27 lug 2010

La notte di San Lorenzo

Guardando,il programma del mio comune(Carmignano) su gli eventi del mese,compreso la Notte di San lorenzo(10 agosto)mi sono ricordato di questo film/capolavoro dei fratelli Taviani che racconta una storia reale della resistenza Toscana precisamente nel paese di San Miniato(pisa)e pensando a questo film mi tornata la filastrocca:
Mardocchio e mardocchiati /san Giobbe aveva i bachi
medicina medicina / un po’ di cacca di gallina
un po’ di cane un po’ di gatto /domattina è tutto fatto
singhiozzo singhiozzo /albero mozzo
vite tagliata /vattene a casa
pioggia pioggia /corri corri
fammi andare via i porri
.Questa è la filastrocca cantata da una piccola bambina nel momento del massimo pericolo,quando la battaglia tra fascisti e partigiani è all’epilogo e i morti macchiano di rosso il grano dorato dell’estate del 1944,riassume bene la poesia che attraversa il film.La notte di San Lorenzo è una notte magica,infonde speranza per il futuro e i desideri si allineano,seguendole,alle tante stelle cadenti che colorano la notte blu di un bianco fosforescente,surreale.I desideri e i sogni della bambina diventata adulta,che all’inizio degli anni '80 esprime le sue speranze al piccolo neonato,mirando la notte stellata distesa sopra una Firenze più sognata che osservata,ricordano un’altra notte magica di tanti anni prima,quando il fronte della guerra attraversò la campagna toscana nei dintorni di Firenze
Il film, pur narrando un periodo tragico e drammatico della nostra storia e mostrando le atrocità della guerra e le sofferenze inflitte alla popolazione civile soprattutto nel momento della ritirata dell’esercito nazista e dei fascisti italiani,mostra gli eventi non in modo naturalistico ma quasi magico.Il film è una fiaba,o meglio,potrebbe anche esserlo se non fosse per la realtà che preme con veemenza,o per la morte che si respira sequenza dopo sequenza,fino all’esplosione finale,tragica,di un epilogo che ci mostra tante vite troncate e famiglie spezzate e una sofferenza talmente grande da non potere essere contenuta all'interno di un solo cuore.I Taviani trovano quindi una mediazione tra il naturalismo di immagini tanto strazianti e la fiaba,la magia di un desiderio,un anelito di speranza,filtrando la storia attraverso i ricordi di una bambina.In altri termini “La notte di San Lorenzo” è tutto ciò che rimane dei ricordi di una donna adulta che dopo quaranta anni risuscita gli eventi che ha vissuto da bambina.


Quei giorni difficili e duri sono esperiti dalla piccola quasi come un divertimento: la folla che fugge per le campagne intorno a San Martino(San Miniato) e che viene aggredita dai fascisti,nonché gli scontri a fuoco con morte e devastazione che ne consegue,sono visti attraverso lo sguardo infantile del passato (d'altronde i ricordi del lontano passato sono sempre infantili).Il ricordo ha trasformato la realtà ma non l’ha distorta..La notte di San Lorenzo significa molto più di quello che spiega.Il fatto stesso di non spiegare naturalisticamente la Storia,anzi tenendola vagamente celata tra le pieghe delle immagini,amplifica il senso oltre lo schermo finché il film entra in sintonia con il nostro sguardo lontano,annullando la distanza e il gioco della rappresentazione.


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