Non era storia il 1900 ma una tempesta di sentimenti di offesa e di riscatto, di odio e resistenza. Il 1900, tutto intero, è stata la mia educazione sentimentale, ha accordato i miei nervi alla tensione di commozioni, paure, collere, vergogne.Me l'hanno trasmesso a voce le donne e gli uomini che mi hanno preceduto. Me l'hanno versato a caldo nelle orecchie coi loro toni e semitoni di dolori e salvezze agguantate a scioppo nelle distruzioni. Dal serbatoio dell'ascolto le loro storie si sono diramate nel resto dei sensi: ho potuto così vedere, annusare, toccare, impastare sulla lingua il secolo accaduto. Sono stato antifascista perchè il fascismo c'era stato e si prolungava in piena repubblica con il personale statale riciclato in blocco, quasi senza epurazione. Antifascista perchè il Meditteraneo era fascista in Spagna, Grecia, Turchia, e molte spinte interne ed esterne premevano per un'Italia allineata all'asse dei regimi militari. Non successe e la mia generazione fece la sua parte militante per scongiurare l'esito. Eredità è una parola a doppio taglio. Si può intendere come atto notarile di trasferimento di beni ai discendenti. In questo caso è un affare che spesso si risolve in risse legali di accaparramento. Eredità è pure quello che un padre ha provato a fare e ha lasciato incompiuto. Si può ereditare l'omissione, il rammarico per l'opera imperfetta, interrotta. Mio padre, alpino in guerra, amò le montagne che gli medicarono l'ulcera della guerra con la loro bellezza strafottente. Io sono diventato scalatore. Amava i libri, sono diventato uno che scrive. Si rammaricò di non essersi immischiato nella Resistenza, io ho praticato antifascismo. Esiste un'eredità opposta a quella dei beni. Esiste l'eredità del compito inevaso. Una frase del Talmud, dal Rotolo dei Padri, dice: "Non ti è imposto di completare l'opera, ma non sei libero di sottrartene". Questo è accaduto a molti di noi nati in mezzo al 1900. Quel secolo è stato la nostra opera assegnata. Ne abbiamo rilevato il debito, la parola gridata e poi caduta. Charlot solleva da terra la bandiera caduta da un carico sporgente. Si trova così in testa a una rivolta, a un urto. Riconosco nel suo impulso di raccogliere da terra una bandiera, il gesto che ha deciso di me e di molti coetanei di quel tempo.
31 mag 2011
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