20 giu 2010

Novecento Bertolucci

Novecento"secondo me sta a tutto il resto del cinema italiano come la Cappella Sistina sta a tutto il resto della pittura mondiale."Novecento" e' il più grande,vero,grande film "capolavoro" del nostro cinema,pur cosi'ricco di film meravigliosi...Gli interpreti,basti pensare a De Niro,Depardieu,Lancaster e Sutherland per farvi un idea del rango di attori presenti nel film poi le musiche di Morricone,la tematica trattata,l'alternarsi delle stagioni,la crudezza della verita',l'angoscia e lo sgomento della crudelta' fascista,la violenza e l'efferatezza del crimine e ancora tutto l'insieme di emozioni e odii che il film suscita nello spettatore piu' attento,sono una esperienza visiva indimenticabile e infatti mai dimenticata.Ho visto "Novecento" tante volte e ancora oggi mi commuove in ogni suo fotogramma.....





La storia di milioni di donne e uomini per secoli e secoli è stata essenzialmente una storia fatta solo di fame e miseria esattamente come si vede in questa terribile scena...


Bellissima scena del 25 aprile 1945,la Liberazione: “Anita, dicci un po’ cosa vedi! Cosa vedo?Un mucchio di cose: ecco,vedo un sacco di briganti neri che scappano via come conigli,e vedo uno dei nostri che gli corre dietro”.Magnifico.

TRAMA:Bertolucci immortala un periodo cruciale della storia d'Italia.Sullo scenario costituito dai rapporti tra latifondisti e contadini,di cui viene ripercorsa l'evoluzione dalla sottomissione e dallo sfruttamento più bieco fino all'emancipazione sancita con la liberazione del 25 aprile,si staglia la "particolare" vicenda umana di due amici:Alfredo, figlio di un proprietario terriero e futuro padrone, e Olmo, figlio di un fattore.
Bertolucci ci narra lo svilpparsi negli anni di questo rapporto specularmente a quello "generale" tra servi e padroni: la spontaneità e la naturalezza dell'amicizia tra bambini, raccontata nella prima parte, si perderà successivamente con il subentrare prepotenete del classismo sociale, quando Alfredo erediterà la posizione del padre e Olmo diverrà un suo subordinato. Tuttavia, anche quando l'evolversi della politica e della storia porterà i due protagonisti a scontrarsi (da un lato Alfredo sarà il tacito connivente dei fascisti che perseguitano Olmo, mentre quest'ultimo, con la liberazione dalla dittatura, rappresentata dalla folle ferocia di Attila, divverrà il "giudice" che giudicherà le azioni dell'amico nei confronti del proletariato) il sostrato affettivo che li lega, li porterà, di straforo, ad aiutarsi vicendevolmente ed a riconciliarli.
La profonda amicizia tra Alfredo e Olmo, tanto avversata dalla storia e dalle sovrastrutturà sociali, sembra trionfare alla fine e trovare il suggello e il culmine nell'atto estremo con cui termina il film.
Tra i due si colloca la figura centrale della moglie di Alfredo, che rappresenta l'incarnazione del sentimento più puro che rifugge dalle nequizie dei suoi tempi e dagli incomprensibili conflitti sociali che hanno portato Alfredo e Olmo a fronteggiarsi.Ella sembra porsi tra i due mondi facendo da legame tra di loro, quello dei padroni e quello dei servi,la cui inconciliabilià determinerà la sua fuga.Film fondamentale della storia cinematografica italiana e mondiale!!!

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