26 mag 2011

27 maggio 1993 Firenze via dei Georgofili

Ci sono ferite che tracciano solchi nella memoria collettiva di noi come popolo,ma anche nella nostra memoria individuale,pur non essendo stati coinvolti che come attoniti spettatori...Solchi che tentiamo di "riparare",ognuno a nostro modo,spesso seppellendoli con l'indifferenza,o la semplice dimenticanza,perché in fondo "la vita va avanti" e siamo tutti troppo occupati con le nostre vicende quotidiane...Salvo poi scoprirli ancora squarciati,questi stessi solchi,perché forse l'unica vera guarigione é mantenerne vivo il ricordo, continuare a cercare e richiedere "spiegazioni" e a credere che sia possibile che "Verità" e "Giustizia" non siano solo vocaboli vuoti..
Quella Giustizia e quella verità che ancora oggi aspettano i familiari delle vittime della strage di Firenze in Via dei Georgofili" in quella maledetta notte tra il 26 e il 27 maggio 1993,prima di quel giorno attentati ne avevamo visti tanti come quello di Borsellino o di Falcone che ho ricordato qualche giorno fa,ma quando il dolore ti tocca da vicino(vivo a 20 km da Fi) purtroppo dispiace dirlo ma è altra cosa! e il prezzo più alto lo hanno pagato queste vittime innocenti....Era la prima volta che la mafia gettava un messaggio così forte contro persone che nulla davvero centrano e contro i monumenti di una città importante come Firenze
LA STRAGE
Cosa Sappiamo di quella strage?
Sappiamo che alle ore 01.04 di quella notte maledetta nel centro di Firenze, in via dei Georgofili, ai piedi della Torre de' Pulci, sede dell'Accademia dei Georgofili ,scoppiò un'autobomba.Sappiamo che l'autobomba era un Fiorino (FIAT) imbottito di miscela esplosiva .Sappiamo che l'esplosione fece crollare la Torre de' Pulci e devastò buona parte del  centro storico ...Sappiamo che morirono,straziati dalla bomba,una bimba di appena cinquanta giorni,Caterina Nencioni,la sorella di Caterina, Nadia Nencioni,che non aveva ancora nove anni, i loro genitori, Fabrizio Nencioni di trentanove anni e Angela Fiume,una giovane donna di trentasei anni, un'intera famiglia trucidata;e uno studente,Dario Capolicchio, un ragazzo di appena ventidue anni.Angela Fiume abitava con la sua famiglia nella Torre de' Pulci, era custode dell'Accademia dei Georgofili. Dario Capolicchio era venuto a studiare architettura a Firenze, veniva da Sarzana, abitava nella casa di fronte alla Torre.
Sappiamo che ci furono decine di feriti e tante famiglie che rimasero senza un tetto.
A pochi metri dal luogo in cui scoppiò l'autobomba, per chi non conosce Firenze, c'è la Galleria degli Uffizi:si persero per sempre, nel fuoco senza pietà, documenti preziosi e capolavori patrimonio di tutti....Cinque vite umane innocenti si persero per sempre. Sin dal giorno successivo all'esplosione si capì che si era trattato di un attentato.Subito si scoprì che l'auto trasformata in bomba era stata rubata pochi giorni prima dell'attentato,in via della Scala e imbottita di tritolo a Prato.Abbastanza in fretta furono individuati gli attentatori, cioè gli esecutori materiali dell'attentato, uomini di "Cosa nostra".Nel 2002 vennero comminati quindici ergastoli a:
Leoluca Bagarella, Totò Riina, Filippo Graviano, Giuseppe Barranca, Salvatore Benigno, Gioacchino Calabrò, Luigi Giacalone, Francesco Giuliano, Cosimo Lo Nigro, Antonino Mangano, Giorgio Pizzo, Gaspare Spatuzza e Giuseppe Graviano oltreché agli allora latitanti Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro
Ma chi ordinò la strage?Chi mandò l'ordine di devastare Firenze, l'Accademia dei Georgofili, la Galleria degli Uffizi, la casa della bellezza non solo per i fiorentini?Chi comandò di far esplodere un'autobomba sotto la Torre de' Pulci?Le vite innocenti stroncate sono il primo pensiero nell'ora della pietà e dell'umano dolore, ma è evidente per tutti che non erano l'obiettivo della mafia.Si volle sfregiare Firenze,deturpare la bellezza,spezzare lo spirito...Gli anni passano, il dolore e la rabbia restano.Restano i ricordi nella vita di chi ha sofferto. Negli occhi spenti e nella disperazione silenziosa di chi ancora lotta per ricostruirsi un'esistenza..La notte della verità non è mai finita: archiviazioni, fondi illeciti blindati,fondi per le vittime ridotti,magistrati uccisi o costretti a non lavorare,cercatori di luce isolati come pazzi... CHI ordinò la strage? E PERCHE'? Purtroppo non riesco nemmeno ad accettare l'idea che siamo ancora lontani dalla verità (nonostanti alcuni piccoli spiragli)o che non ci sia modo di sapere.La fortissima convinzione a è che ci sia una cappa coltre di protezione,e guai a chi ancor oggi dovesse provare a diradarla.Non mi fa male il non sapere la verità,fa male il clima mafioso di cui siamo intrisi,in politica come in economia.Un clima che mi fa pensare che hanno vinto loro. La nostra democrazia,dove un'effimerà libertà comunque ci appartiene,si fonda sulla mafia,l'unica azienda italiana che ancora funziona e che regge la baracca..
Quando, qualche tempo dopo sono passato da quella via, tre targhe mi sono venute incontro: una parla dell’ulivo, pianta sacra in grado di rigenerare la propria chioma produttiva quando viene offesa,un’altra commemora gli innocenti sacrificati sull’altare della strage, la terza mi è rimasta nella memoria:
Tutto volle qui finito
Una bomba assassina
Per la piccola poetessa
Per la sorella Caterina appena nata
Per i genitori Fabrizio e Angelamaria
Per lo studente Dario Capolicchio
La notte del 27 maggio 1993
Vivono tutti nel cuore dei fiorentini.....
Purtroppo passano gli anni,non arrivano risposte ma non smetto di ricordare...Se si potesse tenere a mente il nome di ogni vittima,non basterebbe una vita a ricordare tutti i nomi.E dico delle stragi nostrane.Quindi  tenere in cuore e in mente quei cinque nomi, quelle vite stroncate nel cuore della città di Firenze, senza una ragione che si possa dire, sapere, sanare, per me (per tanti a Firenze, credo), vuol dire tenere sempre presente il motivo per non accettare i giochi sporchi sulla pelle delle persone !!
Vigna: «Georgofili, la mia verità»(Da corriere Fiorentino)
L’ex procuratore e la strage: i mandanti? Non esistono. L’associazione delle vittime: «Ci offende». Oggi l'anniversario della strage
Le pagine più importanti della storia recente italiana le ha vissute in trincea. E per la prima volta le ha raccontate in un libro. È Piero Luigi Vigna, una lunga carriera da magistrato «in difesa della giustizia» . Si intitola così il libro scritto insieme al giornalista Giorgio Sturlese Tosi. Attraverso la lente delle sue indagini — prima procuratore capo a Firenze, poi dal 1997 al 2005 procuratore nazionale antimafia— ripercorre i capitoli più oscuri della storia giudiziaria italiana, dagli anni di piombo ai delitti del Mostro di Firenze, dai rapimenti dell’anonima sequestri alle trattative tra Stato e mafia. Capitoli già scritti e quelli ancora da scrivere fino in fondo. Come la strage di via dei Georgofili avvenuta esattamente diciotto anni fa. Mentre la procura antimafia di Firenze ha ancora un’indagine aperta su Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri come mandanti delle stragi, l’ex procuratore antimafia racconta la sua verità nelle pagine del libro appena pubblicato. Incalzato dalle domande di Giorgio Sturlese Tosi, giornalista specializzato in inchieste che lavora per Panorama e Mediaset, vincitore del premio cronista dell’anno nel 2006, Vigna risponde secco: la storia quella scritta nelle sentenze. Quello che resta fuori non conta.
«Per provare in un’aula di giustizia un ipotetico secondo livello bisogna dimostrare che questi mandanti abbiano istigato commettere un reato che almeno abbiano promesso aiuto o protezione dopo che questo sia stato commesso» . Lapidaria la conclusione: «Se non lo si riesce a dimostrare, i mandanti, per la giustizia, semplicemente non esistono» . E questo vale anche per la storia del Mostro («i mandanti francamente non credo che esistano» ). Vigna spiega che «queste teorie complottistiche non sono ancora state ancora provate. Come del resto è accaduto per molte altre inchieste su mandanti, cospirazioni, grandi vecchi e trame internazionali. In Italia si suppone che ci sia un secondo livello dietro ai più gravi delitti. L’opinione pubblica fatica a credere che le stragi di mafia del 1993 siano opera di uomini dall’aspetto rozzo e ignorante come Riina, Provenzano Brusca. Sembra più plausibile che questi siano stati esecutori pilotati da menti superiori. Questo principio a cui Giovanni Falcone non credeva ha indotto alcuni magistrati, me compreso, a ricercare un’entità superiore che abbia pianificato le stragi per il proprio tornaconto» . Perché accade? «Il magistrato, non si può negare, subisce anche le sollecitazioni dell’opinione pubblica, non si accontenta» e «spera sempre di trovare nuovi indizi, come è accaduto per le dichiarazioni di Spatuzza. C’è sempre la possibilità che qualcosa di nuovo emerga, anche dopo tanto tempo. Anzi proprio perché tanto tempo è ormai trascorso».
Le affermazioni di Vigna non sono piaciute a Giovanna Maggiani Chelli, portavoce dell’Associazione vittime di via dei Georgofili: «Ci dica Vigna perché parla chiaro solo oggi, interpretando dopo tutti questi anni di indagini le parole dei pentiti e gettando alle ortiche anni di indagini sui mandanti occulti delle stragi. Per Vigna non ci sono mandanti occulti oltre la mafia, cui egli stesso ha dato la caccia per anni. A noi appare un’affermazione non solo infondata, per la competenza e l’esperienza dell’ex procuratore antimafia, ma anche offensiva per l’intelligenza di tutti i familiari delle vittime di stragi di mafia che oggi scoprono che la ricerca della verità era affidata solo alle parole dei pentiti» .
Le celebrazioni per ricordare la strage dei Georgofili
Il convegno «Giustizia: accertamento della verità sulla strage di via dei Georgofili», questo il titolo del convegno che si terrà oggi (ore 16, auditorium di Santa Apollonia) e che aprirà le manifestazioni per il 18° anniversario della strage. Ci saranno il presidente della Commissione Antimafia Giuseppe Pisanu, il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, il procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi. Nel corso del convegno i ragazzi della Consulta provinciale studentesca e due scuole medie superiori rivolgeranno domande ai relatori.
Il concerto Le manifestazioni proseguono (ore 21) in Piazza della Signoria con la «Traviata» di Giuseppe Verdi con coro e orchestra Desiderio da Settignano, diretti da Joanna Kanuf.
Il corteo Fra le 00.50 e l’1.04 (l’ora esatta dell’esplosione) corteo silenzioso da Palazzo Vecchio a via dei Georgofili con i gonfaloni e deposizione di una corona di alloro.
Le scuole Domani, alle 10.30 in Palazzo Vecchio, Salone de’ Dugento, iniziativa organizzata dall’assessorato all’educazione con anche gli alunni della scuola Nencioni, lettura di poesie e visione dei lavori degli studenti sulla strage; parteciperanno il procuratore Grasso, l’assessore Di Giorgi e Giovanna Maggiani Chell

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