Sono trascorsi 19 anni da quando in quel lontano pomeriggio di maggio Cosa Nostra decise di porre fine all’operato di Giovanni Falcone attentando alla sua vita e quella della moglie Francesca Morvillo e con loro i tre uomini della sua scorta, in quella che passò tristemente alla storia come "La strage di Capaci ".Vedo che anche oggi come ogni anno il web sopratutto facebook si riempie di messaggi rivolti all’uomo che, insieme con Paolo Borsellino e(aggiungo anche Peppino Impastato) più rappresenta nell’immaginario degli italiani il sacrificio di chi è morto in nome dello Stato per difendere la democrazia dal potere criminale.La strage di Capaci, come quella che avvenne due mesi dopo in Via D’Amelio..Ogni anno queste luoghi diventano centro di cerimonie, testimonianze,manifestazioni sincere e commosse di tanti giovani e giovanissimi,chiamati a conoscere e a non dimenticare.Come la nave delle legalità(vedi link)
E' questo mi sembra giustissimo e un atto dovuto verso chi ha dedicato tutta la propria vita,fino a perderla,per cercare di costruire un’Italia pulita,omaggio di chi cerca ogni giorno di tenere viva la memoria di quegli uomini,caduti insieme con le loro generose scorte per difendere la libertà e l’eguaglianza sancite dalla Costituzione.Dopo le cerimonie molti ritorneranno nelle scuole,nei municipi,nelle strade delle città e nei territori ancora dominati dal sistema mafioso(parlo anche del nord) e dagli interessi di varia natura che lo sorreggono per continuare a combattere la stessa guerra un po’ più ricchi dentro,più consapevoli.Questa data quella di ovvero oggi 23 maggio è dunque un’icona, che è però intrisa anche di ufficialità governativa pseudo-istituzionale,dell’effimera presenza di personalità oggi al potere che con quelle battaglie non hanno alcunché da spartire,che a quegli ideali non credono.
Penso ad quell'Angelino Alfano(ho inserito sotto la dichiarazione del procuratore Antimafia Grasso)le parole di Schifani e anche la disattenzione o nella voluta indifferenza dei giornali e dei notiziari radiotelevisivi aggregati al circo mediatico di Berlusconi,quindi le frasi retoriche pronunciate da uesti personaggi sono e saranno rapidamente rimpiazzate da corposi interessi ,volti a proteggere in Parlamento e nel Paese un sistema di affari illeciti, di corruzione,di privilegi,un sottopotere privo di regole e di etica,demolendo proprio alcuni dei pilastri di quella Costituzione per la quale Giovanni Falcone e con lui tanti veri servitori dello Stato furono massacrati. Dobbiamo dirlo con forza, per onestà morale verso chi è caduto per mano mafiosa e per rispetto ai tanti concittadini che alla nostra Costituzione non intendono rinunciare. Quelle frasi di circostanza, non si possono conciliare con il dilagare delle mafie,con l’espansione nel centro-nord e nel mondo di interessi finanziari di origine criminale che le positive operazioni di magistrati e investigatori non possono intaccare. Nè con le leggi “ad personam” d’impronta incostituzionale a protezione dei guai giudiziari del premier, né tanto meno con il disegno di legge sulle intercettazioni portato avanti a ogni costo dal governo..
Come possono essere credibili,questi rappresentanti di un governo e il suo massimo esponente che ha contatti con le mafie,o almeno visto che non è ancora dimostrato niente che hanno avuto rapporti con personaggi vicino alla Mafia i vari Dell’Utri ,Cosentino,Verdini ecc.. Né possono essere ignorate le ripetute accuse del premier contro le Procure che tengono accese le luci sulle stragi degli anni ‘90 e sull’oscura trattativa che avvolse allora i capi di Cosa Nostra e settori deviati dello Stato, né gli attacchi che di tanto in tanto, rivolge agli intellettuali che scrivono o realizzano prodotti televisivi sulla mafia, a partire da Roberto Saviano..Oppure gli ultimi attacchi alla magistratura di cui ha parlato proprio Grasso oggi...E’ certo un pensiero maligno, ma alcune ipocrite commemorazioni ricordano un po’ ciò che accadeva dopo delitti di mafia nella sanguinosa guerra che ha seminato di morti la Sicilia e altre regioni del Sud, quando e ci sono su questo precise testimonianze fra le prime telefonate di cordoglio c’era immancabilmente quella del mandante!!!
Una sola parola Vergogna vergogna vergogna!!!
Onore a Giovanni Falcone!!!!
Gli uomini passano
le idee restano
restano le loro tensioni morali
e continueranno a camminare
sulle gambe di altri uomini.(G.Falcone)
le idee restano
restano le loro tensioni morali
e continueranno a camminare
sulle gambe di altri uomini.(G.Falcone)
Duro faccia a faccia tra il procuratore antimafia e il ministro della Giustizia, in occasione delle celebrazioni a Palermo per l'anniversario della strage di Capaci, dove 19 anni fa furono uccisi il giudice Falcone, sua moglie e cinque agenti della scorta. «Come è possibile dialogare con chi ti prende a schiaffi, con chi chiama i magistrati matti, cancro, golpisti?», ha detto Piero Grasso, nell'aula bunker di Palermo nel confronto con Angelino Alfano. Così Grasso ha risposto al giornalista Minoli che gli chiedeva una battuta per smorzare la tensione tra magistrati e potere esecutivo. In un acceso botta e risposta fuori programma, Grasso ha contestato la definizione della «riforma della giustizia» data al pacchetto legislativo approvato dal governo: «qui si parla di riforma del rapporto tra Magistratura e politica e non di riforma della giustizia». «I magistrati - ha aggiunto il procuratore - chiedono solo un processo rapido e vogliono che le vittime vedano riconosciute le loro ragioni in un contesto come il nostro è difficile smorzare le tensioni». Il guardasigilli ha risposto al procuratore citando un'intervista rilasciata da Giovanni Falcone in cui il magistrato ribadiva l'importanza della separazione delle carriere tra i magistrati. Citazione a cui Grasso ha obiettato: «La Magistratura non può essere autonoma se le si toglie la direzione delle indagini».
Per smorzare i toni il giornalista Minoli ha chiesto ai due partecipanti di citare una qualità l'uno dell'altro. Secondo Alfano «il procuratore è un uomo delle istituzioni che non fa sconto al governo». Grasso, ha invece dato atto al ministro di avere seguito l'input degli investigatori sull'importanza dei patrimoni mafiosi.Tutti in piedi nell'aula bunker di Palermo in occasione della manifestazioni in ricordo di Giovanni Falcone, per intonare l'inno di Mameli. Uno modo questo è stato spiegato per commemorare anche il 150esimo anniversario dell'unità d'Italia. Con gli studenti sono presenti i ministri Alfano, Gelmini, Prestigiacomo e il procuratore antimafia Piero Grasso.«Dobbiamo tendere all'accertamento della verità a ogni costo, anche se la verità processuale non è quella assoluta ma quella che si può trovare». Così il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, a Palermo nel giorno della commemorazione della strage di Capaci. In 2.500, fra studenti e docenti, sono approdati questa mattina a Palermo con le navi della legalità organizzate dal ministero dell'Istruzione e dalla fondazione 'Giovanni e Francesca Falconè nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci. Le scuole raggiungeranno l'aula bunker, dove le attendono i ministri Mariastella Gelmini (Istruzione), Roberto Maroni (Interno), Angelino Alfano (Giustizia) e Stefania Prestigiacomo (Ambiente). «Quando 150 anni fa arrivarono i mille portarono anche la guerra in Sicilia- ha detto Maria Falcone, sorella del magistrato, ai ragazzi- Voi siete di più e portate la pace». 23 maggio 2011
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