23 lug 2011

Emilio Salgari(1862-1911)

Ai miei editori: A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna.(EMILIO SALGARI)
Ieri mentre cercavo tra i ricordi della mia infanzia alcuni libri per la mia nipotina ho trovato tantissime letture di Emilo Salgari,assolutamente le mie preferite,e a proposito mi sono ricordato che lo scorso 25 aprile ricorreva proprio il centenario della sua morte,e di lui voglio parlare oggi,del famoso autore italiano di romanzi e racconti d’avventura e creatore del famoso Sandokan che morì in povertà per suicidio nonostante il successo dei suoi libri.E l'ultime sue parole (citazione sopra)scritta in una lettera ai suoi editori spiega proprio il motivo del suo gesto..Emilio Salgari che ha fatto viaggiare(virtualmente)non solo me ma  migliaia di bambini (e anche adulti )in tutto il mondo con le pagine dei suoi libri.Un autore prolifico e dalla fantasia sconfinata,capace di veleggiare nelle lontanissime terre d’Oriente (nonostante nella sua vita non aveva mai sconfinato oltre l'Italia),per narrare le vicende di personaggi ormai entrati di diritto nell’immaginario collettivo,da Sandokan al  Corsaro Nero romanzi che sono ancora oggi universalmente noti,nonostante siano passati cento anni dalla sua scomparsa!!!!
Il periodo di attività di Emilio Salgari abbraccia circa 30 anni della sua vita, durante i quali lo scrittore arrivò a pubblicare ben 80 romanzi circa 100 racconti: un ritmo di scrittura a dir poco vertiginoso, che testimonia quanto prolifica potesse essere la sua fantasia, capace di viaggiare in luoghi lontani, popolandoli con personaggi intrisi di spirito d'avventura attraverso atmosfere magistralmente evocate.
Una fantasia, quella di Salgari, capace di autoalimentarsi con la semplice quotidianità e l’incessante attività di ricerca che ha sempre contraddistinto la sua vita: l’esistenza dello scrittore, rispetto a quanto un lettore possa immaginare,come dicevo non fu affatto avventurosa.Nonostante gli studi conclusi presso l’Istituto Tecnico e Nautico di Venezia, Emilio Salgari non riuscì mai né a ottenere il grado di capitano né a viaggiare molto via mare:l’unica sua avventura marittima, infatti,fu a bordo dell’Italia Una,nave sulla quale il giovane scrittore intraprese un viaggio di tre mesi su e giù per l’Adriatico.Il viaggio di Salgari avveniva quindi solo attraverso le pagine dei libri sui quali si documentava:fu in questi che lo scrittore apprese di quelle terre lontane e selvagge dove, successivamente, decise di ambientare i suoi romanzi, dando vita a cicli di avventure come quelli dei Pirati della Malesia o dei Corsari delle Antille.Una vita, quella di Salgari, che di primo acchito potrebbe sembrare estremamente tranquilla, ma che in realtà nascondeva un’esistenza travagliata e difficile, della quale il suicidio ne è la prova diretta.

Non solo scrittore, ma anche marito e padre: alla fama e al suo successo letterario non si accompagnò purtroppo un’egual fortuna nella vita privata, costantemente minata dalla povertà e dalle difficoltà economiche. Nonostante fu insignito, ancora in vita, del titolo di ‘Cavaliere della Corona d’Italia’, Salgari non conobbe mai ricchezza. Forse troppo ingenuo, forse troppo buono, lo scrittore non beneficiò mai delle vendite dei suoi romanzi, i cui ricavati finivano quasi esclusivamente nelle tasche dei suoi editori. Una situazione economica precaria che si aggrava ulteriormente nel 1903, quando la moglie Ida comincia a dare i primi segni di squilibrio mentale fino all’internamento in manicomio nel 1911. Fu proprio questo l’anno in cui, per la seconda e decisiva volta, Salgari decise di togliersi la vita.

Era il 25 aprile del 1911 quando, proprio come uno dei personaggi dei suoi libri, Salgari si squarcia gola e ventre,Il corpo dello scrittore presenta ferite all’addome e alla gola, inferte da un rasoio… La postura del cadavere e il cerimoniale della morte farebbero pensare alla tecnica giapponese dell’harakiri (ovvero il suicidio rituale che i samurai effettuavano per difendere il loro onore).A ritrovare il corpo, intorno alle 6 del pomeriggio, è una lavandaia di cognome Quirico. Accanto al corpo di Emilio Salgari giacciono un rasoio, un cappello, un bastone da passeggio e una giacchetta ripiegata con cura.Una vita dura e difficile quella di Salgari, che però non gli ha impedito di lasciare testimonianza del proprio talento con un inestimabile patrimonio di romanzi, ancora oggi letti da grandi e piccini.Un patrimonio fatto di personaggi ancora oggi immortali, narrazioni intrise di azioni e avventura, colpi di scena e atmosfere capaci di evocare mondi lontani e quasi irraggiungibili. Una fama, quella di Salgari, viva ancora oggi, a cento anni dalla sua scomparsa.

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