4 ago 2010

LA STORIA DI ALFREDINO RAMPI

Alfredo Rampi questo nome ai più giovani non dirà niente,ma chi come me ha vissuto quell'estate del 1981 lo ricorderà benissimo,si perchè quel giorno le tre reti della Rai,unificate,trasmetterono una sola immagine,che raccontava a tutti la stessa storia:Alfredo Rampi,sei anni,è caduto in un buco nella piana di Vermicino!!Io Alfredino lo ricordo bene così come la sua storia,anche se avevo solo 5 anni,ma ricordo tutto..le immagini le giornate,il caldo e l’angoscia..Ricordo che dal quel giorno mia nonna ogni volta che andavo a giocare(vivevo e vivo in campagna),si raccomandava di stare attento citando quello che era successo al povero  Alfredino,e quindi per anni ogni volta che correvo e giocavo nei prati ho avuto paura di cadere nel pozzo così come era successo ad Alfredino...Sì a noi quella vicenda tocco profondamente,noi i bambini degli anni'8o,quel giorno scoprimmo nella maniera più cruda e orrenda che anche un bambino sorridente con una canottiera a righe poteva morire d'estate.Chiamando la mamma.Morire come avremmo potuto morire noi.Senza colpa.Con centinaia di soccorritori senza possibilità.Inghiottito dalla terra. Incastrato,ferito e costretto tra la roccia ed un fango gelido.Soffocato.Nel buio. Che le favole non esistevano.Che i supereroi non esistevano.Che la vita poteva essere un incubo da cui nessuno riusciva a tirarci fuori. Tempo fà ho visto lo speciale a la Storia "Siamo noi",e a distanza di anni anche con l’aiuto di internet ho potuto chiarire molti dubbi su quell’immagine che avevo da bambino e sopratutto per l'orribile show ...il primo reality show(orribile trovata) della storia!!!
Personalmente,provo un forte senso di ingiustizia,nel vedere che quelo stesso fatto di cronaca,na piccola tragedia privata,di campagna,che per tre giorni si è trasformata nel primo grande reality show all'italiana,ora giacia abbandonata, stracciata,impolverata nel profondo dell'animo di chi l'ha a suo tempo vissuta da spettatore.Per questo sento il bisogno,probabilmente di parlarne,di ragionarci sopra.Perché credo che l'omertà che grava ingiustamente sulla storia del povero Alfredino dipenda proprio dal fatto che,mentre per il piccolo Samuele di Cogne le condanne,bene o male,sono fioccate,mentre per il povero Tommy (ricordate?Il bimbo che fu ucciso a Badilate da un malvivente) un mostro c'è stato,mentre per la strage di Erba gli assassini sono stati trovati subito....Qui non c'è un colpevole,non esiste qualcuno che si sia macchiato di un crimine. Il caso di Vermicino è solamente la sconfitta de genere umano,che oggi è capace di sbarcare sulla Luna,ma un attimo dopo non è in grado di salvare un bimbo caduto in un pozzo.
L'Italia si ferma,trema,segue con trepidazione la sorte di un bambino,che è appesa ad un filo.Gli italiani si chiudono in casa,fuggono da quel caldo opprimente che martella sulle loro teste già da diversi giorni,hanno finalmente trovato un diversivo con cui riempire il vuoto di un 1981 che ha bisogno di un evento lieto,di una favola che finisca bene,dall'epilogo roseo e positivo per una nazione martoriata dalla corruzione(la loggia P2),dal terrorismo di ogni genere e matrice.Ma questa favola non finisce bene.L'Italia non ha il suo lieto fine.Così la diretta più lunga della storia della televisione italiana si trasforma in pretesto per allietare le serate degli italiani,che disertano la vita notturna per le strade,ma rimangono a santificare quel nuovo focolare domestico,che è un Televisore sempre più schiavista,sempre più prepotente,invadente ed inquietante,ad illuminare,ciascuno,la cornice della propria finestra,creando quel clima d'aria d'estate,da finale dei mondiali,in cui ogni palazzo pare un formicaio che brulica di vita di attesa,di impaziente attesa.

Ma l'attesa termina la notte di quel tredici giugno,in cui i riflettori si spengono ed in cui il goal è mancato,lasciando con l'amaro in bocca tutti gli spettatori presenti sugli spalti o tutti coloro che seguivano la "partita" davanti alla Tv. E così..L'asso nella manica è stato giocato,bene o male,anche se non ha portato i risultati sperati.E la televisione non sarà più la stessa.
Forse la società non sarà più la stessa,ingenua e impreparata ad un evento di morte, ad uno spetacolo di sangue,grida,lacrime,ma diverrà sempe più maliziosa.

Ogni tanto penso a che cosa succederebbe oggi,se un bambino cadesse in un pozzo ed i soccorsi risultassero tanto difficoltosi da richiamare l'attenzione pubblica in tal maniera.Forse non ci sarebbe solo quell'unica,temeraria ed iriverente cinepresa a monitorare quell'agonia protratta nei giorni. Ma probabilmente ognuno sarebbe presente, a Vermicino,con il suo videofonino,con la sua telecamerina,a registrare la sua presenza, a marcare il diario delle sue esperienze vissute,a poter mostrare al Mondo ed urlare,in quell'ammasso di voci che si accavallano l'una sull'altra,che lui c'era,senza rendersi conto,in realtà,di non star registrando in diretta soltanto la morte di un bambno,ma di star filmando l'agonia di un'intera società,dell'intro genere umano. Perché da quel 13 Giugno del 1981,da quando la morte si è fatta consuetuine, anche se gli italiani hanno voluto dimenticare Alfredino,in realtà, ogni giorno la televisione ci strazia con qualche nuovo Vermicino ,ci assorda con il coro stonato e stridente di una miriade di voci che sanno solo ammasarsi ed agrovigliarsi vicendevolmente,ma di certo non sono capaci di ascoltarsi reciprocamente Questo mondo,crudele,e selvaggio,che da quel 13 giugno del 1981 che è precipitato in un pozzo nero,buio profondo,Alfredino

LA CRONACA
E' la sera del 10 giugno 1981.Sono circa le 19: il piccolo Alfredo Rampi, di 6 anni, sta passeggiando con il padre a poche centinaia di metri dalla sua casa, nella campagna dei dintorni di Roma, precisamente nell'abitato di Vermicino.Il bambino, stanco, chiede al padre se può tornare a casa da solo:il padre acconsente,in fondo si tratta solo di attraversare un prato.Quando però, dopo una mezz'ora, Alfredino non fa ritorno a casa, inizia il dramma.Iniziano subito le ricerche e, circa due ore dopo, un carabiniere sente provenire dei flebili lamenti da sotto una pesante lastra di metallo: rimossa la lastra, si scopre l'entrata di un pozzo artesiano, profondo più di 80 metri e largo solo una trentina di centimetri.In breve iniziano le operazioni di soccorso, ma soprattutto inizia il grande evento mediatico che farà passare alla storia questo triste evento.Dapprima sono le televisioni locali del Lazio ad occuparsi della vicenda, durante la notte.Ma il mattino seguente, nell'edizione delle 13 del TG2 (quando ormai Alfredo è nel pozzo da quasi 18 ore), parte un collegamento diretto dal luogo del fatto. La diretta nazionale si prolunga oltre la durata normale del telegiornale: si spera che presto il bambino venga estratto dal pozzo. Si spera insomma di poter filmare il salvataggio in diretta.Dapprima l'evento viene raccontato in una serie di edizioni straordinarie dei TG nazionali, poi l'evento televisivo esplode in tutto il suo macabro e morboso splendore: una diretta non stop di 18 ore a reti unificate.
Nel frattempo, durante la notte immediatamente successiva alla caduta di Alfredo nel pozzo, i soccorsi, confusi e non coordinati, le tentano tutte. Dapprima si prova a calare nel pozzo un'assicella di legno alla quale Alfredo (che, si ritiene, è incastrato ad una profondità di circa 36 metri) possa aggrapparsi in modo da essere tirato fuori.Purtroppo però il tentativo si rivela maldestro: l'assicella si incastra nel cunicolo circa 2 metri sopra la testa del bambino.,Successivamente sono dei giovani speleologi a tentare di calarsi nel pozzo, non solo per tentare di recuperare il bambino ma, soprattutto, per levare da li la maledetta assicella di legno, che impedisce qualunque altro intervento. Nessuno dei due "inviati", però, riesce nemmeno a raggiungere l'asticella: il pozzo è troppo stretto.Gli speleologi, convinti di potercela fare, chiedono di tentare di nuovo, ma vengono fermati dai Vigili del Fuoco: nelle prime ore del mattino infatti è iniziato lo scavo, con una trivella, di un pozzo parallelo a quello in cui è intrappolato Alfredino, in modo da scavare un tunnel di collegamento per raggiungere il bambino e trarlo in salvo.I pompieri stimano che questa opera sarà completata in poche ore... ma la realtà si rivela ben presto: sotto ad uno strato superficiale di terra e humus, c'è infatti uno spesso strato di dura pietra, che rallenta notevolmente lo scavo della trivella.Sono ormai 24 ore che Alfredo è intrappolato, ed attorno al pozzo si è radunata una folla surreale: quasi 10 mila persone, ognuno dei quali vuole aiutare, vuole proporre, vuole guardare.Ci sono persino venditori ambulanti che vendono bibite e panini.Lo scavo della trivella continua in diretta TV, mentre il capo dei Vigili del Fuoco parla con Alfredino, tramite un microfono che è stato calato nel pozzo, e che trasmette la voce ed i lamenti del bambino.Il pomeriggio del 12 giugno, quando sono ormai 48 ore che il bambino è intrappolato, arriva sul posto l'allora Presidente della Repubblica Pertini: un gesto generoso e umano, che però, forse, non fa altro che aumentare la confusione.
Ma questa favola non finisce bene.L'Italia non ha il suo lieto fine.Così la diretta più lunga della storia della televisione italiana si trasforma in pretesto per allietare le serate degli italiani,che disertano la vita notturna per le strade,ma rimangono a santificare quel nuovo focolare domestico,che è un Televisore sempre più schiavista,sempre più prepotente,invadente ed inquietante,ad illuminare,ciascuno,la cornice della propria finestra,creando quel clima d'aria d'estate,da finale dei mondiali,in cui ogni palazzo pare un formicaio che brulica di vita di attesa,di impaziente attesa. Ed è in quelle ore che, vista la tragica lentezza della trivella (che è giunta a circa 30 metri di profondità) si decide di scavare comunque il tunnel di collegamento.Ma ecco un nuovo, sconcertante colpo di scena. Quando i soccorritori si affacciano nel pozzo artesiano, convinti che Alfredino si trovi poco sopra o poco sotto le loro teste, il mondo crolla loro addosso: il bambino non c'è.Si chiede allora di nuovo aiuto agli speleologi che si erano per primi calati nel pozzo due giorni prima, ed è grazie a loro che si scopre che Alfredino si trova a oltre 60 metri di profondità, e non a 35 come stimato in precedenza.Forse le vibrazioni della trivella lo hanno fatto scivolare ancora più in basso...Ormai regna la disperazione.Il bambino non risponde più a chi lo chiama.Si decide di far calare nel pozzo Angelo Licheri, un appassionato speleologo dal corpo eccezionalmente minuto.
Licheri riuscirà, ferendosi con le rocce delle pareti del cunicolo,a raggiungere Alfredino,oramai in fin di vita.Tenterà di legarne le braccia con una benda,ma il bambino,sporco di fango,è troppo scivoloso.
Dopo 45 minuti Licheri torna in superficie, stravolto.Nelle prime ore del mattino si tenta con un altro speleologo, Donato Caruso, di corporatura simile al Licheri,la stessa operazione di recupero precedente.Ma ormai non c'è più niente da fare. E' proprio Caruso, tornando in superficie alle 6:30 del 13 giugno, ad annunciare che Alfredo è morto.Gli italiani,che erano rimasti incollati alla televisione per 18 ore consecutive per quella che fu la prima imponente diretta della TV italiana,spengono i loro televisori stanchi,delusi ed amareggiati.Il corpo di Alfredino,conservato con gas refrigeranti,sarà recuperato un mese dopo, l'11 luglio del 1981.La tragedia di Vermicino, come è passata alla storia, provocò successivamente accesi dibattiti.Il primo, più famoso,riguardava l'opportunità di trasmettere in diretta eventi simili.

2 commenti:

Camillo ha detto...

Complimenti per il tuo blog. E' il tipo di blog che avevo in mente di attuare quasi due anni fa, quando ho creato Il Blog dell'Opinione. Poi la politica, l'avversione per Berlusconi, lo sfascio del nostro Paese hanno avuto il sopravvento, e ora mi trovo a gestire un blog di altro indirizzo. Ma va bene così. Il tuo blog è davvero molto ispirato, riflessivo, poetico. Bello davvero. Continua cosi' e di nuovo complimenti.

ANAM ha detto...

Buonasera Camillo,grazie mille per i complimenti...Credimi,ti capisco!!ogni giorno nel mio account Facebook mi trovo nelle tue stesse condizioni,inteminabili discussioni,confronti con amici idee tutto sulla politica,per questo ho deciso di creare pure questo blog,per trovare un momento quotidiano per parlare di altro(anche se spesso la politica compare pure qua,impossibile distaccarsi del tutto)un qualcosa più personale dello spazio Fb..Ci tengo a dire che visito il tuo blog(quotidianamente)e le tue riflessioni sono spunti interessanti per i miei confronti nel social network...
Emanuele B.