26 mar 2011

ACQUE, di Francesco Guccini

L'acqua che passa fra il fango di certi canali
tra ratti sapienti e pneumatici e ruggine e vetri
chissà se è la stessa lucente di sole o fanali
che guardo oleosa passare rinchiusa in tre metri.
Si può stare ore a cercare se c'è in qualche fosso
quell'acqua bevuta di sete o che lava te stesso
o se c'è nel suo correre un segno od un suo filo rosso
che leghi un qualcosa a qualcosa, un pensiero a un riflesso.
Ma l'acqua gira e passa e non sa dirmi niente
di gente, me, o di quest'aria bassa;
ottusa e indifferente cammina e corre via
lascia una scia e non gliene frega niente.
E cade su me che la prendo e la sento filtrare,
leggera infeltrisce i vestiti e intristisce i giardini,
portandomi odore d'ozono, giocando a danzare,
proietta ricordi sfiniti di vecchi bambini;
colpendo implacabile il tetto di lunghi vagoni,
creando annoiato interesse negli occhi di un gatto,
coprendo col proprio scrosciare lo spacco dei tuoni
che restano appesi un momento nel cielo distratto.
E l'acqua passa e gira e colora e poi stinge,
cos'è che mi respinge e che m'attira;
acqua come sudore, acqua fetida e chiara,
amara senza gusto né colore.
Ma l'acqua gira e passa e non sa dirmi niente
di gente, me, o di quest'aria bassa;
ottusa e indifferente cammina e corre via
lascia una scia e non gliene frega niente.
E mormora e urla, sussurra, ti parla e ti schianta,
evapora in nuvole cupe rigonfie di nero
e cade e rimbalza e si muta in persona od in pianta
diventa di terra, di vento, di sangue e pensiero.
Ma a volte vorresti mangiarla o sentirtici dentro,
un sasso che l'apre, che affonda e sparisce e non sente,
vorresti scavarla, afferrarla, lo senti che è il centro
di questo ingranaggio continuo, confuso e vivente.
Acque del mondo intorno di pozzanghere e pianto,
di me che canto al limite del giorno,
fra il buio e la paura del tempo e del destino
freddo assassino della notte scura
Ma l'acqua gira e passa e non sa dirmi niente
di gente, me, o di quest'aria bassa;
ottusa e indifferente cammina e corre via
lascia una scia e non gliene frega niente.

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