23 mag 2010

Primo Levi-SE QUESTO E' UN UOMO

Se questo e' un uomo Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare...
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi...
2a parte:

Caro mondo
ti scrivo vergognato
dal campo della morte,
nemmeno parafrasando Dante
si può riuscire ad inventare
"il lavoro rende liberi"
un'agonia infernale da cui
neanche chi sopravvive
riuscirà ad essere
vivo.
È questo un viaggio per non dimenticare
le torture della fame,
gli affamati di dignità,
il panico delle violenze,
il terrore delle umiliazioni,
le luride epidemie,
inceneritori per nascondere la menzogna.
Emozioni silenti
sono colpi nello stomaco,
salgono fino alla gola,
la rabbia si sfoga
in un pianto
che non riesci a frenare,
ma non devi fermarlo.
Volti che immagini,
in un ciuffo che rotola nel tempo,
una valigia capovolta,
un abito strappato,
una scarpa rotta
e li vedi ancora lì
sottomessi giornate in piedi,
al freddo o sotto la pioggia,
per quale motivo machiavellico
di chi lo ha fatto
e di chi ha voltato lo sguardo
in silenzio.
Un viaggio per non dimenticare
solo baffetti e stivali militari,
ma anche Stalin, Mao e Pol Pot,
per non avere vuoti di memoria
come in Srebrenica
o nel Congo,
ovunque ci sia anche un solo martire,
ovunque c'è una guerra.
Puoi solo sperare
contro ogni utopia
che le gocce d'amore
in ogni cuore
salgano lente
inondando le menti,
per non dimenticare
di chiedersi
"Se questo è un uomo"
(Primo Levi 1947)

Primo Levi, Se questo è un uomo)
La loro vita è breve e il loro numero sterminato; sono loro i sommersi; loro la massa anonima, continuamente rinnovata e sempre identica, dei non-uomini che marciano e faticano in silenzio, spenta in loro la scintilla divina, già troppo vuoti per soffrire veramente. Si esita a chiamarli vivi: si esita a chiamar morte la loro morte, davanti a cui essi non temono perché sono troppo stanchi per comprenderla.
(

1 commento:

ANAM ha detto...

La poesia è all'inizio del libro SE QUESTO È UN UOMO ...Leggendolo ho provato emozioni quali la fratellanza,lo sdegno,l'impotenza,la tristezza e insieme la gioia di vivere,lo terrò sempre chiuso nel cassetto del mio cuore...una preziosa testimonianza delle barbarie naziste subite dal popolo ebreo. L'autore racconta con nuda e cruda realtà la vita nei lager, usando a volte espressioni forti,che rievocano nella mente del lettore l'immagine nitida di quel terribile "inferno".Una cruda e nuda realtà che deve far riflettere le generazioni presenti e future, affinchè tutto ciò sia e rimanga un terribbile ricordo.....