Sento salire dentro triste sensazione
di inutilità che mi svuota l'anima
ma al tempo stesso mi chiedo..
...Ne ho mai avuta una?
Ho voglia di posare le poche armi
che mi illusero d'esser così forte
così imprendibile da fati avversi
così sicuro che, per quanto ostili
alla fine di ogni impari giostra..
Ferito ma vivo ne sarei uscito.
Erano armi affilate di ironia
di irrazionalità che agile rese
quel mio fuggire dal mondo fatto
da schemi e convenzioni grigie
di logica e oppiacea razionalità.
Calano le ombre e non sono quelle
della sera del tempo misurato in rughe
e in sofferte rimembranze dei poeti
sognatori, cercatori d'oro in versi e rime.
Sono ombre più lunghe che i muri
per metà risalgono lasciando terra.
Sono quelle che preannunciano la resa
che alla rassegnazione si accompagna
perchè più tollerata sia la solitudine
di chi stanco in dorato esilio si chiude
quando ancora la vita lo cerca.
Nessun commento:
Posta un commento