Eccoci qui distesi, amanti nudi
belli per noi - ed è quanto basta-
solo con foglie di palpebre vestiti
siamo immersi nella vasta notte.
Ma già sanno di noi, già sanno
queste quattro mura, la stufa spenta,
ombre sagaci sulle sedie stanno
e il tacere del tavolo è eloquente.
E sanno i bicchieri perché sul fondo
il tè bevuto non si raffredda.
Swift ormai non può certo fare conto
che questa notte ci sia chi lo legga.
E gli uccelli? Non illuderti per niente:
ieri li ho visti scrivere volando
con ardire e apertamente
quel nome con cui ti sto chiamando.
E gli alberi? Qual è il significato
del loro incessante bisbigliare?
Dici: solo il vento forse è informato.
Ma di noi come ha potuto sapere?
Dalla finestra è entrata una falena
e con le sue piccole ali pelose
atterra e decolla di gran lena,
fruscia sul nostro capo senza posa.
Forse quell'insetto più di noi dotato
d'una vista acuta vede meglio?
Io non ho intuito, nè tu indovinato
che i nostri cuori splendono nel buio.
21 gen 2011
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