Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani.
Se chiudesse gli occhi cadrebbero.
Solo il suo stupore li mantiene sospesi,
la sua piccola mano li innalza,
il suo cuore li muove e li allontana.
Senza un bambino appiccicato ai vetri,
alle alte ringhiere di una terrazza adulta,
gli aeroporti morirebbero d’orrore.
Un bambino non potrà mai pronunciare la parola “aeronautica”,
ma da lui dipenderà l’imitazione dell’uccello.
Un bambino non saprà calcolare le distanze,
ma è lui la garanzia del ritorno.
Ogni aeroporto deve avere un bambino incollato ai vetri,
accanto agli altoparlanti, dovunque si acquatti la paura.
Grazie a lui durerà meno lacrime il rientro di tutti,
dorrà meno baci l’addio delle madri
e le hostess potranno prescindere da avvisi insulsi.
Un aeroplano per aria
sono molti bambini che guardano l’orizzonte.
24 feb 2011
Alexis Diaz Pimienta "Occhi di bambino"
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