28 set 2010

Da Trilussa a Bossi all'informazione....

"Conterò poco, è vero"
diceva l'Uno ar Zero:
"ma tu che vali? Gnente: proprio gnente
sia nell'azzione come ner pensiero
rimani un coso vôto e inconcrudente.
Io, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
E' questione de nummeri.
A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
Che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso".

Ciao amici,buonasera...prima di tutto voglio ringraziare tutti voi per l'affetto e la stima dimostrate nel giorno del mio compleanno...grazie di <3!!!
Tornando allo sfogo quotidiano,potrei  prendere spunto dall'immagine e "poesia dedicata" al signor Bossi,e dell'ennesima dichiarazione del solito coglione in camicia verde e potrei pure parlare del solito  tiggìuno di  Minzolini che non ha  nemmeno riportato la notizia ? ne parla tutto il mondo,come mai un "giornalista" così solerte, il direttore del primo telegiornale della tv pubblica ha ritenuto di non dover mettere nella scaletta le simpatiche esternazioni di quel che resta del senatùr? Potrei parlare della casa di Montecarlo(ancora!) non lo farò tranquilli...invece voglio fare una piccola riflessione...sull'informazione e come informare!!!
In questo paese ci sono eserciti d'intellettuali che si occupano della qualsiasi, li vediamo ogni giorno: scrivono libri su libri in un paese dove i lettori di libri sono purtroppo una strettissima minoranza, vendono i loro articoli ai quotidiani, parlano da ribalte piu' o meno eccellenti. Studiano, cercano le ricette per una società migliore, per un mondo piu' vivibile e a misura di persona. Però non si fanno capire da tutti perché usano un linguaggio che non è alla portata di tutti. Le loro analisi complicatissime possono essere - spesso lo sono - anche giuste ma sono cucite insieme da una serie di parole incomprensibili.Chi si rivolge al mondo ha il dovere di farsi capire, perché non tutto il mondo ha avuto ed ha la possibilità di spaccarsi la testa sui libri né lavora ad una scrivania con un pc sempre a portata di mano per leggere e informarsi(penso ai miei genitori sulla soglia dei 70 che a malapena sanno usare il telefonino)...Non tutti fanno caso ad un apostrofo ben inserito e alla virgola che manca.Quelli sono dettagli importanti solo per maestrini e maestrine con la penna rossa.
Ecco perché alla fine vince chi sa farsi ascoltare e capire, anche se quello che dice non va bene e non è giusto,ed ecco perché gl'intellettuali,malgrado i loro sforzi non hanno mai risolto uno solo dei veri problemi della gente.La vera rivoluzione culturale,da cui puo' scaturire un cambiamento,non si fa col linguaggio affettato,quello dei salotti radical chic frequentati da gente di nicchia sempre con la puzza sotto il naso, la vera Rivoluzione si fa dicendo cose sensate e facendosi capire.
Prima che sia troppo tardi se non addirittura inutile....

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