21 ago 2010

"In nome della madre" di Erri De Luca

Il bue ha muggito piano,
l'asina ha sbatacchiato forte le orecchie.
E' stato un applauso di bestie il primo benvenuto al mondo di Ieshu,
figlio mio.
Non ho chiamato Iosef.
Gli avevo promesso un figlio all'alba ed era ancora notte.
Fino alla prima luce Ieshu e' solamente mio.
E' solamente mio:voglio cantare una canzone con queste tre parole e basta.
Stanotte qui a Bet Lehem e' solamente mio.
Succhiava e respirava,
la mia sostanza e l'aria:
"Non potrai avere niente di piu' bello di questo bimbo mio.
Il respiro di una notte di kislev scarsa di luna te l'offre la tua terra d'Israele,
il succo di madre-patria lo spremi tu da me.
Questo e' il meglio che potremo darti, la tua terra e io".Fuori c'e' il mondo,
i padri,le leggi,gli eserciti,
i registri in cui iscrivere il tuo nome,
la circoncisione che ti dara' l'appartenenza a un popolo.
Fuori c'e' odore di vino.
Fuori c'e' l'accampamento degli uomini.
Qui dentro siamo solo noi,
un calore di bestie ci avvolge e noi siamo al riparo dal mondo fino all'alba.
Poi entreranno e tu non sarai piu' mio.

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