a durare solo finché il governo non lascerà le Camere per tornare ad asserragliarsi nel Palazzo. Poi provvederà Umberto Bossi a staccare la spina, mandandoci alle elezioni anticipate.

L’esecutivo del “miglior premier degli ultimi 150 anni” è infatti morto da un pezzo. E sarebbe già sepolto se Fini non si fosse fatto convincere, per un eccesso di responsabilità istituzionale, dal capo dello Stato che un mese fa gli chiese di rinviare il voto sulla mozione di sfiducia alla Camera al 14 dicembre, dando così il tempo al Presidente del Consiglio di indire l’asta per gli onorevoli mancanti.
Ma forse è meglio così: la tragicomica e corrotta sfiducia di domani è una buona occasione, forse l’ultima, per indurre mezza Italia a riflettere su se stessa.Come hanno potuto milioni di cittadini votare per uno come Berlusconi, quand’era chiaro fin dall’inizio che lui era sceso in campo solo per farsi gli affari suoi? Come hanno potuto interi plotoni di giornalisti e intellettuali spacciarlo per il campione della “rivoluzione liberale”, mentre lui brigava notte e giorno, nelle ore lasciate libere dalle ragazze a pagamento, per scampare ai suoi processi e arraffare milioni? Come ha potuto l’opposizione, salvo rare eccezioni, glissare sul conflitto d’interessi che, proprio in questi giorni, ha esplicato la sua geometrica potenza con l’intero gruppo Mediaset impegnato a offrire carote ai consenzienti e a minacciare bastoni ai dissenzienti?Sabato, durante la manifestazione del Pd, nessuno ha osato ricordare la verità: e cioè che il premier è abbarbicato disperatamente non al governo, ma all’annesso legittimo impedimento per sfuggire ai tribunali e alla giustizia. Così, sia pure con sedici anni di ritardo, l’ha dovuto fare Fini.
Domani Fini, da presidente della Camera, sarà costretto ad astenersi come vuole la prassi. Ma, se il pannello luminoso di Montecitorio segnasse il pareggio, Fini deve pensare una cosa. Una possibilità ancora ce l’ha. Quella di dimettersi e votare contro il premier. Perderebbe la poltrona, certo. Ma con la sua sfiducia farebbe davvero la storia.

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