28 feb 2012

ITALIA: la peggior busta paga d'Europa!!!

Secondo una rilevazione di Eurostat,l’Italia risulta tra i paesi europei con le retribuzioni lorde annue più basse,infatti l'Italia si piazza in dodicesima posizione nell’area euro,fanno meglio di noi anche Irlanda,Grecia,Spagna e Cipro.Soprattutto il valore dello stipendio annuo per un lavoratore di un’azienda dell’industria o dei servizi (con almeno 10 dipendenti) è pari a 23.406 euro, OVVERO LA META’ di quanto si guadagna in Lussemburgo (48.914), Olanda (44.412) o Germania (41.100). Insomma  l’Italia riesce a superare solo il Portogallo (17.120)..
Questa notizia scandalizza ancora di più se la si lega ad un’altra,di pochi giorni fa,quella che abbiamo invece i manager più pagati e non solo dell’UE,ma pare anche in confronto agli USA.E allora viene da chiedersi,perché paghiamo in modo tanto spropositato i nostri manager e “capi”? La risposta potrebbe essere: perché hanno meriti e capacità imprenditoriali e di governance tanto elevate.Ma se li hanno,perché molte loro aziende vanno così male?E perché i vari enti e imprese private e statali sono sempre più in crisi,nonostante abbiano capi così capaci da meritarsi stipendi/liquidazioni da Presidenti di Stato e di Governo? Se fossero tanto bravi le loro aziende prospererebbero e almeno avrebbero affrontato positivamente la crisi,invece di chiudere con passivi altissimi e licenziamenti di massa.Perché permettiamo a questi pochi individui di arricchirsi a spese nostre,mentre noi,che spesso e volentieri lavoriamo in loro vece e meglio di loro, prendiamo stipendi da fame?In Italia le cose vanno male perché qui più che in altri paesi esistono e vanno avanti indisturbati tanti di questi squilibri:essi pesano come macigni sulle nostre spalle; se non ce li scrolliamo di dosso, non potremo risollevarci.
Illuminante riguardo questo è i pezzo di Rita Pani(Vedi sotto)
Professori sobri e probi (Rita Pani)
Magari, stamattina, i ministri si sono incontrati. Sobri e probi come conviene loro, che son professori e mica professionisti della politica, mangiapane a tradimento, si son seduti tutti intorno al tavolo in cui giorno dopo giorno pensano a come lavorare per salvare la vita altrui. Solo il tempo di un saluto, uno di quelli del lunedì che s’usano per sapere che ne è stato della domenica, del riposo, del relax e del meritato riposo, forse un caffè e un cornetto, e poi al lavoro!Pensano. Soprattutto ora che hanno scoperto che i salari italiani sono, e sono stati in anni non sospetti, persino più bassi di quelli della Grecia. Hanno scoperto – incredibile! – che siamo almeno un pochino più pagati dei portoghesi. Certo, sono professori, mica peracottari come quelli che c’erano prima, insieme ai leghisti, che parlavano di cose serie senza nemmeno sapere il significato delle parole; e allora che male c’è se per capire che il primo problema dell’economia è l’impossibilità del consumatore di consumare, hanno avuto bisogno di leggere le tabelle degli studi ufficiali?Già. Se avessero vissuto anche loro nel mondo reale, forse se ne sarebbero accorti prima, ma tant’è. Pazienza.Pensano per noi, che siamo inquinati addirittura dalle ideologie. Pensano in vece nostra che siamo rimasti indietro a percorrere strade differenti, alla ricerca del filo spezzato dell’esistenza sostenibile, della politica (che non è una bestemmia). Dicono che è giunto il momento di scardinare il sistema che ha portato a sottopagare gli schiavi, a “proteggere il lavoro e non il lavoratore”.
Ogni santo giorno, questi uomini e queste donne vanno al lavoro, e il loro lavoro siamo noi. Detto così, però sembrerebbe una sorta di paradosso bokassiano, forse sempre per la stessa logica per cui è difficile prendere sul serio un ciccione sazio che ti racconta la fame altrui. O anche perché di solito, la fine della giornata lavorativa dei professori (e degli inetti megalomani e malavitosi che gli hanno preceduti) finisce con una conferenza stampa, durante la quale fingendo anche commozione, impegno, solerzia e dedizione, sparano quattro “supercazzole” che nulla dicono, ma tanta speranza infondono.Salvo, quando salta fuori il cretino (ne hanno sempre uno pronto all’uso da utilizzare come catalizzatore di maledizioni e indignazione collettiva) a dirti che: chi si laurea dopo i 28 anni è uno sfigato, come colui che guadagna 500 euro al mese, o cose così. Tanto per farci arrotare i canini e scordare.Ora a me piacerebbe davvero che i professori imparassero. Una faccia, una qualunque che avesse il coraggio di sedersi al tavolo – quello sotto la tetta fatta ricoprire dal maniaco sessuale – e spiegasse alle famiglie che hanno perso un padre, un figlio o un marito, perché il loro amato ha dovuto suicidarsi. Spieghino a chi resta senza nulla con cui vivere, come lo stato intende “scardinare il sistema”. Imparino i professori a ridare valore alla vita umana. Comprendano – prima di spiegare – a chi rivolgono le loro parole addobbate di vuoto. Chi c’è dall’altra parte dello schermo, quando si affacciano a chiedere il sacrificio ultimo di un essere umano.Ieri è stata arrestata una donna italiana, che viveva per strada, per aver abbandonato la sua bambina ritrovata in uno stato di grave ipotermia. Un imprenditore si è ammazzato. Un operaio si è sparato. Venga avanti sottosegretario Martone, e abbia il coraggio di spiegarcelo lei questo sacrificio, ci dica della sfiga di certe vite umane. È professore, no?

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