Che ti mormora il sangue negli orecchi e alle tempie
quando è là di febbraio che nel bosco
ancora risecchito corre voce
d'una vita che ricomincia e oscura
geme negli animali insonni, s'agita
nel mare ed oltre il mare nei paesi
ricchi e strani ove a tempo il fachiro
nella bara di vetro tra vipere si sveglia?
Nei mesi alterni, nella primavera scontrosa
un vento cupo chiama alla fatica
per la notte piovigginosa i semi
e le radici esauste e le ceppaie. È il tempo
che soffia nelle ceneri, ravviva
le faville sopite, dalle antiche
ferite spiccia sangue. Tutt'intorno
gli alberi consueti mettono fiori strani.
Rivedo le mie donne, i miei cari,
tra l'uno e l'altro il tempo, il vento, l'uggia.
3 feb 2011
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