22 mag 2010

(Ernest Hyde -Antologia di Spoon River)


La mia mente era uno specchio:
vedeva ciò che vedeva, sapeva ciò che sapeva.
In gioventù la mia mente era solo uno specchio
in un vagone che correva veloce,
afferrando e perdendo frammenti di paesaggio.
Poi con il tempo
grandi graffi solcarono lo specchio
lasciando che il mondo esterno penetrasse,
e il mio io più segreto vi affiorasse,
poiché questa è la nascita dell’anima nel dolore,
una nascita con vincite e perdite.
La mente vede il mondo come cosa a sé,
e l’anima unisce il mondo al proprio io.
Uno specchio graffiato non riflette immagine,
e questo è il silenzio della saggezza.

1 commento:

ANAM ha detto...

Rileggendo alcune "poesie" dell'antologia di Spoon River,ho ritrovato questa che avevo segnato tra le più belle..Molto reale,tutti noi da giovani viviamo nel nostro mondo a riparo dalle influenze esterne e conosciamo solo l'immagine della nostra piccola società che si riflette sullo specchio della nostra mente, nel momento in cui cresciamo cominciamo e renderci conto che oltre quello specchio c'è un mondo da scoprire, una società che si deve assaggiare a piccoli morsi e scoprirla piano piano. Quando il mondo esterno ci appare ci rendiamo conto che è molto diverso da quello in cui abbiamo vissuto fino a poco tempo prima e iniziamo a scontrarci con una società malata. Ciò è quello che accade a 'oggi; che quando guardiamo il nostro mondo ci vergogniamo di farne parte un mondo governato da potenti che usano come “rapporto diplomatico” la guerra, nel quale tutto viene prima del bene comune, dove la storia con le sue lotte e rivoluzioni non ha insegnato nulla; una società di “grandi” che non ha voglia di guardare ai “piccoli”. Purtroppo quando osservi il tuo mondo perché si è rotto quello specchio che ti proteggeva provi dolore e rabbia perché quelle semplici cose genuine che avevi imparato guardandoti allo specchio, come l'amore verso il prossimo, non si ritrovano nella nostra vita al di là dello specchio