Non mi stupisce quindi la sua uscita di ieri:è perfettamente in linea con il personaggio.I precari del lavoro nella Pubblica Amministrazione ieri hanno dato una lezione di dignità a Renato Brunetta,precario della razza umana.
A proposito che dite gli facciamo qualche conto in tasca? Brunetta :percepisce il trattamento economico della presidenza del Consiglio dei ministri (46.113,60 euro annui lordi),e quello da deputato,composto dalle seguenti voci:indennità parlamentare (5.486,58 euro netti al mese per 12 mensilità);diaria,a titolo di rimborso spese di soggiorno a Roma,pari a 4.033,11 euro al mese (206,58 euro in meno per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell’assemblea in cui si svolgono le votazioni); rimborso spese forfetario, 4.190 euro al mese; tessere varie per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea su territorio nazionale, nonchè altri rimborsi per raggiungere l’aeroporto; e poi una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche.
Non ci sarebbe da aggiungere altro,con questi numeri...ma voglio parlare proprio del precariato,e voglio ricordare a tutti e al signor Brunetta le proprie responsabilità e del suo governo...Il problema è iniziato i primi anni ’90 con l'avvento del berlusconismo che ha voluto importare il modello di “lavoro flessibile” dai paesi anglosassoni,pena,si diceva,l’arretramento dell’Italia nella competizione internazionale.Questa ideologia iper-liberista è stata una bufala così,e le conseguenze sono state disastrose per milioni di persone.Si è lasciato tutto il campo alla prepotenza delle Aziende,mentre i sindacati non hanno saputo fare gran cosa...Il “lavoro flessibile” è divenuto “precarietà della vita”,con stipendi da fame e impossibilità di vivere una vita dignitosa (come invece garantirebbe la nostra Costituzione). Soprattutto è stato così negato il futuro a più di una generazione.Qui non si tratta di dare “ammortizzatori sociali” come qualcuno ha più volte detto,perché questi sono transitori,aleatori,come transitorio sarà il sostegno delle famiglie, e un giorno tutto finirà. E poi?Penso ai miei coetanei, chi ha oggi 30 anni e sono precari quando si avvicineranno ai 45 cosa faranno?cosa faranno signor Brunetta? La precarietà non è una malattia o una maledizione è invece il frutto di scelte politiche e imprenditoriali specifiche e volte a massimizzare i profitti delle Aziende (che poi, oltre che sfuggire al fisco,finiscono spesso nei paradisi fiscali).Si può e si deve cambiare idea.Se non sarà fatto, un giorno o l’altro, con un mezzo o un altro, i “giovani” di oggi si riprenderanno tutto, con gli interessi. Ma potrebbe non essere un bel giorno
La realtà è che per un’Italia così ridotta da governenti,che dimostrano di saper fare solo i sui interessi,non quello dei cittadini e in particolar modo verso i giovani sfruttandogli in maniera disumana,un precario nel suo anno di lavoro non riesce a guadagnare, quello che percepisce un consigliere regionale in’un mese!!!che fare? la piazza in questi ultimi mesi ha insegnato che molti giovani in’altre nazioni lottano per conquistarsi una libertà mai avuta,mentre i nostri giovani devono lottare per non perderla,cacciando dalla nostra bella Italia i politici, che con le loro riforme liberali’ ci vogliono riportare indietro nel tempo,nel ventennio per esempio dove la famosa marcia tolse la libertà a chi non la pensava come loro.E come dicevo qualche giorno fa questi giovani si sono svegliati e hanno trascinato il paese a una rivolta democratica al voto...Adesso non bisogna mollare,bisogna sapere reagire per mandare a casa questi governanti che sanno fare solo il male del paese..
(SFIDUCIA BRUNETTA,FIRMA PETIZIONE LINK QUI)
L'italia migliore(Rita Pani)
Sarebbe facile rovesciare come un vomito che non si può contenere, tutta il peggio che un animo umano può sentire di fronte all'umiliazione che si prova rinchiusi nelle esistenze faticose che molti, troppi, di noi vivono, ma in certi casi è meglio ragionarsele le cose.Come l'altra volta, dopo l'ascesa dei cosacchi a Milano, Napoli, Torino o Cagliari, è bene farsi passare l'euforia della sbronza, e tenere ancora gli scarponi allacciati, perché al contrario di quel che sento dire o dei sorrisi che incontro per la strada, sui volti che sembrano liberati, non siamo ancora liberi, e la Resistenza deve continuare ancora più forte.Non è gente che si dimette o che si dimetterà, questa gentaglia. È gentaglia che ha confuso il governo col potere, miserabili che non hanno mai avuto intenzione di governare, ma solo di spadroneggiare come facevano gli invasori nelle terre straniere che razziavano dopo averle conquistate. Sono barbari e rozzi, ignoranti e inetti, ora più pericolosi che mai, come fossero animali feriti.
Ieri è emersa l'Italia peggiore, nelle figure di gente che dell'oltraggio ha fatto mestiere. Ministri o deputati che si rivolgono alle loro platee plaudenti, di servi speranzosi di poter ancora partecipare alla vita dorata di corte, che mangia sul piatto del popolo al quale non lascerà nemmeno le briciole. I precari (cito) sarebbero l'Italia peggiore, il popolo di Internet gente che ruba lo stipendio, che alle due arriva a casa e “fa un cazzo” fino alle dieci di notte … mentre loro – i ministri o deputati – lavorano, lavorano, lavorano.Sarebbe facile vomitare quelle frasi troppe volte vomitate, sui loro stipendi, sulla loro inutile arroganza, sulla loro dubbia moralità, e persino sul dubbio di una loro appartenenza al genere umano, ma ora come ora non servirebbe a nulla, se non a dare al proprio ego uno scatto d'orgoglio che mai dovrebbe essere confuso con la dignità. Sarebbe facile liquidarli chiamandoli col proprio nome, questi abominevoli sacchi di merda, ma servirebbe solo a provare un effimero piacere.
Potrei, volendo, addirittura coniare neologismi volgarissimi atti a descrivere questi omuncoli incatenati alle chiappe del tizio, che si crede un re imperatore, ma siamo oltre ormai.Attendono loro di sapere quale sarà l'agenda del governo, che la lega detterà a Pontida (sorrido), così come ha detto persino calderoli (sic!) ma già s'intuisce. Il prossimo passo sarà quello di far credere al popolino più miserabile che finalmente come a Bengodi, le tasse non si pagheranno più. Lo hanno detto proprio ieri, mentre la finanza incarcerava una quarantina di ladri patentati a Roma, portandosi via anche il Presidente di Confcommercio, che da sempre piange la crisi economica che ha ridotto i commercianti sul lastrico, spesso per colpa dei clandestini che osano vendere le loro mercanzie per la strada. E porca miseria! Non è una battuta, è l'Italia. L'Italia che forse proprio sperando in questa nuova promessa terrà ancora per un po' questa banda di criminali al governo, perché proprio l'altra sera, un esercente, dopo avermi detto che lui è “costretto” a evadere il fisco perché mica deve essere l'unico stronzo a pagare le tasse, con orgoglio mi mostrava le carte che lui stesso aveva inviato, a mo' d'esposto, per denunciare l'evasione altrui. “Le sagre di paese,” a suo dire, “rovinano la mia categoria!”Allora forse è bene cominciare a dire che la nostra economia è a un passo dalla Grecia, è bene dire – perché son cose alle quali si fa fare poco rumore – che i comuni iniziano a vendersi le montagne, le isole, e chissà magari domani un pezzo di bosco o persino il mare. Sarebbe bene ricordare a brunetta – fatto ministro solo perché più basso del tizio, e utile per farlo apparire più alto nelle fotografie – che l'Italia che lui reputa peggiore, è quella che regge ciò che resta della stessa economia. Il lavoro quasi gratuito che impedisce la vita del singolo, ma alimenta la tenuta di uno stato che ormai è retto dalla schiavitù. L'Italia peggiore, è quella che si nutre della vita dei lavoratori, che ne succhia via le energie, e che spesso, una volta spolpati, lascia che essi decidano di morire, impiccandosi o sparandosi in bocca. L'Italia peggiore dell'arroganza che non distingue più tra stato e mafia, tra affari privati e bene collettivo, che non conosce più il significato di equità, se non quando usato per irretire l'evasore fiscale.Noi siamo l'Italia migliore, e persino loro lo sanno. Lo siamo perché abbiamo conservato la dignità e il pensiero, e perché siamo al servizio di noi stessi, in totale autonomia e libertà, impegnando quel che ci avanza di questa vita spesso impossibile, solo ed esclusivamente per poter sempre affermare a voce alta, che mai saremo complici di questa mostruosità. Ed è meglio che mi fermi qui, perché non voglio cedere alla tentazione di chiamar queste merde, davvero col loro nome.
2 commenti:
Aveva proprio ragione F.. De andré il problema dei nani è che hanno il cuore troppo vicino al buco del culo!
Sì Mauriuzio,hai ragione...cmq conoscendo la personalità e lo spessore morale di Fabrizio DeAndrè io non credo affatto che nella canzone che citi lui volesse offendere le persone nate con l'handicap del nanismo. Lui spiegava solo la ragione anatomica della loro cattiveria prendendo ad esempio un personaggio cattivo: dire che una persona è cattiva, quando lo è davvero, non è un'offesa ma una constatazione.
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