31 ott 2010

Gunnar Ekelöf, OGNI UOMO È UN MONDO

Ogni uomo è un mondo, popolato
da ciechi esseri in oscura rivolta
contro l’io, il re che li domina –
In ogni anima imprigionate sono mille anime,
in ogni mondo nascosti mille mondi
e questi ciechi mondi inferiori
sono reali e vivi, seppure immaturi
com’è vero che io esisto. E noi sovrani
e principi dei mille in noi possibili
siamo noi stessi sudditi, imprigionati in
una creatura più grande, che io e l’essere
comprendiamo poco quanto il nostro superiore
che gli è sopra. Del loro amore e della loro morte
i nostri sensi non hanno afferrato che una sfumatura.
Come quando una grande nave passa
lontana al largo, sotto l’orizzonte, dove sta
nella luce della sera. E non ce ne accorgiamo
prima che un’onda ci raggiunga sulla riva
prima una, poi un’altra e molte altre ancora
che sbattono e rumoreggiano finché ogni cosa è
tornata come prima. Eppure tutto è diverso.
Come noi siamo afferrati da un’inquietudine strana
quando qualcosa ci dice che degli uomini hanno viaggiato
che liberati sono stati alcuni dei possibili.

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