Sono trascorsi due anni dalla tragica notte in cui una scossa di terremoto squasso’ L’Aquila e il suo territorio.Oltre trecento persone persero’ la vita, migliaia furono i senzatetto.Oggi ho letto alcuni numeri che voglio riportare,dopo 2 anni ci sono ancora 248 persone nelle caserme dell’Aquila,1.047 in strutture ricettive (alberghi), di cui 251 fuori provincia.Sono 13.561 i beneficiari del contributo di autonoma sistemazione,ovvero che hanno provveduto in proprio a trovare una sistemazione temporanea.Contributo pagato sempre in ritardo, spesso di vari mesi e non sempre sufficiente visti i prezzi attuali degli affitti.Nel tanto sbandierato progetto C.A.S.E. (su 19 aree del territorio aquilano), vivono oggi 13.844 persone, 7.091 nei più economici MAP (Moduli Abitativi Provvisori), 2.012 in affitto a carico dello stato e altre strutture comunali.In totale, 37.803 persone (P.E.R.S.O.N.E.) non sono ancora rientrate nelle “loro” case.L'Aquila è una città morta non esiste più.. Pochi numeri, che contano, più di tante chiacchiere.E allora oggi mentre guardi le immagini di quelle macerie i pensieri tornano a quella notte di dolore è di lutto per gli Aquilani è paesi limitrofi,i pensieri scorrono al giorno dopo quando la situazione apparve catastrofica morti su morti venivano tirati fuori da quelle macerie,si seguiva almeno da parte mia,ma su questo sono convinto da tutti gli Italiani che sicuramente avevano le stesse mie emozioni.Poi mano mano che i giorni passavano subdoravi qualcosa che non avrebbe funzionato nella ricostruzione della città...
Presidente del consiglio(sempre lui),ministri,tutti a rassicurare che avrebbero nuovamente veduto la loro Aquila maestosa più di prima.Molti giuramenti di fronte alle bare dei morti di cui facevano parte molti giovani frequentati l'università.Era nuovamente l'ennesima presa per i fondelli da parte di governanti senza scrupoli in campagna elettorale.Le notizie diventavano frammentarie dopo alcuni mesi,gli Aquilani popolo dignitoso fiero,aspettava con pazienza che le promesse sarebbero diventate realtà ma Berlusconi e la sua cricca ha giocato con i morti pur di acquisire voti e gli Aquilani piano piano si sono accorti che la loro città non avrebbe più visto le cime maestose del GRAN SASSO,anzi non avrebbero ricevuto niente di niente,come la grande manifestazione a Roma, ricordate?Però con grande sorpresa si videro caricati dalla polizia(su ordine del governo) loro che dignitosamente si erano recati nei pressi del parlamento per chiedere umilmente a questo governo che mantenessero le loro promesse,dietro non si erano portati pistole,fucili,ma prodotti della loro terra,per chiedere quello che tutti i cittadini da uno stato ONESTO vogliono, una casa, ripristinare le fabbriche insomma tutto quello che vi era prima del terremoto però tutto questo non è successo,anzi !!! E quindi leggendo il pezzo della cara amica Anna (vedi sotto)trovo molta rassegnazione e la capisco..sono stati abbandonati,sono stati presi in giro ...Purtroppo in questo paese è diventata una cosa normale...Promettere e non mantenere!!!
Il silenzio(Anna,Miss Kappa)
Il blog è fermo da tempo. Troppo. Il silenzio è voluto. Voluto perché nulla c'è da raccontare. Se non piccole cose di piccoli uomini. Cose che fanno male, ma insignificanti per i più che non sono costretti a vivere il nostro quotidiano. Addirittura, ai più, incomprensibili. Voluto perché la mia vita, le nostre vite sono ancora sospese. Come due anni fa. Grava su di loro il peso di lunghi mesi di dolore che hanno visto spegnersi la speranza. Continuare a credere in se stessi e negli altri è diventato difficile. E allora ti senti solo, quando solo non dovresti sentirti, ché le sofferenze dovrebbero unire. Ho deciso di rompere il mio silenzio perché quella notte, stanotte, mi sembra ancor più vicina. Due anni che sono un soffio. Due anni che sembrano non essere trascorsi, perché è impossibile ricostruire te stessa nell'incertezza dell'immediato e nel buio del futuro. Senza radici, senza identità, ti chiedi se resterai così per sempre. Se, per sempre, sarai solo una sopravvissuta. Ti chiedi se tornerai ad avere dei desideri che non siano solo quelli di ricostruire una comunità che è, irrimediabilmente, morta. Sola, fra coloro che vivono il tuo stesso dolore. Dietro quelle transenne, la città morta. L'odore inconfondibile della morte.La popolazione sbandata, sfiduciata, sempre più disgregata, accetta la realtà che vede come ineluttabile. Si adatta, pur soffrendo. Cerca scorciatoie. Mentre il mondo intero, intorno, muta repentinamente i suoi scenari. E tu, con il tuo dolore, ti senti un granello. Fermo, mentre tutto, fuori dalle tue mura cadenti, cambia velocemente. Il blog cambia anch'esso: si occuperà solo di me. Di me parlerà. Ché questa comunità, per ora, all'inizio del terzo anno della nuova non vita, nella quale ha scelto di relegarsi, non merita di essere raccontata. E di nuovo il silenzio, per il lutto rinnovato, mi accoglie. Benevolo. Perché il silenzio spesso cura le ferite meglio di ogni parola
Lasciatemi piangere
senza lacrime
la mia gente d’Abruzzo.
Sasso su sasso
pietra su pietra
si edifica la torre
del dolore e del pianto.
Svetterà tra le nuvole
alla ricerca del cielo
fin quando sarà ridotta
a pulviscolo
spazzato via
dal Vento che tutto comanda
nel ricordo del Tempo.
Nino Silenzi
6 apr 2011
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