16 dic 2010

Infiltrati??? ne vogliamo parlare?

Credo proprio che dopo gli eventi degli ultimi giorni e non solo.. stiamo andando incontro a giorni cupi.Gli uomini di governo,proprio perché consapevoli di avere conquistato una vittoria fasulla,diventeranno più violenti ed arroganti....gli altri, che non accettano quanto è accaduto come la fine delle loro speranze,saranno ancora più determinati nel portare avanti le loro proteste.La situazione economica e sociale sta diventando insostenibile ma il nostro "Sceicco Bianco" continua ad illudere la gente e a bearsi di quello che dice.Sino a quando può durare questa situazione"? Se persino il Capo della Polizia, Giorgio Manganelli, arriva ad infiltrare suoi uomini fra le schiere dei dimostranti vuol dire che si sta producendo una situazione esplosiva che bisogna riconoscere ed affrontare con la massima serietà(vedi il video più avanti)
Proprio su questi infiltrati sappiamo che in Italia i complotti hanno avuto sempre il loro fascino.Macabro rito dei poteri forti, propaggine inquieta di movimenti organizzati e più o meno tutti volti a destabilizzare l'ordine democratico intempi più recenti.Ora vien da pensare,di fronte agli episodi di violenza urbana avvenuti a Roma,quale sia il confine tra legalità e legittimità dello Stato.Io credo che proprio da questa distinzione,tutt'altro che formale, si possa spiegare l'uso di infiltrati da parte della Polizia.Citando Cossiga,che in quanto a ordine pubblico e a leggi speciali di esperienza sul campo ne maturò abbastanza per poter affermare che tutti i servizi segreti sono illegali e che la loro illegalità è giustificata dal fine ultimo che è quello di garantire il fondamento del diritto dello Stato inteso come criterio in base al quale i detentori del potere ne giustificano l'esercizio concreto. Ora, in una giornata in cui i detentori del potere venivano sottoposti al giudizio del Parlamento, tutto quello che è successo a Roma si può spiegare come sintomo nemmeno troppo velato di porre le condizioni necessarie a raggiungere la destabilizzazione della democrazia ovvero l'instaurazione di un regime autoritario.
Regime pericolosamente autoritario per un Paese, il nostro, che è giunto al capolinea, fine corsa delle istituzioni intese come principi giuridici fondamentali la cui espressione non rispetta più l'intenzione dei padri costituenti, ma la volontà, pericolosamente subdola, dei poteri forti oggi come allora. Rapporto tangente e funzionale tra istituzioni ed espressione della volontà popolare espressa con il voto politico dai cittadini. Cittadini che oggi, in Italia, esigono un rapporto di tipo autoritario espresso dalle forze di destra . Necessità indotta, certo, dallo spasmo di voler cavalcare le tigri del razzismo, dell'omofobia, della protesta populista, della degenerazione delle istituzioni nel rapporto, perduto, con i cittadini e, aggiungo io, necessità di imporre un modello di Stato in cui il più ricco, il più fortunato, il più forte può strutturare o destrutturare l'istituzione asservendola ai propri fini.  Non credo, basti pensare ad Alfano e alle leggi ad personam. In questa situazione è chiaro che i tentativi di dare il colpo finale passano tutti dal Quirinale. Quirinale che ha il controllo e il potere di tutte le forze armate.Mi auguro che Napolitano(ci credo poco) regga l'impatto di questa offensiva,consapevole che oggi non è come nel '78. Oggi la lotta per destabilizzare l'ordine democratico si avvale non più dei partiti eletti dai cittadini e quindi delle istituzioni ma direttamente delle istituzioni visto e considerato che i politici sono nominati e non più eletti.

In quanto ai veri manifestanti,a coloro che da tempo scendono in,piazza contro questo governo una considerazione:bisogna dire che  è diverso da quello di fine anni 60 e degli anni 70... All’epoca la protesta era molto ideologica, si certo, c’erano lotte per diritti, soprattutto quelli dei lavoratori, ma l’intrisione e l’intrusione dell’ideologia politica in quei movimenti era esplicita. Inoltre, allora chi protestava aveva delle prospettive ben diverse, era un periodo economico comunque florido, quelle lotte avevano ben in mente che si sarebbe arrivati alla conquista dell’obiettivo prefissato, fosse questo riconducibile all’appropriarsi di alcuni diritti o a godere di un determinato benessere economico/sociale. Oggi l’esplosione è di fame. Oggi la protesta è di una pancia vuota e di un futuro che non c’è. Oggi la nostra vita è ridotta all’osso e noi a quell’osso ci attacchiamo mordendolo ferocemente, perché ne abbiamo piene le palle di gente che vive su un pianeta che non è la terra, perché solo chi gira per strada e non si asserraglia nei palazzi può sapere che la realtà e ben diversa e che il suo odore vero sa di piscio. La comprendiamo o no la distanza siderale che c’è fra chi protesta e vive ogni giorno sulla propria pelle questa crisi,che non è solo economica, e chi se ne stà chiuso al caldo del palazzo avendo per spina dorsale una poltrona? Ho anche paura che non ci possa essere un confronto civile, perché siamo ad un discorso fra sordi, perché questa è una fottuta babele in cui ognuno parla la sua lingua; ma la nostra lingua è facile da comprendere, basta cospargersi un attimo il capo di merda per capire come la nostra vita si trasformi in sopravvivenza e i nostri orizzonti siano offuscati da informi architetture di un impero che ci occlude le albe e i tramonti. E allora non c'è da meravigliare se c'è gente che si incazza? La violenza in Italia è essere governati da criminali, è comprare un voto di fiducia attraverso corrotti e corruttori, è questa non governo, è questo pensiero dittatoriale che amministra soltanto l’economia dei profitti personali...

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