Io gli versavo il vino peggiore
e lui, contento.
Davanti a scuola, in viale Gorizia.
I muratori
fingevano un mestiere di mani e di galera;
portavano le assi a morire dentro un muro
la loro vita a spasso
aspettando una balera. Due ore di sapone
per farsi via il cemento, il freddo
e le fischiate alle donne
laggiù in strada.
Ce n’era uno biondo, chiamato l’Angelino:
un giorno vide l’ombra di ali che credeva
e cadde, a maritare quella che preferiva.
DA CANTIERE POESIA
26 feb 2011
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